Cose che mi ha insegnato la maternità



Diventare mamma mi ha fatto rinascere come persona e rimettere in discussione molte cose di me che davo per certe. Mi ha rigirata come un calzino, messa alla prova, distrutta e ricostruita.
Se guardo indietro la me stessa senza figli, vedo una persona totalmente diversa.
Ma cosa mi ha insegnato la maternità?

Innanzitutto la gravidanza mi ha insegnato a prendermi cura del mio corpo e di me stessa, ad amarmi per quello che sono. Per nove mesi sei un "figlio-abito", lo culli dentro di te e gli permetti di crescere. Più ti prendi cura di te stessa, più il Micronano nella pancia cresce sano e forte. Per questi motivi ho cercato di mangiare sano, riposare, curare il mio corpo con coccole e movimento, il tutto compatibilmente con le mie condizioni fisiche. Nove mesi per ripensare a chi sei, a cosa stai facendo e alla creatura che sta arrivando. Pensieri profondi, che ti rimettono in discussione e ti cambiano.

La maternità mi ha insegnato quanto posso essere forte.
Il parto è un evento grossissimo, un qualcosa che trascende l'immaginazione di chi non lo prova. Il tuo corpo apre quella che, mentre aspettavo Pulcino, Polpetta ed io chiamavamo la "porticina speciale da cui escono i bambini per arrivare da noi". Molto poetico, a parole, nei fatti è un evento che ti sconvolge, ti lascia anche un po' traumatizzata, quando tutto è finito.
Il fortissimo dolore del travaglio, la sensazione di "aprirti in due come una cozza", come ho urlato come una forsennata mentre nasceva Polpetta con parto naturale. La sensazione di un qualcosa che sta arrivando al mondo passando attraverso di te, un po' più ovattata quando con Pulcino ho scelto l'epidurale.

La maternità ti fa sentire potente. Potente non solo perché hai messo al mondo un figlio, ma anche perché cresce bevendo il tuo latte, il tuo latte. Che miracolo! A volte mi soffermo a pensare alla magia della natura. Pulcino e Polpetta, attaccandosi a me e ciucciando sono diventati grandi, solo perché io li nutrivo con il cuore e con il latte.

La maternità ti insegna davvero cosa sia la resilienza. Devi imparare ad adattarti alle situazioni, a ciò che non puoi prevedere. 
Stai facendo un lavoro e devi interromperlo, perché il tuo bambino ha bisogno di te. Più sono piccoli, più non puoi rimandare perché i loro bisogni sono impellenti. Perciò strutturi il tuo tempo e lo destrutturi in continuazione, adattandolo alle esigenze dei tuoi figli.

Maternità significa anche far conto sulla tua forza fisica.
Notti insonni ad allattare o curare i tuoi bambini non inficiano la tua capacità di affrontare la giornata, perché non hai scelta. Tu hai sonno, i tuoi figli no. Le cose da fare ci sono lo stesso. Per cui vai avanti e ti stupisci della tua forza fisica. 

Essere mamme tonifica un sacco di muscoli: braccia, pettorali, gambe... Tutto il tuo corpo è impegnato nella cura dei tuoi bambini!

La maternità mi ha insegnato a modificare il mio punto di vista.
Ora cerco il più possibile di osservare con gli occhi di un bambino.
Questo mi permette di scegliere con Marito quali attività possiamo fare con la nostra famiglia, coniugando le nostre esigenze e quelle di due figli piccoli.
Niente più notti brave con gli amici, niente cinema mentre allatti, ma tanti pomeriggi passati ad osservare la natura, a stupirti per le leggi della fisica aspettando il mulinello che si forma quando togli il tappo alla vasca da bagno.

La maternità mi ha insegnato che non mi devo dimenticare di me stessa, perché una mamma che si annulla per i figli non è più feconda. Più curo me, più curo in modo amorevole loro, perché prendersi cura dei figli svuota, e prendersi cura di sè arricchisce e compensa, permettendoti di darti a loro al meglio.

Essere mamma mi ha insegnato che dire quello che si prova per l'altro è fondamentale. Mi ha insegnato come le nostre emozioni siano importanti, piacevoli o spiacevoli che siano, vanno espresse e verbalizzate, ma sempre in modo positivo, cercando di canalizzare le emozioni in modo costruttivo.

