Tempo da lupi

Stamattina mi sono svegliata ascoltando il suono del vento che scivolava sulle tegole del tetto ed il ticchettio della pioggia sul lucernario. Adoro dormire in mansarda proprio per questo: se la tendina del lucernario è aperta posso ammirare la luna e le stelle del cielo, se c'è pioggia o c'è vento ne ascolto la musica e mi sento vicina alla forza della natura.

Oggi c'è un tempo da lupi. Vento, pioggia, freddo. Ma portare Polpetta al nido con questo tempo non mi mette di cattivo umore, anzi, mi rende allegra, perché è una piccola grande avventura.
Per strada, in auto, ci siamo divertiti mentre gli raccontavo la storia del sole e del vento che facevano a gara per vedere chi è il più forte.
Quando siamo scesi dall'auto,  calato il cappuccio della giacca sulla testa, e avvolto ben bene il collo nella sciarpa, abbiamo tirato su fin in cima  la ceniera della giacca e corso veloci sul vialetto che porta all'ingresso del nido.
Oggi il vento forte faceva svolazzare la tenda e muoveva freneticamente gli alberi del giardino, riproducendo il suono che facevano gli abeti dietro alla casa del Vecchio dell'Alpe e che Heidi ascoltava rapita. Mi riporta all'infanzia ascoltare quel suono.
Polpetta era preoccupato che il vento si portasse via il suo asilo. Mi ha fatto molta tenerezza. Gli ho spiegato che le pareti del nido sono fatte di mattoni, come la casetta del terzo porcellino, perciò non volerà via. "Il vento foffia come il Upo cattivo!" ha esclamato rielaborando ciò che gli avevo appena detto. "Il mio asilo è bello e tutto lagnato dalla poggia!" Quindi mi ha abbracciata e dato un bacio grosso grosso e umidiccio prima di correre dalla sua educatrice e dai suoi amici.

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