Filosofia della cura

"Tutto nasce piccolo ed ha bisogno di cura, di attenzioni" L. Mortari

Questa frase appariva in un libro che ho studiato all'università, per un esame di pedagogia. (A.A.V.V "Il libro della cura"  ed. Feltrinelli)
Da allora mi è rimasta impressa. Me la sono scritta bene, su un foglietto che ho appiccicato sulla tappezzeria davanti alla mia scrivania. Ha accompagnato i miei studi universitari, il mio essere capo scout, la mia vita lavorativa al centro diurno, ha accompagnato i miei primi passi nel nido nel quale ho lavorato fino a pochi mesi fa, prima di rimanere a casa in maternità, mi accompagna nelle relazioni con l'altro: mio marito, il mio bambino, il mio gatto, la mia famiglia, le persone che amo..

Tutto nasce piccolo ed ha bisogno di cure, di attenzioni. Quale grande verità!
Se decidiamo di piantare un seme, dovremo prendercene cura sempre, da quando lo piantiamo nella terra a quando germoglierà, a quando diverrà pianta, perché se ce ne scordiamo, avvizzisce.

Se decidiamo di avere un bambino, ne siamo responsabili sempre, da quando è una nostra idea nella mente, il sospetto che il miracolo sia avvenuto, a quando il test sarà positivo; per tutta la gravidanza dovremo aver cura di noi stesse e del nostro corpo perché avremo la doppia responsabilità di curarci e di curare la piccola vita che germoglia in noi.
Poi la creatura nasce, e noi ne siamo responsabili sempre, dal primo istante.
Non siamo responsabili di un bambino solo per quanto riguarda la soddisfazione dei suoi bisogni corporali, ma un bambino ha bisogno di cure, attenzioni a tutto tondo. Siamo noi che diamo l'affetto necessario al bambino per sentirsi amato, cercato, voluto, quel sentirsi nel pensiero dell'adulto che dona al bambino la sensazione di essere importante, di essere legittimato a sentirsi parte del mondo in cui vive. È un bisogno fondamentale.
Un bambino che non si sente amato, che non si sente cercato, che non si sente voluto avvizzisce, come una piantina dimenticata che non riceve acqua e nutrimento. Il cibo è il nutrimento del corpo, l'affettività è il nutrimento del cuore.

In fondo non è difficile prendersi cura di qualcuno. Basta amare. Basta sapersi fermare nella frenesia quotidiana per dire al proprio bambino che sta per entrare in sezione al nido "dai, diamoci un bacino, salutiamoci bene così che possiamo passare una bella giornata e riabbracciarci oggi pomeriggio!". Basta fermarsi un attimo e dare una carezza, un abbraccio, ascoltare quello che i nostri bambini hanno da dire.

Prendersi cura di chi amiamo significa compiere quei piccoli gesti, semplici, che danno la percezione di essere considerati. Una telefonata ad un genitore lontano, fermarsi dal panettiere a prendere il panino preferito di mio marito perché un pranzo semplice assuma un aspetto curato. Fare una torta da condividere insieme, ascoltare un'amica o una collega che ha bisogno di un consiglio o semplicemente qualcuno che ascolti il suo sfogo. Prendersi cura del gatto, che ha bisogno di una carezza, che ama sedersi sulle ginocchia mentre stai lavorando al computer, significa fargli una coccola, accettare che si acciambelli li sui tuoi piedi mentre riposi sul divano.

Prendersi cura degli altri, però parte dal prendersi cura di noi stesse.
Se non mi prendo cura di me stessa, non posso prendermi cura di chi mi sta intorno, perché non sarò serena e pronta a dedicarmi al prossimo.
Come dice Battiato nella sua canzone, La Cura, "perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...". Se non partiamo da noi, non ci consideriamo speciali, non possiamo percepire gli altri come speciali e prenderci cura di loro.

La pratica della cura, però, non deve essere intesa come il sostituirsi a coloro che amiamo e fare le cose per loro. Prendersi cura di un bambino non significa sostituirsi a lui e non permettergli di fare le sue esperienze e magari sbagliare.
Prendersi cura di chi amiamo significa sostenerlo, essergli vicino, ma lasciare anche il margine di errore, perché dagli errori compiuti si possa imparare; una persona abituata ad avere qualcuno che si sostituisce a lei perde la possibilità di responsabilizzarsi e di essere autonoma.

La cura, pratica così semplice ma nel contempo ricca di significato.
Prendersi cura di qualcuno fa sentire che siamo vivi, che siamo in grado di renderci utili ed aiutare gli altro.
Ricevere cura è altrettanto importante. Perché ci fa sentire amati.
La cura. Quella pratica che da significato alle nostre esistenze e al nostro donarci agli altri.




Commenti

  1. Ho letto pochi post importanti e belli come questo, ti ho scelto per i miei top of the post ma ho scelto di stampare il tuo post e rileggerlo ogni giorno fino a quando ne avrò bisogno per migliorare in un aspetto su cui sto lavorando da mesi, come madre, con la primogenita.
    http://mammanontiarrabbiare.blogspot.it/2015/03/top-of-post-11.html

    RispondiElimina
  2. Grazie per le tue parole, mi sono commossa. Ho scritto questo post perché sono pensieri, emozioni che mi porto dentro. Sapere che sono stata utile a qualcuno, mi emoziona. Grazie.

    RispondiElimina
  3. Ho amato luiginia mortari e approfondito le sue ricerche pedagogiche nei master successivi, è una mente illuminata del pensiero filosofico/pedagogico moderno. Il concetto di cura dell'altro e di se è ben espresso qui ( brava) e in un altro bel testo di cui t parlerò . Buona giornata Silvia!

    RispondiElimina
  4. Bellissimo! condivido tutto quanto! L'importanza di prendersi cura di sé, di nutrire se stessi per poter amare gli altri. L'amore verso l'altro che non è dominio, non è sostituirsi ma accompagnarlo alla sua verità più profonda... e questo comporta l'attesa, il seminare, curare pazientemente perché arrivino i frutti...meraviglioso, grazie

    RispondiElimina

Posta un commento