#ceravamotantoamati: acqua in bocca e compatirsi




Quando nascono dei figli la coppia finisce.
Sembra una frase catastrofica, ma in realtà è vera. Non si è più in due: si diventa un terzetto, un quartetto e via dicendo...

Ci si ama, si decide di passare il resto della vita insieme e ci si sposa o si va a convivere per tutta la vita o quello che è. Fatto sta che si decide di stare insieme per sempre, o per lo meno finché giunga la morte, della coppia o del coniuge.
Noi abbiamo scelto di convivere per un po' e quindi di sposarci. 
Ricordo ancora con la pelle d'oca ed il cuore che batte il momento in cui Marito mi ha chiesto di sposarlo, in riva all'Adige, nel nostro posto speciale: sono passati anni eppure il pensiero mi emoziona ancora.

Quando siamo stati dai rispettivi nonni a dire che, dopo una convivenza di pochi mesi avevamo deciso di sposarci, Marito ed io abbiamo ricevuto dei saggi consigli sul segreto di un buon matrimonio. 

La nonna di Marito diceva che i coniugi devono compatirsi, ovvero sapersi mettere gli uni nei panni degli altri. Ricordo che quella frase mi aveva tanto colpita. Al lavoro era il periodo in cui facevamo supervisione con una psicologa che lavorava con noi educatori facendo la drammatizzazione dei casi. Ognuno esponeva la sua storia e la drammatizzava, aiutato dagli altri, e poi usciva dalla scena, si sedeva ad osservarla mentre un collega sostituiva l'educatore di turno e l'episodio, magicamente, assumeva una prospettiva diversa. Ecco. Per me compatirsi è diventato cercare di mettermi nei panni di Marito. Non sempre facile, eh, quando ci si arrabbia e sale l'embolo, ma davvero molto utile. Credo che questo consiglio sia davvero saggio: se cambio prospettiva capisco il suo punto di vista e le discussioni sono molto più brevi.

Quando siamo stati dai miei nonni anche loro mi hanno confidato il segreto di un buon matrimonio. Rivedo ancora mio nonno seduto sulla sua sedia accanto alla finestra che,  con sguardo ammiccante ed un mezzo sorrisetto, diceva, con il suo italiano stentato ed il suo accento ucraino: "sai qual'è il segreto per buon matrimonio? Se tuo marito ti fa arrabbiare riempi la bocca di acqua ed esci dalla stanza." 

Subito non capivo il suo consiglio.
Io sono una che quando si arrabbia tende a sbottare e vomitare tutto quello che pensa, senza filtri e senza pensare.
Solo con il tempo ho imparato.
Ho capito che quando la rabbia mi assale devo respirare, pensare, ragionare. Mettermi nei panni di Marito e capirlo. Poi posso reagire e scegliere le parole con cui confrontarmi. Riempirsi la bocca di acqua significa riflettere prima di parlare.
Mi ci è voluto del tempo,  non è stato immediato e tutt'ora sto camminando per migliorarmi, ma il consiglio di mio nonno è stato davvero prezioso.

Ho sempre ammirato i miei nonni: una giovane veronese emigrata in Inghilterra per trovare lavoro nel secondo dopoguerra che si è innamorata di un ucraino e, nonostante inizialmente il problema della lingua fosse grande, si sono sposati ed amati per tutta la vita, fino alla fine. Ed hanno  avuto quattro figli.

Per i miei nonni i figli non sono stati la tomba del matrimonio come dice qualcuno.

E perché?
Perché si sono sempre rispettati, perché se litigavano facevano subito la pace, perché non si fermavano sulle loro posizioni, ma, come diceva la nonna di Marito, si compativano e trovavano il compromesso.

Il loro matrimonio era così perfetto, si amavano così tanto che aspiro ad un matrimonio bello come il loro.
E faccio di tutto perché quello mio e di Marito lo sia.

Si, i figli hanno cambiato gli equilibri, ma il matrimonio muore non se arrivano i figli, ma se la coppia non affronta il cambiamento con resilienza, ovvero la capacità di adattarsi ai cambiamenti. 
Avere bimbi piccoli non è una passeggiata. Ci sono giorni in cui la sera, quando finalmente potremmo avere del tempo per noi, dormiamo esausti sul divano.
Eppure, nonostante la stanchezza e l'impegno profuso nella cura dei figli e della casa, cerchiamo di prenderci cura l'uno dell'altra, ci aiutiamo, ci confrontiamo, ci supportiamo. 

E negli anni abbiamo lavorato su noi stessi e sulla nostra coppia perché potesse essere il più solida possibile.
Abbiamo affrontato tante difficoltà, ma ci siamo messi in gioco ed abbiamo cercato in tutti i modi di smussare gli angoli, di collaborare, di amarci e di fare squadra.
La cosa meravigliosa è che ci stiamo riuscendo.
Capita di bisticciare, ma non andiamo mai a letto arrabbiati (lo dice anche il papa che non si fa...).
Cerchiamo di riappacificarci sempre, anche se magari non siamo ancora del tutto sereni. Personalmente non riesco a dormire se non abbiamo fatto pace, perché continuo a rimuginare sul litigio. Quando fai pace, invece, tracci una linea tra ciò che è accaduto ed il presente e sei in grado di guardare avanti, di imparare dal litigio e ricominciare.

Per fortuna non litighiamo spesso e mai per cose gravi.

Ma la cosa che ci aiuta di più credo che sia il nostro gioco delle cose belle, il raccontarsi la sera le tre cose belle della giornata: un modo per parlarci, capirci ed amarci ancora di più. Perché raccontandoci le cose belle vissute nella giornata raccontiamo parte del nostro vissuto e, anche se siamo stati separati durante il giorno, è un modo per condividere dei momenti di vita. Io rivivo la giornata nei panni di marito e lui nei miei.


Se penso a com'era la nostra coppia il giorno del nostro matrimonio ed a com'è ora, sento che è cambiata. È più matura, abbiamo smussato gli angoli, affrontato momenti felici e momenti difficili. Ma sempre tenendoci per mano, insieme, supportandoci e sopportandoci a vicenda. 
Non riesco ad immaginare la mia vita senza Marito, non riesco ad immaginare la mia vita senza il nostro amore. E nemmeno senza i nostri figli.

Questo post aderisce al tema del mese delle Stormoms 

Commenti

  1. La coppia con l'arrivo dei figli non penso finisca, ma credo che si evolva in un qualcosa di ancora più speciale. Si diventa più uniti anche se i momenti per stare soli diventano quasi inesistenti. Credo che se ci si amava molto prima dell'arrivo dei figli quell'amore non svanisca con l'avvento della prole. Se invece la coppia non era solida prima allora, beh la cosa diventa molto molto complicata.
    Un abbraccio,
    Angi

    www.mammatoday.com

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  2. Bellino il gioco di raccontarsi le cose più belle della giornata. Noi lo facciamo la sera a cena con i bimbi ma dovremmo farlo anche senza di loro.
    Grazie!
    Baci.
    Ketty

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