Genitori e scuola

-immagine Instamamme-


Quando i genitori portano i bimbi a scuola per la prima volta, rientrano in un mondo che avevamo salutato al termine del loro percorso di studi.


Il rientro nel mondo scolastico dal punto di vista dei genitori apre prospettive differenti, creando aspettative per i figli e rimettendo in gioco emozioni e ricordi rimasti sopiti negli anni. Al di là di questo aspetto romantico, cambia anche il rapporto che i genitori hanno con gli insegnati. Se un tempo erano alunni e provavano un po' di timore verso adulti che li educavano, adesso la figura dell'insegnate viene considerata alla pari.

Ma qual è l'aspettativa che hanno i genitori sulla scuola?

Cosa vogliono dagli insegnanti e come si relazionano con la scuola?

Come ben saprete io lavoro in un asilo nido, che è integrato alla scuola dell'infanzia.
La lettura che abbiamo dei genitori è molto complessa.

Se da un lato i genitori sono carichi di aspettative, si aspettano risposte pronte e ricette magiche per risolvere i problemi educativi che hanno con i figli, dall'altro fanno moltissima fatica a fidarsi di noi educatrici e delle insegnanti.

La difficoltà deriva dai bruttissimi fatti di cronaca che spesso appaiono in televisione. I genitori non sanno mai se fidarsi a pieno o meno di chi si prende cura dei loro bambini.

Un'altra difficoltà è quella di coinvolgere i genitori.
Mamme e papà anelano ad incontri formativi, alla possibilità di parlare con esperti, ma non hanno tempo.

Organizzi l'incontro il pomeriggio, ed i genitori non partecipano perché lavorano, lo organizzi la sera dopo cena e l'affluenza è scarsa perchè i genitori si devono occupare della famiglia o sono stanchi. Questo questo è frustrante sia per noi educatrici che spendiamo tempo per preparare momenti per i genitori, sia per chi partecipa, che vede ridotta la possibilità di vivere un'esperienza che, in realtà, dai riscontri che abbiamo, è preziosa.

Da genitrice, però, mi rendo conto di quanto sia pesante far collimare i vari impegni e quanto sia faticoso uscire di casa per andare ad ascoltare una persona che ha preparato un incontro pedagogico.

I genitori, in fondo, ricercano soluzioni Smart, ti fanno domande sulla porta del nido, quando vengono a prendere il loro bambino. Chiedono consigli, si confidano, ma spesso è difficile dare loro le risposte adeguate perché non è nè il tempo, nè il luogo adatto.

Ma proporre un colloquio personale è complicato. Il mondo del lavoro non è amico della genitorialità, per cui chiedere un permesso per andare a colloquio a scuola può essere davvero complicato. E per chi lavora nel mondo della scuola non è sempre semplice fermarsi a scuola più a lungo per svolgere i colloqui con i genitori oltre l'orario di lavoro, perché spesso ci sono problemi legati alla gestione dell'orario lavorativo.

Come fare, dunque?

Credo che parte del problema faccia parte della cultura del nostro paese. Si tende a delegare il compito educativo alla scuola, dimenticando che, in realtà, sono i genitori in primis i principali educatori dei figli. Inoltre ci devono essere coerenza educativa e rispetto dei ruoli tra famiglia e scuola.

La mancanza di questi aspetti ricade sull'educazione di bambini e ragazzi, che saranno poi gli adulti di domani.

Se vogliamo che i nostri figli vivano in una società giusta, quando saranno adulti, dobbiamo essere noi i primi a batterci perché la scuola sia un'agenzia educativa valida per i nostri figli. Questo va fatto collaborando con la scuola, non sminuendone il ruolo educativo come spesso capita, soprattutto sui social.

Credo che ogni genitore debba fare una riflessione su ciò che si aspetta dalla scuola e su ciò che può personalmente fare perché la scuola sia davvero educante.

Infine, credo che molto lo debbano fare le istituzioni, cercando di mantenere alti gli standard scolastici e formando gli insegnanti in modo permanente.

Parte di questo è stato fatto, ultimamente, per ciò che riguarda il nido e la scuola dell'infanzia, che sono state accorpate e dove si sta lavorando per formare educatrici ed insegnanti in modo che l'idea di bambino nel settore 0-6 sia un'idea profonda e condivisa e che sia alla base di tutte le azioni educative, in modo che il bambino, inteso come persona con molteplici talenti, venga messo nelle condizioni di sviluppare a pieno sia la sua personalità che la sua intelligenza, fornendogli validi percorsi educativi perché il suo apprendimento possa avere luogo.

Mi auguro che questo pensiero educativo venga portato avanti anche per il resto del percorso scolastico.

Questo post partecipa al tema del mese delle Instamamme.

Commenti

  1. In effetti, immagino che anche dal punto di vista di voi insegnanti/educatori non sia facile venire incontro alle esigenze dei genitori senza incorrere anche voi negli stessi problemi di gestione della famiglia che abbiamo tutti in quanto madri e padri.
    Per questo, io mi sforzo sempre di partecipare alle riunioni, ai colloqui ed agli incontri di laboratorio condiviso, recite o conferenze organizzati dalle maestre. Soprattutto al nido, le educatrici si davano molto da fare con progetti che prevedevano alcune mattine a scuola con i figli e serate di laboratori insieme e, se da un lato partecipare richiedeva molta organizzazione, lo sforzo è sempre stato ripagato dalla loro soddisfazione, dal livello di fiducia ed intimità che si creava e dalle emozioni vissute insieme. Anche alla materna, in fondo, è così. Non sono tanto d'accordo, invece, con il ruolo educativo della scuola o meglio, con l'idea della coerenza con il progetto educativo dei genitori.
    Io penso che in primis siano i genitori a dover decidere quali valori trasmettere e come educare i figli e non sempre le regole che scelgono o i valori in cui credono sono gli stessi degli insegnanti che, pertanto, secondo me non devono intromettersi con suggerimenti non richiesti o forzando la mano perchè i genitori si adattino ai loro progetti. In compenso, però, penso che di fronte ai bambini debba passare un unico messaggio, chiaro: a scuola si rispettano le maestre e le regole della comunità, quali che siano, anche se diverse da quelle di casa !!! Insomma, a ciascuno il suo ruolo e, se non c'è piena comunanza, a ciascuno il suo spazio con rispetto reciproco.

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