Mamma, perché?


Negli ultimi giorni Polpetta è un'esplosione di domande. Sono letteralmente sommersa dai suoi perché e ad ogni risposta che gli do, si concatenano una serie di domande correlate che mettono a prova le mie conoscenze, la mia capacità di spiegare, anche la mia pazienza. In fondo dopo una quarantina di minuti a rispondere ai suoi perché mi sento quasi svuotata...
"Perché ci sono i fiori?" Perché è iniziata la primavera e gli alberi si risvegliano. "Perché?" Ti ricordi che quest'autunno le foglie degli alberi erano diventate gialle, marroni e arancioni? Poi sono cadute, è arrivato l'inverno e gli alberi si sono riposati. Erano senza foglie. "Perché?" Perché c'era tanto freddo, era inverno e gli alberi erano addormentati. Ora c'è più caldo e gli alberi si risvegliano, nascono tanti fiori colorati e le foglioline tenere. "Perché?" Perché quando gli alberi sono svegli hanno tante foglie. "Perché?" ...

Sebbene sia una fase impegnativa, la fase del perché è molto importante nello sviluppo cognitivo di un bambino. Denota che il nostro bambino ha iniziato ad osservare la realtà con attenzione e si è accorto che ci sono tantissime cose che suscitano in lui curiosità e voglia di capire la realtà che lo circonda.
A volte ci sommerge di domande le cui risposte a noi paiono ovvie, ma per lui non lo sono. Si è accorto che l'acqua è bagnata, che le stagioni cambiano, che le ruote dell'auto girano perché essa si possa muovere, che il gatto ha tanti peli e una coda, che la forchetta ha i denti... Ha bisogno di capire il perché delle cose, perché osserva la realtà in modo attento e compie i suoi primi tentativi di dare un nome corretto ad un oggetto e di metterlo in relazione con il contesto in cui si trova, e capire perché tale contesto è quello e non uno diverso.
Domande di questo tipo ci fanno capire che nostro  figlio non solo è attento alla realtà che lo circonda, ma ha iniziato ad organizzare la sua rappresentazione della realtà, processo che proseguirà negli anni successivi.
Dovrà passare molto tempo prima che riesca a trovare il nesso tra la realtà che ha sotto gli occhi e realtà che non sono presenti (il fiume che scorre e il mare nel quale confluirà molti chilometri più avanti) o che sono esistite nel passato o esisteranno nel futuro, o che non sono percettibili perché troppo grandi ( come ad esempio il cosmo) o troppo piccole (come atomi e microbi).

Cosa possiamo fare noi come genitori?
La prima cosa da fare è armarsi di santa pazienza. Cercare di rispondere alle domande dei bambini può essere estenuante.
Quindi cercare di dare risposte semplici e comprensibili per un bambino piccolo, magari spiegando il concetto aiutandosi con un'immagine a lui comprensibile o un linguaggio semplice e diretto come una fiaba, magari inventata al momento. Una volta Polpetta mi ha chiesto perché stesse tramontando il sole e io gli ho risposto che era stanco e andava a fare le nanne. La risposta è stata per lui così esaustiva che ora ha creato una sua teoria personale. La sera il sole è stanco e va dalla sua mamma, che gli prepara le pappe, poi si lava i dentini e va a fare le nanne. C'è buio perché il sole ha chiuso gli occhietti. Poi domani mattina si sveglierà e tornerà la luce.

A volte i bambini ci fanno domande alle quali non sappiamo rispondere.
Non serve inventare risposte. Per loro è importante la verità. Piuttosto conviene ammettere di non saper dare una risposta e, magari, dire loro che otterranno la risposta desiderata quando ci saremo documentati.
Non c'è nulla di male se il nostro bambino diviene consapevole del fatto che non siamo onniscienti. A lui interessa sapere che noi siamo partecipi della sua voglia di scoprire il mondo e ne siamo contenti.
Credo che rispondere ad un bambino con un onesto non lo so, sia molto meno frustrante che una risposta esasperata e falsa. Può essere l'occasione per cercare insieme la risposta, magari con l'aiuto di un libro, e cogliere l'occasione per imparare qualcosa insieme.

Commenti

  1. Tocchi un punto attuale perché oltre ai perché, mio figlio parte con un ragionamento che mette a dura prova la mia risposta ed a volte non so veramente cosa dire. Cerco di essere chiara ma semplice allo stesso tempo, più per me che per lui perché poi va a finire che mi incarto da sola, lui mi guarda e mi chiede "Non lo sai mamma?", a volte son costretta a rispondere di no ma che cercheremo insieme la risposta. In verità sto imparando molte cose a rispondere ai suoi perché. Ti consiglio il post di www.wondernonna.it che proprio oggi parlava di questo.

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  2. Eccomi! Prima di tutto complimenti per il post, ha "completato" il mio pensiero, visto che oggi abbiamo deciso entrambe di scrivere sui "perché" dei bambini. Poi, posso dirtelo? E' bellissima la storia del sole che va a fare la nanna. A volte, quando sono impossibili le spiegazioni scientifiche, la fantasia ci aiuta, vero? E poi, come hai giustamente detto, i nostri piccoli non si aspettano che noi grandi sappiamo "tutto", ma che cerchiamo insieme a loro la risposta giusta.

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  3. Fatalità abbiamo parlato dello stesso argomento.
    La curiosità dei bimbi ti mette davvero alla prova. Però, in fondo a volte fanno domande che ti lasciano stupita perché ti accorgi con quale attenzione stanno osservando il mondo.

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  4. Se si danno risposte esaustivi i bimbi son contenti e noi anche perchè non ti rifanno la domanda almeno altre venti volte!!

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  5. Tutto vero!
    Bisogna però stare attenti alla coerenza delle nostre risposte perché loro ti stamani subito, se ti contraddici!

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  6. E' consolante sapere che siamo tutte perennemente sulla stessa barca! Passando di qui per la prima volta (dai commenti alla classifica dei 10 migliori mamma blog) fa piacere scoprire che siamo in tanti a covare piccoli nuovi blog. Piacere di conoscerti! :-)

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