La maternità mi ha insegnato che la pazienza che si deve portare è infinita.
Si, a volte la perdo, ma col tempo ho imparato a ritrovarla e ad ironizzare su ciò che accade.

La maternità mi ha insegnato ad osservare ciò che accade nelle dinamiche famigliari per poter interpretare i messaggi che cercano di mandarci i nostri figli. A capire che un capriccio manifesta un bisogno e ad individuare quale.

La maternità mi ha insegnato a rallentare.
Il tempo scorre inesorabile. Se rallentiamo e ci godiamo il tempo insieme ci creeremo ricordi speciali di momenti magici.

La maternità mi ha insegnato che  si, con i bimbi piccoli è tutto più complicato, ci metti il quadruplo del tempo a fare ogni cosa. Quando esci di casa sembri un profugo, con tutte le cose che devi portare con te.
Ma mi ha insegnato che non serve farmi prendere dall'ansia. Che se respiro a fondo e penso con calma riesco a superare ogni situazione. Che benché tutto sia più laborioso, la soluzione si trova sempre.

La maternità mi ha insegnato che, anche se la responsabilità di crescer i figli è immensa, il modo in cui ti arricchisce e ti rende una persona migliore è magico.
Mi ha insegnato che ora che ho figli nulla è più come prima, ma benché io sia stanca, affaticata, brami del tempo per me, non tornerei indietro per nulla al mondo perché ho scoperto un amore infinito, incondizionato, in modo di essere a cui non potrei rinunciare per nulla al mondo!

Commenti

  1. E' incredibile quanto si possa cambiare diventando mamme, che opportunità che ci porta questa esperienza travolgente... e hai ragione quando parli di fecondità, una dimensione che deve proseguire oltre il parto

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  2. Nasciamo due volte noi mamme e guardiamo indietro a volte, pensando quanto sia decisamente migliore la Vita da quando sono nati i nostri figli!

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  3. Quanta verità! Mi è servito leggere questo post, molto bello. una domanda sola se permetti: cosa intendi quando scrivi "una mamma che si annulla per i figli non è più feconda". Ciao!

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    1. Mi è capitato di confrontarmi con una mamma che dava tutta sè stessa ai figli, alla casa, al marito, ma non aveva un attimo per sè stessa. Si era annullata in tutto e per tutto, nessuno la supportava. Si era persa e non aveva alcun momento per coltivare sè stessa. Era esaurita, stanca, nervosa, frustrata. Piangeva perché dava tantissimo ma non riceveva nulla che la facesse stare bene in cambio.
      Questa situazione la stressava molto. I bambini respiravano il suo stress e lei faticava a gestirli perché non erano sereni.
      La relazione non era feconda. Era improntata su pianti e messaggi con cui i bimbi cercavano una mamma serena, ed una mamma stressata che non sapeva dove sbattere la testa.
      Quando finalmente il marito ha capito cosa stesse succedendo le dinamiche familiari sono cambiate. La madre si è rilassata, sentita amata, cercata, compresa apprezzata. È rinata e con lei i bimbi, che si sono calmati e sono tornati sereni.
      Ecco cosa intendo per una madre che non è più feconda: perde la fecondità delle relazioni.
      Spero di essermi spiegata, ma se vuoi, se la pensi diversamente, ci possiamo confrontare. Un confronto costruttivo arricchisce sempre!
      Grazie mille per la tua domanda!

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    2. Grazie per la risposta, sei stata gentilissima e che dire...mi è servita molto per rifletterci su...in pieno accordo su tutta la linea!

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    3. Il problema è quando la persona che hai accanto non capisce.. e tu i figli lo devi crescere comunque.

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    4. Purtroppo è vero. A volte l'altra persona non capisce e lascia tutte le responsabilità sulle spalle del partner. Ma i figli si fanno in due ed è responsabilità di entrambi i genitori prendersene cura!

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  4. Bellissimo post. La maternità e' stata una seconda nascita per me...esperienza unica che mi trasforma giorno dopo giorno...

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  5. Vero, verissimo!! Mi piacerebbe tanto rinascere mamma ancora una volta, perché per so che ogni figlio ci cambi, ci lasci diverse, anche se il cambiamento maggiore e' forse al primo figlio. Speriamo che l'anno nuovo assecondi questo desiderio!
    hai ragione sulla questione del non annullarsi e del prendersi cura di se', condivido in toto.

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