La temutissima crisi da ambientamento



In questi giorni moltissime famiglie sono alle prese con il famigerato ambientamento, al nido o alla scuola dell'infanzia.
L'ambientamento è un percorso delicato, che accompagna il bambino e la famiglia dall'ambiente protetto ed affettivo di casa alla struttura nella quale si inserisce il bambino.
Benché non sia carino da leggere, ho scritto apposta struttura, anziché nido o scuola dell'infanzia, perché comunque per il bambino è il passaggio ad un luogo in cui ci sono routines e regole codificate, persone nuove e spazi sconosciuti.

Non parlerò di come avviene un ambientamento, perché educatrici ed insegnati ne hanno già parlato con competenza con i genitori, ma parlerò di ciò che consegue ad un ambientamento, di quella reazione dei bambini che disorienta e mette in crisi la famiglia: la crisi d'ambientamento.

Il bambino piange perché il distacco dalla mamma è un momento delicato, deve capire che può sopravvivere anche senza di lei. Se il bambino è ancora piccolo e non ha raggiunto la permanenza dell'oggetto deve capire che la mamma non smette di esistere quando esce dalla porta, ma che esiste comunque, in un altro luogo separato da lui.

Il bambino deve imparare a fidarsi di adulti che non ha mai visto in vita sua: voi sareste in grado di affidarvi totalmente alle cure di una persona che non avete mai visto prima senza averla precedentemente conosciuta?

Un'altra cosa che destabilizza il bambino è il fatto di dover condividere le figure di riferimento con bambini che non ha mai visto. A casa sono tutti a sua disposizione immediatamente, al nido non subito, come vorrebbe lui.

Infine, le regole e le routines sono differenti da quelle di casa ed è dura adattarsi. La carne al fuoco è davvero tanta, non è scontato che il bambino si adatti subito.

Come si manifesta la crisi di ambientamento?

Ci sono diverse reazioni da parte dei bambini, ogni bambino è a sè ed ha modalità diverse di esprimere le sue emozioni.

Il modo più comune è il pianto. Il bambino può piangere a casa, per strada, mentre va all'asilo, al momento del saluto con la mamma. Per un genitore è straziante, perché il pianto attiva moltissime emozioni e sentimenti ancestrali che erano sopiti in lui.

Come gestire un bambino che piange all'ingresso al nido? 


Con la fiducia.
Benché sia difficile, bisogna ricordarsi le motivazioni positive per cui abbiamo deciso di mandare il nostro bambino al nido o alla scuola dell'infanzia, cercare di fidarsi della struttura e delle educatrici ed insegnanti. In effetti alcuni fatti di cronaca e la pubblicità mediatica non hanno giovato alla figura dell'educatrice e dell'insegnante, ma non bisogna fare di ogni erba un fascio. Terminato l'ambientamento sarà la serenità dei vostri bambini l'indicatore della professionalità delle educatrici.
La fiducia è fondamentale, perché senza di essa il bambino, che percepisce l'insicurezza della mamma, non si sentirà autorizzato a fidarsi pure lui delle educatrici e non riuscirà a rilassarsi e ad ambientarsi.

Fondamentale è anche il modo in cui si saluta il proprio bambino.
Più volte ho visto mamme salutare il proprio bambino, tentennare, salutarlo ancora, tentennare di nuovo in un tira e molla che destabilizza il bambino, che non riesce più a salutare la mamma perché non sa se se ne andrà davvero oppure no.
Basta un saluto fatto bene, con un bel bacione, un abbraccio, una coccola, ma che sia deciso.

Altra cosa da evitare assolutamente è andar via senza salutare.

MAMME, SALUTATE SEMPRE I VOSTRI BAMBINI!

Andarsene di nascosto non solo è mancanza di rispetto nei confronti del bambino, ma anche il modo per rendere insicuro il proprio figlio,perché  accorgendosi che non ci siete più si sentirà abbandonato da colei che è il centro del suo mondo, la mamma.

Importante è pure la positività: più positivi siete, più per il bambino sarà facile ambientarsi.

Non sempre il pianto disperato di un bambino in ambientamento è qualcosa di negativo: il pianto è un modo per esternare emozioni forti. Più il bambino le butta fuori meglio starà poi. Per esperienza personale, gli ambientamenti con i pianti più disperati sono quelli che hanno permesso ai bambini di stare meglio al nido.

Oltre al pianto ci sono altri modi in cui i bambini esprimono la loro crisi di ambientamento. Non è detto che un bambino debba necessariamente piangere. Ecco alcune modalità con cui il bambino manifesta la crisi:

-attaccamento morboso ad uno o entrambi i genitori;
-attaccamento morboso ad un nonno o una zia, che magari era una figura affettiva molto presente prima dell'inserimento;
-difficoltà nell'addormentamento o modifica dei ritmi del sonno;
-rifiuto del cibo a casa o al nido;
-un comportamento che potrebbe sembrare particolarmente "capriccioso".

Come comportarsi nel caso in cui si manifestino questi "sintomi" legati alla crisi da ambientamento?

-Armarsi di santa pazienza, rassicurare i propri bambini dando loro l'affetto e le coccole di cui hanno bisogno.
-Se il bambino non mangia, non farsi prendere dall'ansia. I bambini non si lasciano morire di fame, prima o poi mangeranno, o a casa la sera o, nel caso in cui non mangino a casa, mangeranno al nido o alla scuola dell'infanzia.
-Mantenere le regole di casa, poche, chiare e ferme, perché le regole contengono e danno sicurezza
-Far si che il proprio bambino si riposi adeguatamente, perché i bambini troppo stanchi faticano ad affrontare le giornate al nido.
-Infine, non perdere la speranza: prima o poi l'inserimento finirà e passerà anche la crisi e l'avventura al nido o alla scuola dell'infanzia sarà una bellissima esperienza che arricchirà tutti, bambino e genitori!

E voi? Avete affrontato la crisi da ambientamento? Che strategie avete adottato?

Commenti

  1. Non siamo ancora a casa insieme per ora, ma leggo volentieri un post come questo perché mi rassicura e penso che sia importante prepararsi psicologicamente per quel giorno, quando sarà...

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  2. Bravissima! Quel tentennare di mamme è più destabilizzante del distacco in se !!! Il cuore di mamma certo che soffre, il nostro piccolo si allontana da chi lo ha generato ma sicuramente si rafforza se riceve il sorriso più bello della giornata : quello del figlio che torna a casa stanco ma sereno e appagato!

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  3. Il più bel sorriso? Quello di nostro figlio appagato dopo una giornata di asilo ricca di entusiasmo! No alle mamme che generano insicurezza con i propri tentennamenti i primi giorni ma sguardo fiero del proprio figlio ke inizia un nuovo percorso di crescita e di vita!!!

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  4. I miei bambini di ambientamenti ne hanno subiti diversi, ma con il nostro supporto e affetto ce l'hanno fatta ogni volta senza troppe crisi. Il tentennare delle madri è distruttivo per loro, io e mio marito siamo sempre stati molto decisi e positivi ad ogni nuova realtà e loro lo hanno percepito.
    Anche questa volta è andata bene, ma ora che sono più grandi è un po' più facile.

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