Il Pandoro: storia e passione di un dolce veronese




Per me non è Natale se non c'è il Pandoro, questo è un dato di fatto. Se mi si offre un panettone storco il naso. Non mi piace particolarmente, non amo i canditi e lo trovo troppo ricco. Io amo il pandoro.


Nel periodo natalizio, dall'inizio di dicembre in poi, a dire la verità, a casa mia c'è sempre il pandoro e lo usiamo per fare colazione, lo condividiamo con gli amici, lo portiamo in dono alle cene alle quali siamo invitati. Il Pandoro si usa per terminare il pasto il giorno di Natale. Solitamente si è tutti pieni come uova, ma ad un pezzetto di questo dolce non si dice mai di no.

Il pandoro ha origini antiche: le prime notizie del pandoro risalgono ai tempi degli antichi romani. Plinio il Vecchio, infatti, cita nelle sue cronache Vergilius Stefanus Senex un cuoco che preparò un "panis" con fiori di farina, burro e olio.

Intorno al XIII secolo, poi, i nobili veneziani gustavano il "pane de oro", un dolce ricco di burro e uova che aveva un colore dorato ed una fragranza invitante.

La ricetta che conosciamo noi, invece, risale al 14 ottobre 1894, quando Domenico Melegatti, fondatore dell'omonima azienda dolciaria, ha depositato la ricetta del pandoro, evoluzione del tipico dolce natalizio veronese, il Nadalin.
La tradizionale forma di stella del Pandoro è data dal tipico stampo a forma di stella ad otto punte, disegnata apposta dal pittore impressionista veronese Angelo Dall'Oca Bianca.

Nel veronese il pandoro si gusta la notte di Natale fuori dalle chiese, dove dopo la messa di Natale si usa servire ai fedeli, sul sagrato, pandoro, cioccolata calda, tea e del fumante vin brûlé.

Un bravo veronese versa sempre un po' di zucchero a velo nel sacchetto del pandoro e lo scuote per bene, in modo che il dolce si riempia di polverina dolce, che dà al pandoro quel gustino in più che lo rende appetitoso.

Se volete gustare meglio il pandoro riscaldatelo un pochino. Noi, da quando abbiamo imparato ad intiepidirlo, non siamo quasi più capaci di mangiarlo freddo. Non lo mettiamo in forno, perché altrimenti si secca, ma mettere una fettina in microonde per un pochino scioglie il burro del pandoro che diventa morbido ed ancora più fragrante.

Se poi volete aggiungere un po' di gusto e di ricercatezza, servitelo con la crema al mascarpone come quella del tiramisù: una vera delizia! ( trovate la mia ricetta della crema al mascarpone in questo post) C'è chi ne mette un cucchiaio sul piatto, a fianco del pandoro, in modo da poterlo raccogliere con il soffice impasto del dolce e chi, come me, adora affogare il pandoro nella crema al mascarpone. Non è proprio il massimo per la linea, ma si sa, la dieta inizia dopo le festività natalizie, no?

E voi? preferite il Pandoro o il Panettone?

Commenti

  1. Io sono pandoro dipendente in questo periodo dell'anno :P Quest'anno per Natale abbiamo ricevuto una cosa come 5 pandori quindi lo sto mangiando tutti i giorni per colazione, dopo pranzo, a merenda e dopo cena! Mi sto facendo una scorpacciata di pandoro insomma!
    In realtà però a me piace moltissimo anche il panettone...
    Un abbraccio!

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  2. Non mi piacciono granché nessuno dei due a dire il vero...non mi piace proprio l'impasto e nemmeno se lo farcisco. Senza dubbio tra i due ha la meglio il pandoro...riscaldato come dici tu e accompagnato da una fetta d'ananas che lo so che è un abbinamento strano ma mi fa tanto Natale. Auguri Silvia!!!

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  3. Come ti ho già detto, quest'anno nemmeno un pandoro... e mi manca sai? Anche io lo preferisco al panettone, sarà perché son veneta di origine, non so! Ti dirò, mi sa che almeno uno me lo compro. Alla faccia del pandoro Bauli intonso che nessuno ha aperto!

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  4. Io adoro il pandoro! Anche il panettone non mi dispiace ma senza canditi, mandorle e nocciole. Insomma, solo uvetta. E comunque preferisco il pandoro. Saranno le origini venete delle nonna paterna?!?

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