Nido, perché?

Ieri, dopo tanto tempo, ho incontrato degli amici ed ho avuto modo di conoscere la loro dolcissima bambina, creaturina di 5 mesi dagli occhi azzurro intensi.
Ovviamente, come tutte le mamme, si è parlato argomenti tipici della maternità: gravidanza, parto, allattamento, nanne, svezzamento... Incontrare un'altra mamma è il modo per potersi confrontare, rivivere momenti, rielaborarli anche in vista dell'esperienza di un'altra persona.

Ad un certo punto questa mia amica mi ha rivolto LA, anzi, LE fatidiche domande che capita mi vengano spesso poste: "ma non tieni a casa con te Polpetta, visto che sei in maternità? Senti, sei del settore, magari mi sai dire meglio cosa fare: quando torno al lavoro è meglio se lascio la bimba con la baby sitter o se la iscrivo al nido? Si ammalerà tanto?"

La cosa che mi sento di dire quando i genitori, che siano amici o persone che conosco poco, mi pongono queste domande, è che siamo noi genitori a sapere davvero cosa sia meglio per i nostri bambini. Io posso dare una mia opinione, ma resta un mio pensiero, non è la pura verità.

Io sono un'educatrice, credo nell'educazione, credo nell'importanza del nido.
Ci sono delle baby sitter formate, che hanno un bagaglio culturale e di esperienze immenso, persone splendide che si occupano al meglio dei bambini affidati loro. Io stessa ho lavorato come baby sitter in passato, ma ho provato sulla mia pelle quanto i bimbi, soprattutto quelli che passano le giornate a casa con la loro baby sitter, abbiano bisogno di stare coi gli altri bambini.

A volte le mamme non sono sicure che la scelta di affidare il loro bimbo al nido sia la migliore, perché sono un po' intimorite da ciò che comporta un inserimento al nido.
Frequentare un nido, per un bambino molto piccolo, significa dover costruire un legame affettivo significativo con una figura che dovrebbe sostituire quella materna per le ore in cui il bambino frequenta il nido. Ciò comporta una serie di dinamiche complesse a livello di emozioni.
Si tratta, per la mamma, separarsi dal suo Tesoro ed affidarlo ad una perfetta sconosciuta. Si tratta, per il bambino, di separarsi dalla figura affettiva più importante e sostituirla con una persona sconosciuta. Si tratta, per l'educatrice, di creare dei legami significativi sia con la mamma che con il bambino. È un passaggio molto delicato e complesso che comporta necessariamente il crearsi di un legame di fiducia reciproca, pena la non riuscita dell'inserimento.

Una volta superato lo scoglio dell'inserimento al nido, però, i vantaggi per il bambino e per la mamma sono notevoli.
Innanzitutto la mamma sa che lascerà il suo bambino in un luogo sicuro, dove il figlio avrà modo di fare esperienze che stimolano il suo sviluppo.
La vita al nido, infatti, non è lasciata al caso.
Ogni giorno è regolato da una routine, sempre uguale, per dare al bambino quella sicurezza necessaria a fargli vivere serenamente ogni momento della giornata. Una scansione sempre uguale dei vari momenti (saluto del mattino, merenda, cambio, attività, cambio, pranzo, cambio, nanna, cambio, merenda, ricongiungimento con la mamma) fa si che il bambino abbia la certezza che, poiché ogni momento si ripete ogni giorno, la sua mamma arriverà sempre, alla fine della giornata educativa.
Il momento delle attività non è lasciato al caso. Le educatrici non solo organizzano le attività quotidiane seguendo progetti educativi specifici volti a stimolare lo sviluppo del bambino, ma scelgono qual'è l'attività quotidiana più adatta al gruppo dei bambini osservando il gruppo. Ci sono giorni in cui è meglio dedicarsi ad un'attività di manipolazione, altri in cui è meglio dedicarsi ad attività motorie, giorni in cui i bambini manifestano la voglia di dedicarsi ad attività musicali o di lettura o giorni in cui i bimbi hanno bisogno di giocare liberamente.

