Gatto!


Non riuscirei ad immaginare la mia casa senza un gatto.
Per tutta l'infanzia ho desiderato averne uno, quando avevo dodici anni il mio sogno si è realizzato ed è arrivata Anita, un incrocio tra un siamese ed un soriano, con gli occhi azzurri, strabica, ma un carattere forte. Ci siamo amate alla follia per tutta la sua vita. Eravamo sempre insieme. Le piaceva Ligabue, si sedeva vicino allo stereo quando accendevo la musica a palla per cantare. Ha studiato con me e mia sorella, sedendosi sui libri sulle nostre scrivanie. Ci ha lasciati poco prima che mi laureassi.

Una casa con un gatto ha più calore. Torni a casa e c'è una creaturina dolce e morbida pronta ad accoglierti, non sei mai sola, c'è sempre una presenza pelosa che ti fa compagnia. Se stai male, ti sta vicino, si acciambella accanto a te e ti fa compagnia finché non ti sentì meglio. Se sei triste lo percepisce e a modo suo ti consola. Quando sei felice è li con te, che dorme con un occhio aperto e uno chiuso per controllare che tutto vada secondo i suoi piani.
Un gatto richiede meno attenzioni di un cane, io non avrei la pazienza per seguire un cane come avrebbe diritto di essere seguito. Sono troppo pigra per uscire di casa con qualsiasi tempo o la mattina presto o la sera per fargli fare la passeggiata.
Mi sento affine ai gatti, così come Marito, che ne ha sempre avuto uno in casa.

Poco dopo esserci sposati il veterinario ha telefonato a Marito per dirgli che un gattino dolcissimo cercava casa.
Quando ci ha donato questo trovatello, tutto pelo e strisce, è scattato l'amore. Ricordo ancora che lo stavo portando a casa, lui piangeva in auto, sul sedile del passeggero, e si calmava solo se gli tenevo la zampetta. Li ho capito che si sarebbe chiamato Oreste, come il gatto di Alice nel paese delle Meraviglie. (Era il mio sogno di bambina avere un gatto di nome Oreste. Avevo un gatto di pelouche che ho chiamato così.)
Arrivato a casa è impazzito di felicità, con le sue zampette ponfava qualsiasi cosa: le piastrelle di tutti i pavimenti, il divano, me, Marito...

Oreste è così, dolcissimo, ha tanto bisogno di coccole.
Di notte dorme nella sua cuccia, nel piano giù, ma il pomeriggio gli viene concesso di stare sul lettone. Lui, felice, mi ponfa nei posti più fastidiosi: rotule, fianchi, dita dei piedi, quindi si accoccola felice. Non importa quanto sia grande il letto, ogni padrone di gatti lo sa, lui è sempre li, che occupa tutto il tuo spazio vitale relegandoti in un angolino, oppure si accoccola sullo stomaco, o sulle rotule, o sui piedi, bloccandoti la circolazione.
Se ne sta li, facendo le fusa, poi si addormenta e russa un pochino, mi fa ridere sentire un gatto che russa!

La sera,quando finalmente Polpetta dorme e mi spalmo sul divano, Oreste si spalma su di me, o su Marito, dipende dai momenti, pretende la sua dose di coccole, ti ponfa un po' e poi si scioglie su di te, diventando morbidissimo, come quei pelouche antistress, morbidosi e appaganti.

Poi c'è il momento in cui cerca rogne. Gli si alza la crestina sul cranietto, gonfia la coda e con aria minacciosa si avvicina a te saltellando di traverso e ti minaccia, perché vuole fare la lotta. Puntualmente ha la peggio, perde, ma essendo altezzoso si comporta come il vincitore e si allontana un po' sdegnato, con aria di superiorità.

