Succede a giugno


Giugno è stato un mese particolare. Iniziato a rilento, con l'andamento ondeggiante di un pachiderma, è terminato velocissimo, come una corsa sulle montagne russe.

I primi giorni sono stati scanditi dalle gite al lago di Garda, dove giocando con i sassi sulla riva e gli schizzi d'acqua fresca ci siamo goduti le ultime gite a tre, prima che la mia gravidanza terminasse.

Abbiamo curato il nostro orticello, che ci da frutta, verdura, tante soddisfazioni ed il modo di stare insieme e prenderci cura delle nostre piantine approfittandone per passare del tempo di qualità insieme. La raccolta delle fragoline da mangiare come dessert dopo cena è diventata una routine molto importante per Polpetta, che adora questi frutti profumati.

Il caldo mi ha stroncata, vuoi per il peso del pancione, vuoi perché comunque la gravidanza ha i suoi lati positivi ma anche le sue difficoltà, per cui ho rallentato ulteriormente i miei ritmi prendendomi più cura di me.

Abbiamo goduto della frescura della campagna, con le passeggiate di Polpetta in bicicletta. Ogni volta è sempre più sicuro di sè e veloce. Andare alla ricerca di papaveri e fiori di camomilla è stato il modo preferito dal mio bambino per dare colore e profumo alle nostre passeggiate.

È stato un mese di notti insonni, passate tra i mille risvegli, tanti pensieri e aspettative per il futuro. Nei miei giri notturni entravo in camera di Polpetta e lo osservavo addormentato, ammirando il mio piccolino e dandogli qualche bacio furtivo mentre lo sistemavo ogni volta che lo trovavo di traverso nel letto.

Siamo riusciti a partecipare ad un matrimonio al quale tenevamo esserci, benché ogni momento fosse buono per partorire ed avessimo la valigia pronta in bagagliaio.

L'ultima settimana è stata un po' rocambolesca, tra notti insonni al pronto soccorso ostetrico per un travaglio che sembrava iniziare e poi si fermava, la diagnosi di polidramnios (liquido amniotico in più), un sabato sera a tre, io, Marito e Polpetta, al ristorante messicano con le mie contrazioni (non ancora quelle da parto) e il dubbio se anche quella notte saremmo stati al pronto soccorso ostetrico oppure no. È stata una serata strana, ma divertente, dove ci siamo coccolati e divertiti, abbiamo passato del tempo felice a tre.

Poi le analisi hanno confermato che era giunto il momento di indurre il parto. Avevo salutato il mio bambino la sera prima, perché ha dormito dalla nonna, visto che il giorno dopo ci aspettavano le analisi in ospedale all'alba e mi è dispiaciuto quel pomeriggio dovergli dire per telefono che ci saremmo visti quando sarebbe venuto a conoscere il suo fratellino.
Ed il trenino delle montagne russe è partito a velocità folle.
Un pomeriggio ed una notte di sofferenza ed attesa, con Marito e mia mamma li vicini.
Quindi è arrivato il momento, la mattina successiva è stata decisiva ed il Micronano è arrivato fra di noi. Così bello, così dolce, così amato da tutti, anche da suo fratello, che lo adora e lo ricopre di baci, coccole, carezze, premure ed attenzioni. 
Ad inizio giugno eravamo in tre, alla fine eravamo quattro, anzi, con il gatto siamo in cinque, per l'esattezza.  
Polpetta improvvisamente non è più il piccolino di casa, ma adesso è il mio bambino che è cresciuto  come un funghetto ed è il mio tesoro bellissimo, Patatino ha ereditato lo status di piccolino di casa, portando aria di novità e amore nella nostra famiglia, sconvolgendo gli equilibri e ridisegnandoli. Per ora il cambiamento è positivo, è una Scintilla di Gioia. Sono curiosa di vedere come evolverà e quali sorprese ci riserva la nostra nuova famiglia.

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