Come farsi ubbidire dai bambini?




Molto spesso mi capita di confrontarmi con altri genitori e di parlare con loro delle difficoltà che incontrano quando devono farsi ubbidire dai figli. Capita anche che mi chiedano consiglio, dato che, per lavoro, mi occupo di educazione.


Ciò che dico loro è che cercare di farsi ubbidire con l'autoritarismo non funziona. I bambini che vengono educati a suon di sculaccioni o puntando su paura e sensi di colpa sono tra quelli che ubbidiscono di meno. 

Come mai? Perché attraverso la paura i bambini non riescono a diventare consapevoli di quali comportamenti siano adeguati o meno. 
Più i bambini hanno paura, più, a livello inconscio, ciò che è proibito assume attrattiva ed, inconsciamente, i bambini sono più inclini a trasgredire alle regole. Modificare la comunicazione con il proprio bambino affinché diventi efficace è il modo migliore per riuscire ad insegnare ai bambini come rispettare le regole.

CI VUOLE AUTOREVOLEZZA.


Ci sono giorni in cui, lo confesso, perdo la pazienza ed alzo la voce in i miei bambini. Solitamente capita quando sono particolarmente stanca, frustrata e mi sento travolgere dagli eventi e dal fatto che i miei bambini non mi stanno ascoltando. Vado in ansia ed esplodo. Butto fuori tutta la frustrazione e le sensazioni negative che si sono accumulate.
A quanti di voi non accade?

Dopo una bella urlata ci si sente svuotati, la tensione è scemata e si vedono le cose in modo più razionale. Ecco che in questo frangente appaiono i sensi di colpa. Siamo più razionali e ci rendiamo conto del fatto che avremmo potuto affrontare la situazione in modo diverso, più razionale ed efficace. Non non ci sentiremmo frustrati ed i nostri bambini non avrebbero sperimentato una relazione negativa.

Urlare, buttare fuori la rabbia mostra si ai nostri bambini la nostra fragilità, ma non è costruttivo. I nostri bambini percepiscono che l'adulto a cui si affidano non è sicuro di sè e, di conseguenza, si sentono insicuri.

Inoltre passiamo ai nostri bambini il messaggio che più si urla e più si mostra la propria forza, più si viene ascoltati; per contro più si urla, meno i bambini sono inclini ad ascoltarci.

Quando sentiamo che la rabbia sta salendo e la frustrazione ci avvolge, dovremmo uscire dal contesto: chiudere gli occhi, respirare a fondo cercando di calmarsi può aiutare. Aiuta anche uscire dalla stanza per un paio di minuti, quindi tornare dal bimbo, abbassarsi al suo livello e guardarlo diritto negli occhi, parlando con voce ferma e pacata, ma in modo diretto, trasmettendo autorevolezza e decisione.
In questo modo il bambino capirà che siamo davvero seri ed intenzionati a farci ascoltare e saranno più propensi ad ubbidire. Guardare il bimbo negli occhi è fondamentale: assieme alle parole, uno sguardo fermo e deciso li aiuta a comprendere che ciò che diciamo è importante e ci devono ascoltare.

L'educazione passa attraverso la coerenza.

Non servono tantissime regole, ne bastano poche, chiare, precise e, soprattutto condivise da tutta la famiglia e che non siano in antitesi con quelle che i bambini vivono a al nido o a scuola o in altri contesti educativi.

Le regole devono essere semplici da capire e basarsi sui principi non far male, non farsi male, non fare del male.
Le regole passano attraverso i valori che viviamo, attraverso il nostro modo di fare, attraverso ciò che siamo. È importante che anche noi adulti viviamo le regole che imponiamo ai nostri bambini. Se vogliamo, ad esempio, che il bambino non mangi fuori pasto, non dovremmo farlo nemmeno noi.

Quando il bambino trasgredisce alle regole, non facciamolo sentire in colpa. Non è lui ad essere sbagliato, bensì il suo comportamento (ad esempio non è cattivo, ha fatto una cosa che non andava fatta). È importante rimproverarlo per l'azione che ha compiuto, non per il suo modo di essere. 

Faccio un esempio pratico: ho visto un bambino di tre anni prendere a calci il pallone su cui era seduto un altro bimbo e, sbagliando mira, colpire il suo amico. In questo caso dire, ad esempio, "sei stato cattivo!" lede l'autostima del bambino. Meglio rimproverarlo dicendo "ho visto che stavi calciando la palla su cui era seduto il tuo amico e colpirlo alla schiena. Perché non gli hai chiesto se potevi giocare con lui? Hai visto? Il tuo amico piange perché gli hai fatto male." In questo modo il bambino non si sentirà cattivo, ma prenderà coscienza di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Inoltre, chiediamo sempre ai nostri bambini perché si sono comportati in un certo modo. Potremmo scoprire che, ad esempio, il bimbo non stava giocando con l'acqua del bidet, ma semplicemente si voleva lavare le mani, dimostrando di essere autonomo. In questo caso si può dire al bambino che lavarsi le mani è una bella cosa, ma che è meglio farlo chiedendo prima il permesso a mamma e papà ed aprendo l'acqua in modo che ne esca poca alla volta e non si allaghi il bagno.

Se noi puntiamo sul l'autonomia permettendo ai nostri bambini di fare da soli, non solo li aiuteremo a sentirsi in grado di fare le cose, ma li aiuteremo a crescere. Educandoli in questo modo non ci vedranno come l'adulto che li costringe a fare le cose, ma come l'adulto che li prende per mano e li aiuta a fare esperienza. I bambini sono avidi di esperienza! In questo modo mamma e papà saranno le loro guide alla scoperta del mondo e, di conseguenza, i bambini rispetteranno più volentieri regole e limiti imposti dai genitori.

Commenti

  1. Grazie dei consigli!! Anch'io come te utilizzo questi metodi anche se spesso Asia non mi calcola proprio :P

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  2. Spesso non sono autorevole lo so...però sono coerente ;-)))))

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  3. condivido ogni singola parola, anche noi abbiamo un metodo educativo uguale al tuo

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  4. Grazie mille dei consigli. Sara ha 1 anno e tra poco toccherà anche a me fare determinate cose!! Grazie davvero, molto ma molto utile!!!

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  5. Un articolo molto, ma molto, interessante!

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