Il significato di esser mamma: le parole di Giulia




Oggi, per l'appuntamento del venerdì con la rubrica "Il significato di essere mamma" ospito Giulia, in arte Mammavvocato, una mamma molto profonda e riflessiva, il cui blog mi fa sempre sognare per la bellezza della sue foto e dei luoghi che descrive.

Ecco qui cosa significa per lei essere mamma:


"Cara Silvia,
è passato tanto tempo da quando mi hai chiesto di rispondere alle tue domande sul "significato di essere mamma".
Fin da subito ho avuto voglia di risponderti ma ho faticato a trovare le parole.
Questo perchè le tue domande, che pure sembrano semplici ed immediate, per me non hanno una risposta altrettanto semplice.
Perchè? Perchè hanno a che fare con i sentimenti, le emozioni e le responsabilità più intense della mia vita!
Inoltre, in questo periodo ho dovuto interrogarmi molto sulla forza del mio desiderio di maternità e su quanto contasse per me e non è stato affatto facile guardarsi dentro.
Ho letto, riflettuto, ascoltato ed osservato ed alla fine credo di poter dire che  per me la maternità  è  una parte di me, la parte più bella.
La parte creativa, la parte che desidera lasciare una traccia del suo passaggio, che desidera migliorarlo attraverso una persona migliore di tutti, migliore soprattutto dei suoi genitori, che sente l'esigenza di amare senza se e senza ma, la parte che pensa che l'unico scopo della vita sia viverla intensamente e regalare ad altri la possibilità di farlo, la parte che soffoca la paura, la parte che crede nella giustizia, la parte che vede la bellezza di questo nostro mondo e non può concepire di non mostrarla anche ad un altro essere umano, che vuole condividerla con chi ama e.. chi più di un figlio?

Nostro figlio è stato cercato, voluto, desiderato fin da quando io e l'Alpmarito ci siamo conosciuti perchè entrambi sapevamo di voler diventare genitori, sentivamo di voler provare a crescere un altra persona che fosse una parte di noi ma anche diversa da noi.
Certo, prima abbiamo voluto finire di studiare, sposarci, aspettare che io dessi l'esame di Stato e iniziassi a esercitare la professione, avere qualche soldino da parte persone  non dover chiedere aiuto e un tetto sopra la testa, anche se piccolo!
E quando infine ci è parso il momento e, soprattutto, sentivo di non poterne più a fare meno, è iniziata la ricerca. Non è stato immediato, ma alla fine il ricciolino è arrivato!
Ora nella mia testa e nel mio cuore c'è un fratellino/sorellina che ancora non arriva e per il/la quale ci stiamo mettendo in gioco più di quanto avremmo immaginato, non senza fatica fisica e mentale.
Eppure, io so che ne varrà la pena, comunque vada.
Diventare madre è quindi stata una scelta, nel mio caso, ed una scelta "facile" da prendere.
Il difficile è arrivato dopo, con il passaggio brusco da giornate piene trascorse fuori casa, tra lavoro e sport, dalle 07,30 del mattino alle 07,30 di sera, sempre a contatto con adulti e fine settimana rigorosamente fuori casa, tra amici, sport e natura, ad un mondo con ritmi disumani ma imprevidibili, in un paesino che non sentivo ancora casa mia, senza amiche con figli vicini, alle prese solo con le incombenze pratiche determinate dalla presenza di un neonato, un corpo che non riconoscevo più come il mio e, soprattutto, il senso di stanchezza ed isolamento.
Per fortuna, però, tra la scoperta dei blog di mamme, le passeggiate quotidiane all'aperto (anche sotto la neve, visto che era pieno inverno), l'aiuto di mia madre e, soprattutto, l'abbandono dell'allattamento al seno, nel quale mi ero intestardita con esiti disastrosi sia per me che per il ricciolino, ho preso un nuovo ritmo, ricominciato a lavorare con meno corse contro il tempo e ritrovato il buon umore.
Sono una madre tutt'altro che perfetta e vivo la maternità come fondamentale ma non totalizzante.
In altre parole, diventare mamma non ha coinciso, per me (ma lo stesso vale per mio marito), con l'abbandono di lavoro, hobby, sport, amici e interessi.
La lista delle mie priorità però è cambiata, come è normale che sia, ed il ruolo preminente lo ha assunto il benessere di mio figlio ed il nostro stare insieme, eppure sono e rimango anche donna, avvocato, sportiva, lettrice accanita, viaggiatrice, moglie e amica, in ordine variabile!
Ovviamente, con un bel bagaglio di sensi di colpa, sempre e comunque.
Mi rendo conto spesso di essere un genitore abbastanza rigido nel dettare regole e pretenderne il rispetto: non sono il tipo che concede palloncini o giostre ad ogni festa di paese (anzi, neppure ad una), non cedo ai capricci, non transigo su alcune questioni alimentari ed educative, i miei "no" rimangono "no" ecc.
In compenso, non si può dire che non abbondi con coccole, baci, letture e giochi insieme o che non dia sufficiente spazio al dialogo, visto che per me il contatto fisico è molto importante, così come l'espressione verbale!
Penso di essere abbastanza ansiosa, anche se osservando gli amici e conoscenti con figli piccoli mi accorgo che, in realtà, se non posso dirmi "rilassata" non raggiungo neppure vette di preoccupazione particolari e mi mantengo abbondantemente "sotto la media" della cerchia delle persone che frequentiamo....c'è da dire, però, che io devo anche compensare mio marito, che non vede pericoli praticamente da nessuna parte (con la sola eccezione del seggiolino sulla bici da adulto, tanto che non me lo ha mai fatto neppure montare per il ricciolino, dei fulmini e dei torrenti, con una sorta di fobia che non mi spiego).
Ciò che mi pesa della genitorialià non è tanto il minor tempo libero e neppure i pur presenti, e cronici, problemi di conciliazione famiglia-lavoro, nè il rapporto con le altre madri o gli stereotipi sul ruolo della donna, che pure spesso costituiscono un grave condizionamento.
E' il senso della responsabilità della sua crescita, della sua salute, della sua educazione: la consapevolezza che spetta a me proteggerlo, guidarlo senza soffocarlo e, soprattutto, cercare di porre le basi perchè da grande sappia affrontare la vita ed essere felice, nonchè impegnarmi per fare una persona buona e un cittadino educato e rispettoso come quelli con cui vorrei sempre vivere.
Una responsabilità che mi riempie di orgoglio e, nello stesso tempo, di timore.
Perchè essere mamma è un'emozione indescrivibile che perdura nel tempo.

Ecco, non ho rispettato l'ordine delle tue domande e ho scritto a ruola libera ma penso di averti risposto, giusto Silvia?!
Ti ringrazio tanto per questa possibilità di parlare di un argomento che sta così a cuore a tutte noi nel tuo spazio privato!!!"

E tu che mi leggi, cos'è per te la maternità o, se sei un padre, la paternità?
Come vivi la tua genitorialità?
Come è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?
Cos'ha comportato per te fare questa scelta?
Hai voglia di raccontarmelo?
Scrivimi alla mail Fiorellinosn@gmail.com!
Sarò felice di condividere qui sul blog la tua storia

Se ti sei perso le puntate delle scorse settimane, corri a leggere l'esperienza di:

Federica




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