Mamma in verde





Fin da bambina sono stata educata a vivere nella natura.
Con i miei genitori le domeniche erano dedicate alle scampagnate in montagna, ogni volta con uno scopo diverso: raccogliere funghi, noccioline, castagne, le more del bosco della nonna, sciare, esplorare, camminare...
Per me e mia sorella il contatto con la natura è sempre stato spontaneo.
Le estati trascorse in montagna dalla nonna erano scandite dalla raccolta delle uova giù al pollaio, le visite al nonno che sistemava il suo orto, la passeggiata serale alle stalle in fondo alla contrada per vedere le mucche.

Il passaggio da queste piccole avventure immerse nella natura allo scoutismo è stato automatico. Quanti ricordi di giochi all'aria aperta, camminate sotto uno zaino più grande di me respirando i profumi del bosco e quante notti nelle tende, ad ascoltare il suono notturno della montagna e ad ammirare la volta stellata!

Quando è nato Polpetta per me è stato naturale cercare di fargli trascorrere più tempo possibile in mezzo al verde. Aveva solo quindici giorni, quando ho parcheggiato la sua carrozzina in poggiolo accanto al gelsomino fiorito e l'ho lasciato dormire all'aria tutto il giorno.

Un po' per le esperienze che ho vissuto nella mia vita, un po' perché nel nido dove lavoro crediamo nei diritti naturali dei bambini, tra i quali il diritto di stare nella natura e di sporcarsi, non ho mai avuto problemi a lasciare che il mio bambino si immergesse nel verde e sperimentasse ciò che la natura ci mette a disposizione.
Da sempre il mio bambino passa ore ed ore a giocare con erba, legnetti, sassi, terra, non c'era giorno l'anno scorso, in cui tornasse dal nido con gli abiti puliti. La sua educatrice pensa come me che sia giusto che i bambini sperimentino la natura.

A volte, al parco giochi, quando Polpetta si immerge nei sassolini, sento altre mamme rimproverare i loro figli: "guarda che ti sporchi!"
Da dove deriva quest'ansia per lo sporco?
Siamo così abituati ad avere case asettiche, pulite e disinfettate, che non ci rendiamo conto che troppa pulizia non giova alla salute dei bambini, che hanno bisogno di entrare in contatto con il mondo per farsi gli anticorpi.
Con questo non intendo affatto dire che un bambino debba vivere nella sporcizia, ma è giusto che in giardino possa sperimentare il mondo senza paura di sporcarsi.

Viviamo in una società dove ci viene imposto tutto: come mangiare, come vestirci, ai bambini vengono imposti giochi che pensano al posto loro, come ad esempio i giochi sui tablet (Polpetta non può toccare il tablet, lo farà più avanti, ha tutta la vita per essere digitale.), o quegli orribili giochi a pulsanti che suonano e parlano in continuazione, ma a parte produrre suoni non permettono utilizzi alternativi.

A me piace che i bambini possano giocare liberamente seguendo il loro istinto immersi nella natura.
Passare un pomeriggio a lanciare i sassi nel lago, osservando le anatre, infilare legnetti nel terreno e fingere che siano le candeline di una torta, immaginare che una foglia sia un aeroplano...
Quanti modi ci sono per giocare con i materiali naturali!
Essi sono informi, non hanno un modo prestabilito per essere usati. Non hanno margine di errore, comunque li si usi va bene ed il bambino prova piacere perché non viene giudicato per come li usa. Può seguire il suo pensiero personale e spaziare con la fantasia.
Questo permette ai bambini di sviluppare la loro intelligenza ascoltando il loro istinto, senza seguire regole, da loro una libertà infinita.
Tutto a costo zero.
Tutto a portata di mano.
Tutto a portata di bambino.

Dovremmo lasciar liberi i bambini di stare nella natura, all'aria aperta il più possibile, perché la natura educa più di quanto crediamo.
Ci educa al rispetto per il Creato, ci educa al rispetto dei tempi scanditi dalle stagioni, ci educa alla spontaneità.
Osservare la natura permette ai bambini di sviluppare un pensiero critico, a porsi e porre delle domande che soddisfino la loro curiosità. Permette di comprendere il ciclo della vita, dal germogliare di un semino, al maturare di un frutto, al morire delle foglie colorate dei colori dell'autunno.
E ci educa a non avere l'ansia dello sporco, perché se succede che ci si sporchi, la sera, possiamo sempre giocare con l'acqua, sotto la doccia, e continuare il gioco della scoperta della natura anche a casa.

Commenti

  1. Concordo con tutto quello che hai scritto.
    L'unico problema, nel mio caso, e' che fatico a lasciare che si sporchi quando non era programmato. Mi spiego: se lo mando alla materna o lo porto io al parco giochi, so già che si butterà per terra e si sporcherà e lo vesto di conseguenza, con abiti non bianchi e facil d pulire.
    Altrimenti, impazzisco perché alcune macchie non vengono più via e io odio indossare vestiti macchiati. Anche se so che sono stati appena lavati!
    In più, il nano da un anno a questa parte odia lavarsi, ogni lavaggio di mani e' una guerra, ogni bagnetto/ doccia il risultato di un'ora di pianti, capricci, minacce, forzature...quindi tremo!!!
    però quasi tutti pomeriggi, quando non piove, cerco di portarlo un'ora al parco giochi dopo la scuola e i fine settimana noi li passiamo sempre fuori, in montagna o comunque a spasso all'aria aperta!!

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    1. In effetti la guerra alle macchie è davvero frustrante, però ho sempre un cambio con me, perché ci siamo spannolinati da poco. Magra consolazione!
      Per quanto riguarda il bagnetto e la doccia, abbiamo il problema contrario: una volta entrato in acqua, non riusciamo più a tirarlo fuori!

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  2. Anche io la penso come te. Li lascio correre fuori nel parco, giocare nell'erba, nel fango...e quando tornano in casa sporchi e felici...sorrido dentro di me nel vedere la loro gioia! che tocchino, annusino , respirino la natura..cosa c'e' di più bello? Le macchie poi si tolgono con calma. E poi ora ho un repertorio di tute "da parco"...se non tornano pulite...che importa?!

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  3. La penso come te. Mio figlio ha i vestiti x giocare, e quelli per quando esce. Mi scoccia un po' se mi macchia o rovina quelli x uscire, perchè certe macchie non van più via.

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