Considerazioni di una madre lavoratrice. #workingmom #stormoms

immagine: StorMoms




Essere mamma, si sa, non è per niente una passeggiata.
Essere mamma lavoratrice è ancora più difficile.


Io mi ritengo fortunata, perché dopo entrambe le gravidanze ho ancora il mio posto di lavoro. Ok, dopo la seconda gravidanza ho cambiata mansione, cosa che mi è dispiaciuta moltissimo, ma comunque, guardando il bicchiere mezzo pieno, sono ancora un'educatrice e lavoro ancora in un asilo nido e sono felice di questo, anche perché la mia nuova mansione, come tutte le mansioni, ha i suoi pro ed i suoi contro, ma in sostanza faccio il lavoro che mi piace. Sebbene finisca tardi di lavorare, ho la possibilità di  svegliare e portare i miei bambini a scuola, posso loro dare quel bacio che li accompagnerà per tutta la giornata.

Terminato il mio orario corro, corro tanto, ma riesco ad andare a prendere i miei bambini. Stanno a scuola fino alle 17.30, ma ho il piacere di abbracciarli di persona all'uscita da scuola. COnfesso però di sentirmi in colpa, perché, poverini, stanno a scuola a lungo, ma non riusciamo a fare altrimenti.

E' stata dura accettare di cambiare un orario su cui avevo fatto affidamento quando ho deciso di mettere in cantiere dei figli, ma sto cercando di mandare giù il boccone amaro, in fondo sono fortunata: le 17 sono ancora un orario dignitoso.

Credo che il problema fondamentale di maternità e lavoro è che sono poco compatibili. Da quando sono tornata al lavoro mi sembra di essere in un frullatore. Corro come una matta da quando mi sveglio a quando vado a dormire, se riesco a dormire la notte. Perché per un motivo o per l'altro ho sempre un sacco di risvegli: dentini in arrivo, qualche malattia...

Mi sveglio la mattina che sono un cadavere e mi devo trascinare al lavoro, lavorare con impegno e non posso far pesare la mia stanchezza a colleghe e bambini del nido. Così arrivo a fine giornata di lavoro ubriaca dalla stanchezza ed il week end svengo. Non ho forze, sono distrutta, così stanca che a volte mi viene quasi da piangere.
Ogni giorno sul posto di lavoro sorrido, cerco di non svenire dal sonno e mi faccio coraggio pensando che passerà. La stanchezza delle mamme, dicevo il mese scorso, non è socialmente accettata, per cui non è che posso telefonare al lavoro e dire: "questa notte ho dormito solo un'ora, oggi resto a casa a riposare..." Ti devi trascinare al lavoro comunque.

Eppure, il week end, quando vorresti solo dormire tutto il tempo, bisogna fare quello che non si riesce a fare durante la settimana: pulizie, bucati, spesa e dedicarsi alla famiglia.

Tanti potrebbero dire: "ma non ti fai aiutare? Non prendi la donna delle pulizie?"

No, non ho nessuno che mi può aiutare e non ho le possibilità economiche per pagarmi la donna delle pulizie. Non ho aiuti dai nonni, abbiamo appena assunto la baby sitter che venga quando i bambini sono malati, perché dopo una lunga maternità non posso stare a casa ogni volta che Pulcino si ammala. Da quando ha iniziato il nido questa è già la quarta volta che ha la febbre ed è solo novembre. Così, in questi giorni in cui Pulcino è malato, vado al lavoro lasciando un pezzo di cuore a casa, con il mio bambino.

Sebbene mi venga da pensare di essere una madre snaturata che abbandona i figli nel momento del bisogno per andare a curare i figli degli altri sul posto di lavoro, mi consola il fatto che tutto sommato affidare a qualcuno i miei bambini mentre sono al lavoro, che si tratti di baby sitter o di portarli a scuola, non mi  rende  una madre degenere, ne sono convinta.
Io ho la possibilità di andare a guadagnare il denaro che ci serve per vivere, loro fanno esperienze separati da me e con persone di fiducia. Credo che queste esperienze siano una ricchezza, perchè li portano a conquistare autonomia e nuove competenze. Benché separarsi la mattina sia doloroso, sopravviviamo, non è poi così tragico.

