Tempo di ambientamenti: e le mamme chi le consola?



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L'altro giorno, mentre accompagnavo Polpetta a scuola ho incontrato una mamma la cui bambina piccola frequenterà lo stesso nido di Pulcino. Aveva appena lasciato la sua bimba grande in sezione e la figlia piangeva disperata.
Lei, donna graziosa con la figlia piccola in braccio, era davvero preoccupata: aveva un sacco di emozioni scritte sul volto. Sensi di colpa, tristezza, nostalgia, dispiacere...

Ci siamo fermate a chiacchierare un pochino in corridoio. L'ho rassicurata. "Tranquilla, le ho detto, vedrai che entro cinque minuti smetterà di piangere."  E così è stato. Così si mi ha fatto alcune domande, le cui risposte sono servite a capire alcune dinamiche dell'ambientamento e della gelosia tra fratelli e che l'hanno aiutata a rasserenarsi. Sperava che avremmo fatto l'ambientamento dei nostri figli insieme, per farci coraggio, ma Pulcino ha già iniziato il suo, purtroppo. Così l'ho incoraggiata e le ho detto che sarebbe andato tutto bene. Da allora saluta con un bel sorriso amichevole me e Marito tutte le mattine.

Tante parole si spendono per l'ambientamento dei bambini, ma quante volte vengono supportate anche le mamme? A volte le mamme pensano di essere sole, si sentono in colpa per i sentimenti che provano, non si sentono autorizzate ad esprimere le loro debolezze ed i loro sentimenti.
Se ci pensiamo bene, in effetti, durante un ambientamento la separazione non coinvolge solo il bimbo presente in sezione, ma anche la mamma.

Che la frequenza del nido sia una scelta o meno, che l'ingresso alla scuola dell'infanzia sia un momento a cui ci si è preparati, il momento della separazione è un momento molto forte.

Una madre deve essere forte per sè e per il suo bambino ed affrontare l'ambientamento dandogli sicurezza, infondendogli fiducia, supportandolo nelle sue crisi da ambientamento...

Ma le mamme, chi le supporta? Chi le autorizza a provare i sentimenti contrastanti legati alla separazione?

Quando la scuola accoglie un bambino, in teoria, dovrebbe accogliere anche la sua famiglia, supportando i genitori nel loro difficile ruolo ed aiutandoli nelle fasi di passaggio, creando quel rapporto di fiducia e collaborazione che, se fecondo, aiuta a superare gli ostacoli ed affrontare l'ambientamento sereni.

Così una mamma saluta il suo bambino sentendosi accolta e compresa. Sentirsi accolta e compresa la aiuta a sentirsi autorizzata a provare i sentimenti che sono legati all'ambientamento.

Piangere, essere nervosa, arrabbiarsi, sentirsi esasperata sono tutte emozioni normali. Le provano i bambini, le provano le madri.
Il pianto del bambino che protesta perché lo si sta lasciando al nido è potente. È lo strumento che ha madre natura per far sì che si attivi l'istinto materno, quell'istinto primitivo che induce la madre a proteggere il proprio bambino dalle insidie del mondo.
È uno strumento che smuove ricordi ancestrali, di quando eravamo bambine noi e che ci obbliga a tornare indietro dal nostro bambino per evitare che soffra.

Ma se abbiamo  scelto di lasciarlo al nido sappiamo anche che lo lasciamo in un luogo che, teoricamente, è sicuro, dove il nostro bambino starà bene e farà esperienze che lo formeranno come persona.

E allora, che fare?

Non sentiamoci in colpa. Giriamo l'angolo ed i bambini smettono di piangere. Tanto sanno che la mamma tornerà a prenderli, torna sempre. E se non lo sanno, lo impareranno. E nel mentre si arricchiranno di amicizie, emozioni, esperienze.

Se ci viene da piangere, piangiamo. Buttare fuori le emozioni ci aiuta ad elaborarle e superarle.

Se siamo arrabbiate, se abbiamo sgridato i nostri bimbi che piangevano anche se non volevamo farlo davvero, ma abbiamo perso le staffe, perdoniamoci. Siamo umane, non delle macchine. Uno scivolone capita a tutte, ma se ci perdoniamo siamo pronte a guardare avanti.

Fidiamoci: dei nostri figli, delle insegnati, di chi si occupa dei nostri bimbi. Sono lì per aiutaci, non per farci del male.

Accettiamo la separazione. È un passo avanti verso la crescita dei nostri bambini. Loro nascono per spiccare il volo, non per essere legati a noi per sempre, anche se ci piacerebbe. I nostri bimbi ci ameranno sempre e comunque, anche se avranno modo di sperimentare la vita senza di noi, sempre lì attaccate a loro.

Godiamoci la nostra libertà! La libertà di avere del tempo solo per noi per vivere la nostra vita da donne, non solo da madri.

E poi, la sera, quando riabbracceremo i nostri figli, sarà bellissimo raccontarci le nostre giornate.

Commenti

  1. E poi mentre loro giocano, ballano si divertono e creano i lavoretti che ci regaleranno noi a lavoro pensiamo sempre a loro

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  2. Eh, sì. Io ringrazio di avere qualche amica che sta facendo l'ambientamento con noi, così oggi, primo giorno di distacco, ci siamo consolate a vicenda. Ho pianto come non piangevo da anni. È stata davvero dura.

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  3. Penso addirittura che molte volte il difficoltoso ambientamento dei figli sia dovuto ad uno altrettanto difficoltoso delle mamme...che poi si sa i bambini certe sensazioni le captano al volo. Il problema è che dovremmo smetterla di scacciare il senso di colpa, tanto, per lo meno per me, è un souvenir della gravidanza che ci rimane addosso, forse sarebbe meglio imparare a conviverci e a dirci che siamo mamme, i nostri figli ci mancheranno sempre tanto anche quando da grandi, andranno in vacanza con gli amici e che questo sentimento sia vissuto solo nel suo risvolto più bello senza che condizioni loro...detto questo al primo giorno di Leo alle elementari e primo di materna per Teresa io di nascosto ho pianto quasi 24 ore....vedi predico bene e razzolo malissimo!!!!

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  4. Il mio bimbo ha iniziato il primo anno di materna da due settimane... i primi giorni era felice è contento poi è iniziata la crisi... e io in crisi da prima che cominciasse non riesco a essere tranquilla, ho fatto delle scelte per lui che sto mettendo in dubbio sicuramente sbagliando... certo è che il passaggio dal nido alla materna è un abisso ovattato e coccolato ora è in una giungla! La sto vivendo malissimo ma sono sicura che piano piano mi abituerò a vederlo diventare grande!

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