Expo 2015

Venerdì Marito ed io siamo stati all'Expo.
Si è detto tanto sull'Expo, ci sono state critiche, manifestazioni contro questa iniziativa, in tanti la vedono in modo negativo.
Io, in realtà, ero curiosa.
Non puoi criticare una cosa che non conosci, inoltre mi sono detta: perché perdere un'occasione come questa? Capita una volta nella vita di avere un'evento come l'Expo vicino a casa.
Così abbiamo portato Polpetta dalla nonna ed abbiamo preso il treno per Milano, per andare di persona a vedere cos'è Expo2015.

Arrivare a Rho è stato semplicissimo, scesi dal treno le indicazioni per la metro sono immediate e per noi, abituati in una città in cui i mezzi pubblici sono solo gli autobus, viaggiare in metropolitana è stato veloce e comodo.
L'Expo si trova esattamente al capolinea della metro. Esci dalla stazione e l'ingresso è li.
Dopo aver superato i controlli di sicurezza siamo entrati.
La cosa che mi ha subito colpita ed elettrizzata è l'aria interculturale che si respira. Ci sono persone di tutto il mondo, ti senti cittadino del pianeta, senti lingue e vedi volti provenienti da ogni angolo del globo. Io adoro stare a contatto con gente proveniente da paesi lontani.

Il primo padiglione che abbiamo visitato è stato quello Thailandese. Abbiamo fatto il viaggio di nozze in questo paese, vi abbiamo lasciato un pezzettino di cuore, per cui rivedere i thai con addosso il tipico cappello indossato dai contadini che raccolgono il riso ed ammirare il drago all'ingresso del padiglione a forma di cappello tipico ci ha fatto tornare indietro al nostro viaggio.
C'era un po' di fila da fare, così ci siamo messi in attesa. Immediatamente uno degli addetti all'ingresso, notato il mio pancione prominente, mi ha portata dentro, superando immediatamente la coda e mi ha dato una sedia per poter assistere alla presentazione della prima stanza seduta comoda. La premura e la gentilezza delle persone incontrate in questo padiglione è stata confortevole, non ero preparata, benché comunque il popolo thailandese sia sempre cortese.
I thailandesi hanno impostato il loro padiglione sottolineando l'importanza dei monsoni e del ciclo della pioggia per il loro sostentamento.
Mi è immediatamente venuto in mente quello che diceva Chai, la nostra guida, in viaggio di nozze: una mattina di pioggia (siamo arrivati in Thailandia insieme ad un monsone in anticipo di un mese e mezzo) guardavo il cielo plumbeo sconsolata, quando lui ha esclamato: "acqua santa, fa bene ai campi!". È vero: è la pioggia che permette alla vegetazione di crescere rigogliosa.
Un'altra cosa che viene narrata nel padiglione Thai è l'impegno profuso dal re della Thailandia per il sostentamento del suo paese. Dagli anni '60 ogni giorno, con qualsiasi tempo lavora per innovare l'agricoltura nel suo paese, con innovazioni tecnologiche e spingendo le popolazioni del nord della Thailandia a coltivare il riso per il proprio sostentamento. L'obiettivo è essere autosufficienti e avere abbastanza cibo per sfamare il popolo thailandese ricorrendo il meno possibile alle importazioni.

Usciti dal padiglione Thailandese avremmo voluto entrare in quello cinese, ma era chiuso per almeno un'ora, così ci siamo diretti a quello Giapponese, altro paese che adoro e spero, un giorno, di visitare.
L'attesa era di una cinquantina di minuti e le signorine mi hanno detto che non c'erano corsie preferenziali per portatori di handicap, famiglie o donne incinte, per cui se non me la sentivo di attendere era meglio se cambiavo padiglione. Ciò mi ha lasciata basita. Nonostante io sia in 33 settimane e la mia pancia sia enorme, sto bene, quindi l'attesa non mi è pesata particolarmente, ma mi ha stupita il fatti che I Giapponesi, famosi per la loro efficienza, non avessero pensato a categorie in difficoltà. Tra tutti i padiglioni visitati questo era l'unico non attrezzato per persone con handicap o donne in attesa.
Ciononostante la mi cocciutaggine mi ha permesso di visitare comunque questo padiglione, in cui, tra quadri luminosi belli da togliere il fiato, spazi di riflessione sull'importanza del riso per la cultura giapponese, spiegazione di piatti tipici con tanto di riproduzione e una tavola tipica apparecchiata, veniva raccontata l'alimentazione giapponese. Infine abbiamo assistito ad uno spettacolo interattivo dove improbabili attori che sembravano usciti da un manga spiegavano usi e costumi a tavole e sottolineavano come l'alimentazione giapponese sia strettamente legata alla stagionalità.







Il padiglione che abbiamo visitato poi è stato quello Kuwaitiano, dove veniva messa in luce l'importanza fondamentale dell'acqua per il sostentamento della popolazione, che coltiva i propri campi nel deserto dolcificando l'acqua marina. L'acqua permette che avvenga il miracolo della vita anche in luoghi aridi come il deserto.

Il padiglione americano mi ha un po' delusa. Non ha un messaggio spiegato in modo immediato e scenografico: accompagnati da un orto verticale ci sono dei pannelli dove scorrono filmati in cui personaggi famosi, da Obama, ad imprenditori e chef stellati, spiegano in che modo l'economia americana, puntando su cibi genuini , cerca di educare la gente a mangiare sano, ad introdurre ingredienti alternativi, come ad esempio la Quinoia, aiutando così l'economia dei paesi sudamericani che li producono...

