Perché non va bene lodare troppo i bambini?




Quando un bambino raggiunge un risultato ci viene naturale lodarlo. Per un bambino sentirsi dire "Bravo!" è gratificante.
Eppure, in pochi lo sanno, lodare troppo un bambino non lo aiuta a crescere né felice, né sereno.

 Perché? Vi chiederete voi?

Perché non va bene lodare troppo i bambini?


Innanzitutto tengo a precisare che riconoscere gli sforzi di un bambino è molto importante, serve per aumentare la sua autostima, per renderlo sicuro di sè e consapevole delle sue capacità.

Purtroppo dire solo "Bravo!" e lodare troppo un bambino è controproducente e, a lungo andare, induce il bambino a fare le cose solo per sentirsi lodare e, contrariamente a quanto ci si aspetti, ne mina l'autostima. I bambini che vengono lodati troppo soffrono di ansia da prestazione ed hanno paura di deludere le figure di riferimento e non essere all'altezza delle loro aspettative.

Quello che serve davvero ai bambini è un riconoscimento dei loro sforzi. 


L'adulto, riconoscendo il fatto che il bambino ha raggiunto un risultato impegnandosi, lo rende consapevole del fatto che, anche se a fatica e sforzandosi, il bambino è riuscito ad incrementare le sue competenze.

Faccio un esempio pratico:

Nel nido dove lavoro aiutiamo i bambini a raggiungere l'autonomia. Uno dei modi è quello di renderli autonomi nel vestirsi.

Inizialmente i bambini non si sentono sicuri delle loro competenze e credono di non essere, ad esempio, in grado di infilarsi le calzine. Ecco che noi educatrici spieghiamo loro come si fa e, all'inizio, le infiliamo insieme a loro.
Con il passare del tempo, poi, li invitiamo ad infilare le calze da soli.

Non è semplice infilare un calzino nel piede per i bambini di due anni: a volte non riescono a coordinare i movimenti, altre fanno fatica ad infilare il calzino dritto oppure un ditino si impiglia nella cucitura e non permette al bambino di indossare la calza e così via. 

I bambini, frustrati, piangono.

L'intervento di noi educatrici è volto a renderli autonomi ed a renderli consapevoli di essere in grado di fare ciò che abbiamo chiesto loro. 
"Coraggio, ce la puoi fare, lo so. Asciughiamoci le lacrime e fai un bel respiro. Vedrai che con un pochino di calma e provando e riprovando ci riesci."
Dicendo così il bambino si calma. Quando poi riesce ad infilare il calzino è felice ed esclama: "guarda! Ho messo il calzino!"

A questo punto non diciamo sempre e solo "bravo!", ma lo aiutiamo a capire quanto impegno abbia messo in campo. " Hai visto che provando e riprovando ci sei riuscito? Se vuoi sei capace di mettere il calzino, devi solo avere fiducia in te. Io so che ce la puoi fare, è per quello che ti ho chiesto di mettere il calzino da solo. Perché so che, quando sei paziente e ti impegni, sai fare davvero tante cose."

Ecco, queste sono parole semplici, ma che aiutano il bambino a diventare consapevole di essere in grado di superare gli ostacoli.

L' esempio che vi ho riportato è contestualizzato in un asilo nido, ma la strategia educativa può essere riprodotta anche nella vita quotidiana di una famiglia e con bambini e ragazzi di tutte le età.

Questa sera, ad esempio, a casa mia sembrava fosse esplosa una bomba: tutti i giochi erano sparpagliati per la sala.
Ho chiesto ai bambini di riordinare mentre io finivo di fare dei mestieri.

Polpetta era un po' demoralizzato perché il fratellino non lo stava aiutando come avrebbe voluto e faceva fatica a mettere in ordine da solo, così mi ha chiesto aiuto. In effetti c'era molto lavoro da fare e Pulcino si divertiva a mettere in disordine quello che Polpetta stava sistemando.

Mi sono seduta a terra con i miei bambini ed insieme abbiamo riordinato.

Finito il lavoro, però, ho detto a Polpetta che stava facendo un buon lavoro. Lui non ne era convinto ed io gli ho fatto notare che si era organizzato riordinando un tipo di gioco alla volta e chiedendo, di volta in volta, al fratello di raccogliere lo stesso tipo di giochi che stava raccogliendo lui.

Ho fatto notare al mio bambino grande che aveva deciso di utilizzare lo stesso tipo di strategia che poi abbiamo utilizzato insieme e che riusciva a coordinare il fratello come, successivamente, io ho coordinato i bambini.

Questo ha rincuorato Polpetta che ha compreso che stava davvero  facendo un buon lavoro e che, anche se più lentamente di quando era insieme a me, sarebbe comunque riuscito a riordinare la stanza.

I bambini hanno bisogno di questo, di rendersi conto di avere dei talenti e di essere in grado di raggiungere risultati proprio sfruttando le loro competenze ed attivando nuove strategie attraverso l'apprendimento.

In sostanza ai bambini non serve essere lodati ed esaltati, a loro basta rimanere umili ma consapevoli che, anche se con fatica, con le loro forze e l'impegno riescono a raggiungere risultati e che gli adulti li apprezzano per questo.

Psicologi americani come Dweck hanno svolto degli studi che hanno dimostrato proprio ciò che sostengo. Ed i bambini che imparano a contare sulle loro forze ed a essere perseveranti, non solo saranno adulti in grado di cavarsela in ogni situazione e resilienti, ma saranno anche più felici, perché consapevoli che, con la propria volontà, riusciranno a raggiungere i risultati sperati.

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