I diritti naturali dei bambini: il diritto al silenzio






Quando abitavo a casa con i miei genitori, in città, si dormiva con le finestre chiuse sia d'inverno che d'estate, perché abitavamo sopra ad un'azienda che lavorava giorno e notte ed il rumore prodotto dai macchinari era fastidioso, per cui non si riusciva a dormire.

Da quando abito in campagna trovo meraviglioso, l'estate, addormentarmi con le finestre aperte cullata dal canto dei grilli ed il gracidare delle rane e svegliarmi la mattina con il canto delle rondini ed il frinire delle cicale.

"Mamma, com'è il silenzio?"
Questa è una delle strane domande che Polpetta mi ha posto un paio di volte. 
Non credo di aver mai sentito il silenzio.
La volta che ho sentito una mancanza di suoni simile al silenzio, è stato mentre scesa dal mio dromedario, mi sono seduta sulla sabbia arancione del deserto del Sahara, quando sono stata in viaggio in Tunisia con la mia famiglia. Avevo una ventina di anni e lo strano silenzio del deserto, seppur interrotto dalle voci  lontane dei turisti, mi aveva colpita.

I nostri bambini sanno vivere il silenzio?
Polpetta è un gran chiacchierone, non sempre sta in silenzio, ma a volte lo assapora. Ci sono momenti in cui chiede di stare in silenzio perché deve pensare.

Uno dei diritti naturali dei bambini, infatti, è il diritto al silenzio.
È un diritto al quale raramente facciamo caso, ma in effetti siamo talmente bombardati dagli stimoli sonori che è raro stare effettivamente in silenzio.

Eppure, la mancanza di suoni provenienti da televisioni, radio, stereo, cellulari, elettrodomestici, permette ai bambini di raffinare il senso del l'udito e far caso ai suoni della natura, quelli che diamo per scontati. Perché, in fondo, esiste davvero il silenzio?

Fin da quando sono nella pancia della mamma i bambini percepiscono suoni: la musica prodotta dal corpo della mamma (il sangue che scorre nelle vene, i polmoni che si riempiono e si svuotano, il battere ritmico del cuore, la voce della mamma...) ed i suoni provenienti dall'esterno, seppur attutiti dal liquido amniotico, giungono alle orecchie del feto e creano memorie sonore e tattili.

Non esiste il vero silenzio inteso come assenza totale di suoni, ma il diritto dei bambini al silenzio può essere inteso come educazione all’ascolto silenzioso.
Educazione all'ascolto dei suoni della natura, educazione all'ascolto delle parole, educazione all'ascolto di sè stessi, del proprio respiro, per essere consapevoli di ciò che ci circonda e ciò che siamo.

Spegnendo tutto ciò che ci bombarda di stimoli rumorosi e sonori, possiamo, insieme ai nostri bambini ascoltare quello che solitamente non percepiamo.

Quando andiamo a fare la passeggiata dietro casa, a trovare le mucche, amo ascoltare con i miei bambini il suono delle ruote della bicicletta di Polpetta che corrono sulla stradina ed il  suono delle ruote del passeggino di Pulcino. Resto rapita dal suono delle foglie mosse dal vento quando raggiungiamo il boschetto di pioppi. Ci avviciniamo alle stalle e sentiamo i suoni prodotti dalle mucche ed i loro muggiti.

Qui in montagna abbiamo fatto una passeggiata fino ad un punto panoramico da cui potevamo ammirare il Carega e da cui è possibile udire l'eco. Polpetta è affascinato dall'eco ed ha trascorso alcuni minuti urlando ed ascoltando rapito la sua voce rimbalzare per la vallata.
Sul sentiero camminavamo parlando sottovoce.
Il rispettare il silenzio dei monti ci ha ripagati, perché siamo riusciti ad ammirare una marmotta. Era una sentinella che non si sentiva minacciata dalla nostra presenza e che ha trascorso parecchio tempo a crogiolarsi al sole.
Ripresa la nostra camminata, poi, ascoltavamo il suono prodotto dalle mucche al pascolo, il vento sui prati ed i fischi delle marmotte che venivano disturbati dai turisti.

Avremmo sentito tutti questi suoni se non avessimo rispettato il diritto al silenzio? 
Assolutamente no.
Ecco perché credo che trascorrere dei momenti insieme, senza parlare, senza interferenze sonore, solo accompagnati dal suono del nostro respiro e dal battere dei nostri cuori ci avvicini ai nostri bambini e ci regali esperienze impagabili, soprattutto quando siamo immersi nella natura.

Commenti

  1. I miei bambini per esempio non ci i escono proprio. Anzi, quando noi chiediamo soprattutto alle quasi treenne di stare un po' in silenzio lei ci risponde: Shhh che sto parlando 😳😳😳
    Io invece adoro il silenzio, e' sempre nel silenzio che si hanno le risposte migliori

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  2. È' proprio vero Silvia, non siamo più abituati al silenzio e ce ne sarebbe tanto bisogno! Ricordo le passeggiate in montagna l'anno scorso, l'emozione del sentire l'eco e ascoltare i grilli in silenzio, appunto. È impagabile e ne sento tanto la necessità. E hai ragione, e' anche un diritto dei bambini, dovremmo essere noi ad insegnaglielo e a cercarlo. Grazie Silvia per questa tua riflessione, un abbraccio!

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  3. adoro la dimensione del silenzio... ed è bellissimo che tu la faccia scoprire ai tuoi piccoli

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  4. Che bello. Ogni tanto mi fai esplorare sfumature delle relazioni con i figli. Questo del silenzio non l'avevo mai pensata. Eppure è importante. Noi non abbiamo la fortuna di vivere lontano dalla città. Viviamo in periferia, in un luogo molto silenzioso se non fosse dal suono del campanile e da quello del treno che ci passa a pochi metri. Quelli però sono suoni che piacciono e che non sono perenni. Quello che ci disturba di più sono i rumori del cantiere della metropolitana... purtroppo, con quelli, i momenti di sano silenzio, si possono vivere solo il fine settimana.

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