Rallentare

Stare a casa in maternità mi sta dando modo di riflettere su molte cose. Una di queste è il fatto che la maternità comporta intrinsecamente l'attesa.
Non si può correre, bisogna aspettare, essere pazienti, lasciare che la natura faccia il suo corso.
Così, giorno dopo giorno avvengono cambiamenti impercettibili dentro di me, che al momento giusto faranno si che il miracolo si compia ed una nuova vita venga alla luce.
Inutile correre, inutile sperare che il tempo passi in fretta.
La sola cosa da fare è attendere.
E durante l'attesa, la natura fa una magia: mi costringe a rallentare, ad adeguare i miei ritmi al mio corpo, che sembra non essere più mio ma che si è trasformato in un bozzolo all'interno del quale una creatura si sta formando.
Le nausee, la stanchezza, i piccoli fastidi che la gravidanza comporta hanno modificato il mio stile di vita, agevolata anche da un lavoro che, essendo a rischio ambientale, mi ha concesso il lusso di stare a casa fin da subito.
Quando si corre, presi dalla quotidianità, si ha quasi paura di rallentare, perché si teme di non avere il tempo di fare ciò che ci impone il nostro ruolo sociale, questa è una società in cui bisogna essere efficienti, eccellere, non si deve perdere tempo, perché il tempo è denaro.

Rallentare, invece, mi ha concesso il lusso di trovare il tempo per diventare introspettiva, ritrovare il mio vero io, nascosto dietro alla frenesia dell'essere ciò che chi altri si aspettano che io sia.
Rallentare mi ha permesso di godere di piccoli momenti preziosi che altrimenti sparirebbero nella corsa continua della vita moderna.
Ho ricominciato ad apprezzare il lusso di poter rimandare a dopo le cose da fare per poter gioire di una abbraccio del mio bambino, ho riscoperto la pace di una tazza di tisana bollente bevuta con calma, stringendola tra le mie mani guardando il vuoto presa dai miei pensieri.

Tra qualche mese tutta questa calma lascerà nuovamente il posto alla frenesia, lo so.
Un bimbo piccolo ti sconquassa, rivoluziona tutti gli equilibri e mette in discussione ogni tua certezza.
Ma credo che questo periodo di lentezza mi sia servito proprio a ricordarmi che non ci deve per forza essere fretta.
Si, ovviamente ci sono delle cose che vanno fatte con urgenza, non lo nego, ma il mio impegno per il futuro sarà sicuramente quello di non dimenticarmi quanto sia necessario, per il benessere della mia sanità mentale e per il benessere della mia famiglia, mantenere i giusti ritmi ed evitare di riempire le giornate di mille cose da fare, realizzate di corsa e in modo scadente.

Purtroppo ci siamo dimenticati che il tempo corre, non torna più indietro, se non cambiamo il nostro stile di vita frenetico rischiamo di restare sopraffatti e di perderci i momenti più importanti. Un sorriso, una parola gentile, un profumo, un suono... Tutte piccole cose impercettibili che se corriamo non coglieremo mai.

Perciò impariamo a perdere tempo, per vivere tempo di qualità, per crearci ricordi felici, che poi, nel tempo ci arricchiranno. Ricordi che, quando ci guarderemo indietro, ci faranno pensare: si, ne valeva la pena!

Commenti

  1. Leggo solo ora questo bellissimo post.
    Ciò che scrivi è un grande insegnamento. Peccato che il lavoro ed i ruolo sociali a volte proprio non consentano di rallentare, a meno di rinunciare al lavoro stesso o al guadagno che, ahimè, serve. Inoltre, quando rallento, a me prende l'angoscia di perdere occasioni preziose per fare ciò a cui tengo. Quindi aggiungerei: impariamo a rallentare, quando possiamo e ne sentiamo il bisogno, ma anche a prenderci tempo per ciò che amiamo veramente, che sia leggere o sorseggiare una tisana o correre fuori e arrampicare!

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