Il padiglione israeliano è stato una sorpresa: narrando la storia di una famiglia e seguendo le vicissitudini di quattro generazioni, spiegano come gli israeliani siano riusciti a rendere fertile il deserto anche grazie ad innovazioni agricole esportate poi in tutto il mondo. Non avevo idea che l'irrigazione goccia a goccia o i pomodorini cirietto fossero stati inventati in questo paese.

A questo punto della giornata ero distrutta. Abbiamo riposato assistendo allo spettacolo sotto l'albero della Vita, molto coreografico, anche se non ne ho compreso il senso, quindi abbiamo fatto una grassa merenda al padiglione Olandese. Qui non c'era un padiglione vero e proprio che spiegava il messaggio olandese, ma tanti piccoli furgoni che offrivano a prezzi meno elevati dei ristoranti degli altri padiglioni, cibo di strada, buono e caratteristico. Seduti al tavolino, riposando le gambe indolenzite, abbiamo ascoltato un piccolo concerto.






L'ultimo padiglione che abbiamo visitato è stato quello inglese, dove il tema affrontato era quello della moria delle api. Questi insetti impollinatori sono fondamentali per il sostentamento del pianeta ed è importante salvarli. Il percorso era creato per far vivere al visitatore il punto di vista delle api, dal volo nei prati fino all'alveare, collegato con un vero alveare a Nottingham, all'interno del quale delle luci si accendevano a seconda del numero di api presenti al suo interno.
Mi è piaciuto sentirmi ape, ma soprattutto gustare la cheese cake al rabarbaro, seduta ad un tavolino sul tetto del padiglione.





Purtroppo un solo giorno non basta per visitare l'Expo, ma mi sono portata a casa tantissimi spunti di riflessione e soprattutto una domanda: che posso fare io nel mio piccolo per contribuire al sostentamento del pianeta?
La domanda sembra senza risposta, ma in realtà cose che possiamo fare ce ne sono:

Innanzitutto imparare ad essere essenziali, non comprare e consumare più cibo di quello che ci serve. 
Non sprecare l'acqua. L'acqua è fonte di vita, è un bene prezioso. Spegniamo il rubinetto quando ci laviamo i denti o ci insaponiamo, usiamola in modo essenziale.
Rispettare la stagionalità dei prodotti della terra, ogni stagione ci dona frutta ed ortaggi tipici che dobbiamo riscoprire
Ritorniamo alle origini e ricominciamo ad usare prodotti a km 0.
Non eccediamo con il consumo della carne, ma basiamo i nostri menù sulla dieta mediterranea, ricca di storia, salutare e invidiata in tutto il mondo per la sua genuinità.

Questi sono solo piccoli esempi che mi sono venuti in mente, ma è tanto quello che possiamo fare.

Il pensiero più bello che mi ha ispirato l'Expo è stato il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni future. Se tutti nel mondo facessimo la nostra parte, il nostro pianeta avrebbe doni da regalarci per tantissimo tempo.
C'è una cosa che diceva Baden-Powell, il fondatore degli scout: "lasciate il mondo un po' migliore di come l'avete trovato."
Ecco. Questo dovremmo fare, tutti.

Concludendo, al di là di tutte le polemiche che girano intorno all'Expo, vado controcorrente.
Se lo si visita con spirito critico, se si coglie come un'occasione per riflettere ed imparare qualcosa, non è male come evento.
Tutto sta a quanto cerchiamo di imparare dai messaggi che ci vengono donati dai paesi partecipanti.



Commenti

  1. Il tuo racconto dell'Expo è davvero molto coinvolgente e, devo dire, fino ad ora solo il tuo post mi ha un pò invogliato ad andarci.
    Resto critica, però, perchè ci sono mostre che sono costate molto meno e sono in grado di far riflettere sulle stesse tematiche in molto meno.
    Il mio pensiero, però, è condizionato dal difficile momento che sta affrontando l'Italia ora e dalla constatazione che tanto si parla, anche a livello europeo, e poco si fa davvero.
    Comunque le tue immagini sono molto accattivanti e tu stai benissimo con il tuo pancione!

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    1. Ho preferito soffermarmi su ciò che di positivo ho portato a casa, perché comunque mi ha dato degli spunti di riflessione.
      Credo che ci si stia dimenticando del vero significato di questa manifestazione... Ma è un errore che sta a monte, a partire dal modo in cui è stato concepito.

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  2. Sono curiosa, sono moooltooo curiosa, farò il possibile per riuscire ad andare!

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  3. Anche io sono invogliata ad andarci... per ora non posso (la caviglia mi fa ancora male e non posso camminare molto) ma c'è tempo. Grazie per questo post!

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  4. Io sono andata ad un serale mentre ero a Milano ma ho troppo voglia di tornare per visitare il padiglione del Kuwait. Questo paese che mi ha ospitata per quattro anni, al quale sono tanto legata e voglio andarci con la mia amica Mimma, perché senza di lei Kuwait non sarebbe stata la stessa cosa.
    Ma lo sai che il Kuwait è l'unico paese al mondo che non ha sorgenti naturali di acqua? Tutta l'acqua che viene utilizzata è quella del mare desalinizzata, anche in casa per farsi la doccia e cucinare si usa quell'acqua.

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    1. È una delle cose che spiegavano nel padiglione. Mi ha stupita quanto sia preziosa l'acqua per questo popolo. Noi che ne abbiamo in abbondanza dovremmo rispettare di più questa risorsa naturale...
      Il padiglione mi è piaciuto molto e ho trovato deliziosi i costumi tipici.
      Se non fosse che partorirò a breve ci tornerei, ma mai dire mai. In fondo chiuderà quest'autunno,,,

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  5. Sto leggendo diversi post che parlano dell'Expo e il tuo mi è piaciuto molto.

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