Oreste è un gatto malato, ha problemi ai reni, da sempre, per cui può mangiare solo il suo cibo. Ciò rende impossibile per lui uscire di casa, quindi spesso è sul poggiolo a prendere il sole, respirare l'aria, drogarsi con la sua adorata erba gatta.
In poggiolo ci sono le lucertole. Lui adora le lucertole. Le caccia, le vorrebbe mangiare, ma non può per i suoi problemi ai reni, per cui Marito ed io ci ritroviamo ad emulare la nonna di Titti e Gatto Silvestro, prendendo Oreste per le ascelle e scuotendolo finché non apre la bocca e sputa il povero rettile, che viene lanciato in strada. A volte la malcapitata si stende a prendere il sole per riprendersi dallo shock, altre volte giunge cadavere verso la perduta libertà e a me non rimane che provare un po' di dispiacere per non essere riuscita a salvarla.

Oreste è stato il re della casa, finché non è arrivato Polpetta.
Avevo letto che per rendere meno traumatico l'arrivo del neonato, bisognava mettere nella cuccia del gatto una maglia impregnata del suo odore.
Con Oreste non ha funzionato.
Ha annusato Polpetta, quindi è stato preso da un attacco di vomito compulsivo che siamo riusciti a risolvere solo drogandolo con il fornelletto dei ferormoni, un mese dopo.

Nonostante l'inizio così traumatico, piano piano si è rassegnato all'arrivo dell'usurpatore. Se uscivo dalla stanza lui si metteva accanto alla culla di Polpetta e vegliava su di lui, venendomi a chiamare tutto agitato se piangeva, per poi uscire dalla stanza tutto soddisfatto quando io mi occupavo del piccolo.
Polpetta adora Oreste, è il suo "gatto con le cice" (strisce) e alterna momenti in cui cerca di accarezzarlo e baciarlo, (benché Oreste non apprezzi e con lo sguardo torvo è pronto a scappare appena la situazione lo permetta) e momenti in cui rincorre il povero gatto con la sua scopa, o lo caccia dalla sedia su cui sta dormendo.
In altri momenti Polpetta è il paladino difensore dei gatti e si sente responsabile del suo sostentamento. Afferma di essere bravissimo a dare le pappe ad Oreste e gli serve i croccantini nella ciotola.
Ciononostante il rapporto fra i due sembra ancora a senso unico. Polpetta adora il suo gatto, Oreste sopporta il piccolo bipede, ma gli sta a distanza di sicurezza.. Chissà se prima o poi i due riusciranno a relazionarsi.

Qualche rara volta, mentre Polpetta dormiva, Oreste si è acciambellato in fondo al suo lettino. Questa è un'informazione riservata, non va divulgata, perché come tutti i gatti Oreste è orgoglioso.

Ora il Micronano sta arrivando. Abbiamo deciso di iniziare a drogare Oreste con i ferormoni un mese prima della data presunta del parto.
Riusciremo a rendere meno traumatico l'arrivo del piccoletto?
Chi vivrà vedrà....

(Come si vede dalla foto, il mio gatto è certo di essere un essere superiore che concede a noi umani di vivere in sua compagnia, servirlo e riverirlo.... Prima o poi conquisterà il mondo!)

Commenti

  1. Che gattone bellissimo!!!!
    Ma cosa significa che lo droghi con feromoni?
    Io quando abitavo coi miei ho sempre avuto gatti, ma ogni volta all'apertura della caccia era un incognita sul loro ritorno o meno. Il gatto a cui ho voluto più bene si chiamava Popi, era bianchissimo, grosso grosso. Un giorno è tornato impallinato sulla testa, l'ho fatto curare, è guarito, ma è come impazzito, non mi riconosceva più. Un giorno se n'è andato, lo vedevo in giro, ma al mio richiamo non rispondeva, mentre prima era una scheggia. Che tristezza.

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    1. Su suggerimento del veterinario abbiamo usato un fornelletto, tipo quelli della ambi pur, che diffonde ferormoni. I gatti si rilassano perché hanno effetto antistress e devo dire che con Oreste ha funzionato, per fortuna! Era così rilassato che lo chiamavo il droGatto...

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