Storie di allattamento



Quando è nato Polpetta io ero fortemente motivata ad allattarlo al seno.
Al corso pre parto ci avevano dato informazioni dettagliate sull'importanza dell'allattamento materno ed io ero convinta che dare il mio latte al mio bambino fosse un'importante forma di amore.

Polpetta è nato un po' piccolo e faticava a ciucciare, soprattutto perché aveva un po' di ittero ed io, alle prime armi, non lo attaccavo bene.
Per questo motivo, al quarto giorno di vita, ci hanno ricoverati per fare la foto terapia per risolvere l'ittero neonatale ed io avevo delle dolorosissime ragadi al seno. Un bambino itterico è sonnolento e si nutre poco, inoltre io non avevo capito bene come attaccare il mio bambino, si erano formate le ragadi e la montata lattea non era arrivata.
In ospedale le infermiere sostenevano che il latte che mi tiravo per il mio bambino, striato di sangue e tirato nel dolore, non fosse sufficiente ed io mi sentivo una fallita.

Siamo tornati a casa dall'ospedale con l'aggiunta di artificiale ed il tiralatte ed è iniziato il mio tour de force: dai il bibe con il tuo latte, dai l'aggiunta di artificiale e tirati il latte per la poppata successiva, così giorno e notte. 
Ricordo ancora le volte che, nel cuore della notte, mi addormentavo attaccata al tiralatte, col suo suono ritmico, e rovesciavo il latte tirato, imprecando.
Ricordo anche le lacrime, perché non riuscivo a produrre abbastanza latte per il mio bambino, la stanchezza, il senso di fallimento.

Poi, un giorno, mi ha chiamata l'ostetrica del corso pre parto per chiedermi come stavo: le lacrime sono sgorgate come un fiume in piena e le ho raccontato il mio dolore. Lei mi ha invitata ad andare al consultorio per vedere come mi potesse aiutare.

Era il 25 maggio 2012. Io ero seduta a gambe incrociate sotto alla scrivania, al sesto piano dell'ospedale che traballava in modo inquietante per la scossa di terremoto, con Polpetta in braccio attaccato, che ciucciava avidamente il mio latte, mentre l'ostetrica, accucciata sul pavimento, mi spiegava come allattare al seno e come funzionasse l'attacco del bambino. Marito, seduto li vicino era preoccupato. Non saremmo mai usciti in tempo dall'ospedale, per cui aspettavamo così che il terremoto passasse.

Quell'incontro turbolento ha salvato il mio allattamento. La mia cocciutaggine, mentre tutti mi dicevano che il mio bambino sarebbe cresciuto sano anche con il latte artificiale, mi ha permesso di compiere il mio piccolo miracolo: crescere il mio bambino con il mio latte.

Ho allattato il mio bambino con gioia per 20 mesi, supportata dall'ostetrica del consultorio e dalla rete de La Leche League.

Con Pulcino tutto è stato più semplice!
Appena me l'hanno posato sul petto, ricoperto di vernice caseosa, l'ho attaccato al seno perché ciucciasse e così ho fatto anche quando me l'hanno riportato pulito.

Si è attaccato subito, la montata lattea è arrivata dopo due giorni. Ero esperta, sicura di me e sapevo come fare.
Questo perché per favorire l'allattamento materno sono necessarie alcune cose fondamentali:
-motivazione da parte della mamma. Se non sei convinta, lascia stare. Meglio una mamma serena che allatta artificialmente che una madre stressata che tenta un allattamento al seno che non va;
-supporto da parte di operatori formati e della famiglia;
-conoscenza non solo dell'importanza del latte materno, ma anche di come si allatta.

Allattare è un'arte, un dono preziosissimo, il dono che una madre può fare al suo bambino ed a sè stessa.
Ma questo dono ha la sua validità solo se la mamma è serena.
Meglio una mamma che allatta con l'artificiale ma è rilassata, che una mamma che allatta al seno ma è a disagio.

Nella settimana dedicata all'allattamento materno ho scelto di raccontare la mia storia, perché la mamma che legge questo post sappia che, se veramente ci sono le condizioni favorevoli e si sia fortemente motivati e supportati da esperti e dalla propria famiglia, ogni mamma possa allattare. Ci sono addirittura mamme che hanno adottato dei neonati e riescono a compiere un miracolo ed allattare!

