La temutissima fase dei morsi: come gestirla?

-immagine tratta dal web-



È pomeriggio, dopo una giornata di lavoro andiamo a prendere il nostro bambino al nido e scopriamo che ha ricevuto un morso o che, orrore, è proprio il nostro bambino che ha morsicato un compagno.

La temutissima fase dei morsi mette in ansia le mamme: sia le mamme delle vittime dei morsi, che le mamme dei morsicatori.

Perché i morsi al nido mettono in ansia le mamme?


Perché non possono controllare ciò che succede, non conoscono le dinamiche che hanno portato al morso e si chiedono come proteggere i loro bambini dai chi li ha morsi o come insegnare ai propri figli a non morsicare.

Spesso, poi, le educatrici vengono criticate dalle mamme perché non riescono ad arginare il fenomeno dei morsi ed i bambini che mordono, una volta identificati, vengono bollati come i morsicatori seriali e diventano vittime di commenti poco piacevoli, una volta a casa.

Se, da un lato, a volte per un'educatrice è impossibile fermare il bambino che morde (non lo si può tenere legato, ed è umanamente impossibile arrivare a prendere al volo il bambino che, dall'altra parte della stanza, sta per mordere un compagno) dall'altro è difficile impedire che il bambino morda.

La fase dei morsi, infatti, appare tra i 18 ed i 24 mesi del bambino, ed è legata all'aggressività.

Lo psicanalista Winnicott diceva che "l'aggressività fa parte dell'espressione primitiva dell'amore ed è legata all'oralità del bambino, all'esperienza sia fisica che mentale della fame, al piacere, al nutrimento ed alla sua insoddisfazione, che genera frustrazione, rabbia, e ostilità ed il desiderio di distruggere proprio l'oggetto di desiderio e di amore".

L'aggressività, quindi, fa parte della natura umana ed è sana, va solo educata, perché se mal gestita può diventare energia distruttiva per il bambino e per gli altri.

Ma perché un bambino morde?

Un bambino morde perché prova un'emozione fortissima, non sa ancora parlare, si trova ancora nella fase orale e l'unico modo che conosce per sfogare la rabbia e la frustrazione è il morso.
Non è detto, comunque, che il morso sia legato esclusivamente alla rabbia. A volte il morso sfoga un bisogno inespresso del bambino che può essere legato a dinamiche difficili da interiorizzare vissute a casa o al nido, può indicare il bisogno di attenzione da parte dell'adulto o, semplicemente, stanchezza, fame, sete...

A volte Pulcino tenta di mordere Polpetta.
Polpetta sta giocando con un gioco che vuole proprio Pulcino, magari è stanco ed ha anche un po' di fame perché è sera ed è ora di cena. Ecco che scatta l'aggressività, il piccolo è frustrato perché non può prendere il gioco che il fratello tiene in mano e quindi apre la bocca in cerca di Polpetta e cerca di morderlo.
Abbiamo spiegato a Polpetta che il fratellino è piccolo, non si sa ancora spiegare bene e che se tenta di morderlo ci deve chiamare.
Ecco quindi che Polpetta scappa per la stanza inseguito dal fratello che vorrebbe morderlo, mentre il mio bambino grande chiama aiuto.
Noi interveniamo sgridando Pulcino dicendo: "Non si morde! Questo gioco lo sta usando tuo fratello, se ci vuoi giocare lo chiedi senza mordere ed aspetti il tuo turno. Appena avrà finito, Polpetta te lo darà."

Se Pulcino morde il fratello lo allontaniamo dal contesto e lo sediamo un pochino, spiegandogli che non si morde. Se, invece, riusciamo a salvare Polpetta prima del morso, cerchiamo di mediare e di dare un gioco alternativo a Pulcino. Se, nonostante il dialogo Pulcino non desiste dal suo intento, lo prendiamo in braccio e lo distraiamo.

I bambini piccoli, che ancora non sanno parlare, portano dentro di sè emozioni talmente forti che non riescono a gestire.


Ciò che possiamo fare noi genitori è dare un nome alle loro emozioni (rabbia, frustrazione, tristezza...) e spiegare loro che non c'è nulla di male nel provarle, ma che si possono esprimere in modo alternativo, senza ricorrere a morsi ed aggressività.

Quando poi i nostri bambini inizieranno a parlare, saranno in grado di esprimere il mondo che portano nel cuore e la fase dei morsi passerà.

In sostanza, quindi, come gestire la fase dei morsi?


1- se il bambino morde, insegnargli in modo fermo che mordere non è la soluzione al problema spiegandogli che si può esprimere con la voce.

2- insegnare al proprio bambino che è normale provare emozioni forti come rabbia e frustrazione. Aiutarlo a mettersi nei panni del bambino che ha subito l'aggressione, facendogli capire che il morso fa male.


3- spostare il bambino dalla situazione frustrante che lo porta a mordere: sederlo su una sedia per un pochino lo aiuterà ad uscire dalla situazione emotivamente molto forte ed a concentrarsi su altro.

4- non colpevolizzare il bambino per il gesto del morso, ma spiegargli che mordere è un'azione che non va compiuta per nessun motivo.

5- portare tanta pazienza. La fase dei morsi è destinata ad esaurirsi quando il bambino uscirà dalla fase orale e sarà in grado di esprimere i suoi bisogni a parole.

Quando un bambino morde, non prova mai piacere, ma sa che il suo gesto non è accettabile ed è spaventato da ciò che è successo. Con l'amore dei genitori imparerà a gestire le situazioni frustranti e ad esprimersi, chiedendo aiuto all'adulto.

Amiamo i nostri bambini, cerchiamo di capirli. Se impariamo a metterci nei loro panni ed a leggere nei loro gesti, con empatia, riusciremo a guidarli in questa fase della loro crescita così complessa e delicata.

Commenti

  1. Concordo con tutto ciò che hai scritto, Silvia! Super sintonia ;)

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