Perchè il mio bambino, dopo un buon ambientamento, piange quando lo saluto la mattina?

-immagine tratta dal web-


La settimana scorsa, quando ho portato Pulcino al nido, non è entrato in sezione sorridente come sempre. Si è stretto a me, ha fatto fatica a salutarmi. 
Io l'ho stretto al mio petto, gli ho dato un bel bacio e gli ho detto che sarebbe stata una bellissima giornata e che, la sera, sarei tornata a prenderlo. Quindi l'ho affidato alle braccia della sua educatrice. Lui aveva la faccina a cucchiaino ed i lucciconi. Io ho sorriso e l'ho salutato ancora dicendogli "ciao Amore mi! Divertiti! Ci vediamo oggi pomeriggio!"

Il vantaggio di lavorare come educatrice mi permette di avere totale fiducia nelle educatrici e di non preoccuparmi se una mattina il mio bambino, contrariamente al solito, fatica a salutarmi: sapevo benissimo che la tristezza sarebbe passata presto e che il pomeriggio, quando sarei andata a prende sarebbe stato sorridente  e felice come sempre. Ciononostante, li, in un angolino, provavo un po' di dispiacere per il mio bambino che era triste. Credo che sia nella natura dell'essere madre soffrire un pochino quando saluto il mio bambino e non è sereno.

È vero, salutare il proprio bambino e lasciarlo a scuola innesca nelle mamme e nei papà moltissime emozioni davvero molto forti: dispiace lasciare il proprio figlio, dispiace sentirlo piangere e vederlo triste, ci si sente in colpa.

A volte succede che ci sia una piccola regressione in corso di anno educativo: il bambino, terminato l'ambientamento, è sereno ed entra in sezione felice e, di punto in bianco, fa fatica.

Perché dopo un buon ambientamento il bambino regredisce e piange ancora al nido nel momento del saluto?


A volte un'assenza prolungata per una malattia, un cambiamento nella routine di casa (il cambio di ritmi dovuti al cambiamento di lavoro di uno dei genitori, un trasloco, alcuni problemi in famiglia) possono influire sul bambino che fatica ad entrare al nido. 

Questo succede perché i bambini sono abitudinari. Le abitudini danno sicurezza, creano prevedibilità nella loro esistenza, sanno che fino a che tutto resterà sempre uguale, nulla potrà cambiare, tutto resterà come lo conoscono e saranno al sicuro con le persone che amano.

Un cambiamento importante nella loro vita li destabilizza e per questo faticano a lasciare le braccia di mamma e papà ed andare al nido, dove sono sereni, ma non hanno la certezza che quando torneranno a casa tutto sarà come l'hanno lasciato la mattina.

Un'altra fattore di difficoltà può essere il fatto che in sezione ci sia un ambientamento in corso d'anno.

Terminati gli ambientamenti, in autunno, il gruppo si stabilizza, la routine diventa sempre uguale, i bambini fanno amicizia, si creano relazioni significative con il gruppo dei pari e l'educatrice.

Se a metà anno arriva un bambino nuovo, che fa il suo ambientamento e, come suo diritto, piange vivendo tutta la sua difficoltà, anche gli altri bambini ne risentono un po'. Se la mamma del bambino in ambientamento (adulto estraneo per il resto del gruppo) resta in sezione per accompagnare il figlio, si modifica il contesto nel quale il bambino ambientato in autunno è solito vivere e questo lo destabilizza perché rivive il suo ambientamento e la sua separazione dalla mamma.

Pulcino sta vivendo l'ambientamento di due fratellini in sezione e sta mostrando tutta la sua difficoltà nell'accettare il cambiamento con un pochino di fatica la mattina.

Quando il bambino fatica ad entrare al nido per un periodo, solitamente non c'è da preoccuparsi: a volte il bambino è semplicemente un po' stanco ed ha solo bisogno di un po' di vacanza. Non capita anche a noi adulti?

Parlate con l'educatrice di riferimento


Se la situazione perdura, invece, è il caso di confrontarsi con l'educatrice di riferimento: un colloquio, spesso, serve a sciogliere quei nodi che rendono l'ingresso al nido difficile per il bambino e facilita la soluzione del problema.

Spesso capita che, dopo un colloquio con l'educatrice il problema magicamente svanisca, perchè la mamma, dopo il colloquio, si rilassa, il bambino percepisce che la mamma è serena e si rilassa pure lui.

Parlate con il vostro bambino


Parlare con il vostro bambino della sua giornata al nido, poi, è di aiuto. Quando si va a prendere il bambino a scuola, chiedere all'educatrice com'è andata la giornata e quali attività sono state fatte, oltre che informarsi se il bambino ha mangiato o se ha scaricato o se ha dormito, è utile. 
Tornati a casa, poi, parlare con il bambino della sua giornata appena trascorsa lo aiuterà a creare continuità tra la vita di casa e quella del nido e facilita la separazione al mattino.

Se il vostro bambino piange, la mattina, non preoccupatevi!
L'indicatore della sua serenità risiede nella sua giornata al nido. Se trascorre tranquilla, se partecipa alle attività, se sta bene, lasciamo che pianga un pochino al mattino, che esprima il suo disappunto. Non sa parlare e dire "vorrei stare con te tutto il giorno".

Piano piano il bambino si sentirà sempre più sicuro ed il pianto mattutino sparirà.

Commenti

  1. Quando ho letto il titolo ho pensato: " Questo è per me!" ;) Aggiungo che può capitare anche alla scuola materna, nonostante sappiano dire perfettamente "voglio stare sempre a casa con te". Per me vale il discorso per cui se la mattinata scorre poi serena, il piantino al momento del saluto dispiace ma ci può stare.

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    1. ma sai che quando ho finito di scrivere questo post mi siete venute in mente voi? :)

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  2. Ciao, appena ho visto il tuo post mi sono fiondata leggerlo! Il mio è il caso del rientro al lavoro (mio) e dei cambi di routine (nostro). Cambiamento e adattamento il ritmo della vita :-)
    Grazie per il tuo post, ha confermato quello che immaginavo, ma leggerlo aiuta!

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    1. grazie a te per essere passata di qua. Sapere che questo post ti è stato di aiuto mi rende felice!

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  3. mia figlia va al nido da quando aveva un anno e mezzo, è abituata a vedermi uscire di casa da quando aveva 2 settimane, è sempre stata molto serena (non ricordo di grandi pianti, anzi alla materna all'inizio dell'inserimento non si capacitava dell'orario ridotto), eppure ancora oggi, a fine prima elementare capita che al mattino mi lasci abbracciandomi, con l'occhio lucido dicendomi che le manco. la stringo forte a me e le dico che ci teniamo sul cuore quando siamo lontane.

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    1. Quando si ama qualcuno è difficile salutarlo, che si abbiano 3 o 93 anni!

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