Un incontro



Per tutto il mese di luglio, ovvero il mio puerperio, un problema in famiglia mi ha dato parecchi pensieri e grattacapi, stressandomi tantissimo.
La mattina di venerdì scorso, stavo addormentando  Pulcino, sperando di riuscire a dormire un paio di ore pure io, perché la notte era stata molto faticosa e il sonno arretrato del mese mi aveva donato un terribile mal di testa, quando ho ricevuto una telefonata da uno degli uffici che seguivano il nostro problema a livello burocratico.
In mattinata, entro un'ora, sarei dovuta andare a fare delle firme nell'ufficio.

Ero stanca, avevo mal di testa, le ruote del passeggino di Pulcino erano nella macchina di Marito e lui era ad un funerale, non sarebbe arrivato in tempo per darmele.
Prima di andare nel panico e chiedermi disperata come avrei fatto, mentre pulivo l'ennesimo rigurgito di Pulcino dalla mia spalla mi sono detta: "ok, ce la posso fare!" Ho respirato profondamente, pensato che con la fascia portabimbi risolvevo il mio problema e ho cercato di darmi un po' di decoro, camuffando con del correttore le occhiaie nero pece che mi ritrovavo e vestendomi dignitosamente, sistemando i capelli che non pettinavo da due giorni e cercando di sentirmi ancora donna con un po' di profumo. Quindi sono partita con Pulcino addormentato nel suo ovetto, maledicendo la mia cattiva stella perché avevo sonno e perdevo l'occasione di dormire un po'.

Arrivata in prossimità dell'ufficio, miracolosamente in orario nonostante la poppata di Pulcino, ero di pessimo umore, in quanto non si vedeva soluzione al problema e avevo sonno.
Parcheggio, scendo dall'auto ed inizio ad indossare la fascia portabimbi, quando si avvicina un ragazzo africano con dei braccialetti e collanine, dicendomi "è una bella giornata, vero?"
Ecco, li tutto il mio stress si è condensato sulle mie labbra ed ho sibilato "no, per me è una pessima giornata..." Immediatamente mi sono detta che il ragazzo, poverino, non c'entrava con i miei problemi personali, per cui mi sono scusata ed abbiamo parlato un pochino.
Lui mi ascoltava mentre a grandi linee spiegavo tra le lacrime il mio problema.

Ad un certo punto ha allargato la bocca in un grande sorriso, dicendomi: "sai i problemi ci sono sempre, ma devi prendere la vita con più tranquillità. Mio nonno diceva che è inutile affannarsi, perché i problemi, prima o poi, si risolvono sempre."

Lui, africano, con chissà quali sofferenze e quale storia alle spalle che l'ha portato fin qui, mi diceva di essere serena e mi consolava. Mi sono sentita un po' in difficoltà, pensando che i miei problemi, in fondo erano un'inezia rispetto ai suoi, ho mandato giù lacrime e groppo in gola, l'ho ringraziato e sono andata nell'ufficio dove mi aspettavano.

Gli angeli sono così, appaiono all'improvviso, nelle persone più inaspettate, e con una sola parola sono in grado di riportare il sole nella tua vita.
Quello che diceva il nonno del ragazzo africano è una grande verità.
Siamo noi che presi dalla frenesia della nostra vita cediamo all'ansia ed allo stress. Forse dovremmo davvero vivere con più leggerezza.
Ciò non significa affatto sfuggire alle proprie responsabilità, perché le cose non si fanno da sole, si fanno se siamo noi a farle, ma significa avere meno frenesia, significa, avere più calma, fiducia e fatalismo. Se una cosa non riesco a farla oggi, beh, la farò domani, non succede niente! Un problema mi assilla? Beh, rilassandomi riuscirò ad essere più oggettiva ed a risolverlo al meglio.

Gli africani e tutte le popolazioni che non sono stressate come noi occidentali vivono meglio, perché non si fanno distrarre dai problemi, li affrontano ma riescono anche a godersi la vita, gioendo delle piccole cose.
Dovremmo imparare da loro.

Alla fine, ero davvero grata a quel ragazzo, e mi sentivo in qualche modo in dovere di sdebitarmi, per cui ho comprato una bella bottiglia di acqua fresca, visto che la giornata era molto calda, e gliel'ho regalata.
Quando me ne sono andata, nello specchietto retrovisore, l'ho visto mentre la beveva e si appoggiava la bottiglietta fresca sulla fronte.
"Bene, dai, l'ha gradita davvero!" Ho pensato, mentre mi allontanavo e la figura scura nello specchietto retrovisore si rimpiccioliva.

Commenti

  1. Hai ragione, a volte incontriamo degli angeli, e ce ne rendiamo conto solo dopo... Avevo giusto intenzione di parlare di un mio incontro, lo farò prossimamente. Per il resto, ha ragione il tuo angelo, i problemi si risolvono. E io spero tanto che si risolva il tuo.

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  2. Ho imparato a dare tempo ai problemi, perchè se ne ho uno che mi assilla, mi impongo di non pensarci per qualche giorno, poi con calma trovo la soluzione o comunque qualche spunto in più per risolverlo. Questo in genere...a volte però mi succede come a te, mi butto giù per laccio della scarpa troppo stretto ma so che siamo umani e che anche questo fa parte di noi.

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