La tragedia vera e propria sta nel fatto che, a partire dalla scuola primaria in poi i genitori lavoratori sono lasciati soli: calendario scolastico e lavorativo non combaciano e le famiglie che non si possono affidare ai nonni per la gestione dei figli si trovano nei guai.

Ecco di che cosa c'è bisogno: di una società amica delle famiglie, di un mondo del lavoro amico delle famiglie, che sostenga la genitorialità anche nella gestione dei figli mentre i genitori lavorano, possibilmente in modo economico, che una famiglia media come la nostra non ha grandi possibilità, grazie,

Questo post partecipa al tema del mese delle StorMoms: Mamme e lavoro, la storia vera.

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Commenti

  1. Ciao... il mio piccolo ha 1 anno. Sia io sia il suo papà lavoriamo, senza ponti e fino alle 20:00. Mi spezza il cuore tornare tardi e vederlo stanchissimo... la mia sola consolazione è vedere il suo sorriso quando lo lascio al nido o quando torno e sta giocando con la nonna. Sapevamo che sarebbe stato così, ma non lo rende più facile...
    Grazie per il tuo bel blog!

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    1. grazie a te per essere passata di qui!
      credo che quel sorriso valga immensamente, sia per te che per il tuo bambino

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  2. Eh, racconti una storia purtroppo tristemente nota, una realtà amara con cui dobbiamo fare i conti. Lo vorrei anche io, mi associo al tuo appello.

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  3. il tema del calendario scolastico che non coincide con quello lavorativo è caldissimo. io quest'anno con la piccola alle elementari avrò due bambini da piazzare. a volte mi costa meno non guadagnare stando a casa che attivare la rete di centri/baby sitter/attività. perchè poi a parte le vacanze, i ponti et etc ci sono gli scioperi, le assemblee, le chiusure per votazioni. un incubo...

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    1. per ora i miei bambini sono piccoli, ma se penso a quando andranno alle elementari mi viene l'ansia...

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  4. Fai un lavoro bellissimo <3 e nonostante capisca che il cambio di orario sia stato duro da affrontare, fai bene a vedere il bicchiere mezzo pieno. Anche se non dev'essere facile. Da quando P. è nato io lavoro da casa, anche se, da freelance, ho dovuto ridurre drasticamente gli incarichi, proprio per via di malattie improvvise e infinite ecc ecc.
    Ora, però, vorrei tornare a lavorare fuori casa, ma ci credi che ho PAURA? perché non ho una baby sitter, non saprei neanche a chi chiedere, soprattutto ho paura a lasciarlo con qualcuno che non sia io, mio marito o i miei genitori. Lo confesso, quindi: è un limite tutto mio, probabilmente, ma per 3 anni siamo stati "culo e camicia" sempre insieme. L'idea che possa avere la febbre senza me accanto, anche se sono al pc a lavorare, mi fa paura. Solo che così, da casa, non riesco ancora a guadagnare quanto prima e quanto ci servirebbe, quindi dovrò farlo. Lo vedo sempre così piccolo...insomma, stimo sempre le altre mamme che riescono a lavorare fuori casa, facendo anche orari lunghi o complicati come il tuo, e a organizzarsi con i figli. Spero di farcela. Tra l'altro già cercare un lavoro è un'ammazzata (per trovarne uno vero, affidabile e serio...), se devi considerare anche l'orario (mio mairto torna alle 20...almeno io DEVO tornare prima), la zona della città (staccare alle 17 dall'altro capo di Roma significherebbe arrivare comunque alle 20 a casa, più o meno), diventa tutto più complicato. Ma non demordo! Sai che voglio sempre vedere le scintille di gioia nella vita :)

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    1. In effetti hai ragione: quando uno dei miei bimbi sta male ed io lo lascio a casa per andare al lavoro è straziante.
      Ma la sera torno a casa e vedo che anche senza di me la giornata è stata buona comunque, perciò mi faccio coraggio e vado avanti. Alla fine quello che conta è che i nostri figli sappiano di essere amati.
      La cosa difficile è, come dici tu, conciliare gli orari del lavoro con la vita in famiglia.
      Come dico sempre, sembra di essere in un frullatore. Meno male che ci sono i week end!

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