Il vantaggio della vita al nido consta nel fatto che il gruppo dei bimbi è piccolino, 8/9 bambini per sezione. Ciò consente ai bambini socializzare nel piccolo gruppo e di relazionarsi non solo con l'educatrice ma anche con i coetanei. È risaputo infatti che i bambini piccoli imparano molto per imitazione e stare in contatto con altri bimbi permette di fare scoperte, apprendere comportamenti, o semplicemente di stare in compagnia con persone della propria età ed instaurare le prime relazioni di amicizia.
Altro punto a favore per il nido sta nel fatto che è stata accertata la correlazione tra la frequenza del nido ed il successo scolastico negli anni successivi.

I vantaggi del nido sono molteplici e si, il primo anno di nido il bambino si ammala parecchio. Ma ciò è fisiologico. È il primo vero ingresso in società. Se il bambino entrasse in società alla scuola dell'infanzia o alla primaria, comunque il primo anno sarebbe più soggetto a malattie, perché il sistema immunitario si deve formare. A casa, in un ambiente protetto, il bambino entra in contatto con meno malattie ed è più sano. Ci sono studi, però, che dimostrano che i bambini che hanno frequentato il nido, in futuro, si ammaleranno di meno perché il loro sistema immunitario è stato stimolato mentre erano piccoli.

Alla domanda "perché non tieni a casa con te Polpetta?" ho dato la seguente risposta:
Benché io adori stare con il mio bambino, lo scorso anno abbiamo iniziato con il suo nido un percorso educativo nel quale io e Marito crediamo fermamente. Il fatto che io sia a casa non è il motivo giusto per negargli l'occasione di vivere esperienze, quelle qui sopra elencate, che altrimenti a casa non potrebbe sperimentare. L'arrivo di un fratellino, inoltre, è un momento delicato. Polpetta, a parer mio, ha bisogno che la sua vita scorra in modo lineare, senza grandi scombussolamenti, ma il più regolare possibile per poter affrontare il grande cambiamento che vivremo in famiglia quando nascerà il Micronano.
Ci sono mattine, come oggi, in cui piange e si dispera perché non vuole andare al nido e protesta perché vorrebbe stare a casa con i suoi giochi, ma so che quando lo vado a prendere il pomeriggio, mi corre incontro felice perché ha passato una bellissima giornata e si è divertito tanto. E quando poi esce dal nido mano nella mano con la sua amichetta preferita mi si scioglie il cuore!

Commenti

  1. Il tuo post è completo, scritto in modo competente e con cognizione di causa, quindi non posso certo aggiungere qualche cosa io, che faccio tutt'altro mestiere.
    Posso, però, confermare con la mia esperienza di mamma di un bimbo ormai di tre anni e mezzo, che il nido è stata una esperienza bellissima, per lui e per noi genitori.
    Il legame con le maestre è stato forte e positivo, è servito a lui ma anche a me, che con loro ho pottuto confrontarmi con serenità, ricevere suggerimenti e aiuto nelle varie fasi di crescita del mio bimbo.
    Soprattutto, però, ho visto l'amore tra loro ed il mio bimbo e viceversa e, anche se qualche volta mi sono sentita un pò messa da parte, all'inizio, ho poi visto che si tratta di un legame diverso che arricchisce e nulla toglie alle madri.
    E poi stare con gli altri bambini, fare mille giochi ed esperienze che io mai in casa sarei stata in grado di proporre, imitare gli altri...tutto ha reso l'esperienza una crescita meravigliosa.
    Quindi...w il nido!!!

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  2. Io se potessi econimicamente manderei mia figlia al nido, si lo farei priprio. Quando porto mio figlio all'asilo privato ( nel blog capitete il perche') la piccola subito di fionda nella classe del nido e imcomincia a giocare. Io poiche' lavoro la lascio dai nonni ma credo che la soluzione migliore sia il nido x tutti i motivi che tu hai scritto.

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