Spero che questo post possa dare speranza alle mamme che, come è successo a me, sono alle prese con un inizio di allattamento difficile. Cercate di capire quanto siete motivate ad allattare al seno e non gettate la spugna. Con il supporto giusto ce la farete anche voi!

Commenti

  1. Grazie di aver condiviso la tua esperienza, sono convinta anch'io come te che ci cuole tannta volontà ed informazioni, e le nostre storie possono aiutare tante altre mamme.
    Ciao

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  2. prprio così: Motivazione, supporto, conoscenza: bisognerebbe scriverlo a caratteri cubitali nei reparti di ostetricia!
    Che meravigliosa esperienza l'allattamento! :) Bacio !
    Sara di http://blog.pianetamamma.it/oltrechemamma/

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  3. Leonardo è nato un mese prima del previsto e con taglio cesareo in anestesia generale, tutte variabili che potenzialmente avrebbero dovuto impedire l'allattamento al seno e di fatto i primi giorni, è stato così. Se non ho mollato lo devo ad un' infermiera del reparto di Neonatologia Intensiva, che mi ha fatto conoscere la marsupio terapia e da li è iniziata la nostra meravigliosa esperienza che è durata ben 18 mesi. Con Teresa invece, nonostante sia nata quasi un mese prima, nonostante con taglio cesareo e in anestesia generale (storia gemella del fratello praticamente), tutto è avvenuto in modo automatico, di sicuro l'esperienza del primo è stata fondamentale.
    Ti lascio il link di un vecchio post che parla di questo
    http://mammapiky.blogspot.it/2012/07/la-marsupio-terapia.html

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    1. Meno male che esiste la marsupio terapia!
      Io sono nata in anticipo, ma allora i neonati stavano in incubatrice e le mamme non li potevano toccare se non per una mezz'ora al giorno, con conseguenze affettive sia per la mamma che per il neonato...
      Fortunatamente, ora, le cose sono cambiate!

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  4. Ti leggo silenziosamente senza commentare da un po.. mi è piaciuto molto questo post.. volevo condividere in breve la mia esperienza ho partorito a maggio il mio piccolo a 24 settimane per Travaglio inarrestabile il mio piccolo è nato con parto naturale non sapevo se sarebbe sopravvissuto ma da subito mi sono impegnata a stimolare il seno con il tiralatte e due giorni dopo il parto sono riuscita a tirarmi il primo goccio di latte ero davvero molto contenta anche perché il giorno stesso hanno iniziato a somministrarglielo con il sondino... mi sono tirata il latte per 5 giorni lasciavo 20 ml in ospedale per il mio cucciolo ed il resto lo congelavo nella speranza di poterglielo dare.. Non è andata così il mio piccolo dopo nove giorni in tin è mancato.. qualche tempo dopo con mio marito abbiamo Donato il latte che avevo congelato alla banca del latte... tutto questo per condividere che ogni mamma può farcela ad avere il latte e che come ci han sempre detto in ospedale per alcuni bimbi il latte materno è una vera e propria medicina. Ora sono nuovamente incinta mi auguro di avere un esperienza diversa e di poter attaccare il mio bambino al seno mentre lo cullo tra le mie braccia Chiara

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    1. Grazie per aver condiviso qui la tua storia con delicatezza. Mi sono commossa quando ho letto la tua esperienza. Ti auguro con tutto il cuore che il piccolo che sta arrivando ti porti tanta gioia!
      Un grande abbraccio.

      P.s. Facci sapere, quando nasce il tuo tesorino, come va e come state

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  5. Che meravigliosa esperienza l'allattamento ed il legame unico con il nostro bambino/a....Nessuno mi toglierà mai dal cuore e dalla mente quei meravigliosi e preziosissimi momenti...Pensa cara, che quando il mio bimbo aveva poco più di 20 giorni, io mi sono ammalata, ho preso l'influenza...Avevo paura di perdere il latte, di fare ammalare il mio bimbo, di perdere il nostro meraviglioso legame...Beh, credimi, ho continuato ad allattarlo, su suggerimento del medico. Risultato: non ho perso il latte, (forse era solo un pochino più liquido), il mio bimbo non si è ammalato ed io mi sono sentita forte e sicura di me, come mamma e come donna :-) Un abbraccio

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  6. Le mamme hanno tanto bisogno di sostegno nel post partum, è una bellissima storia quella che hai condiviso e penso sia fondamentale raccontarsi i momenti più difficili tra mamme; la condivisione di storie così può rappresentare un dono per qualcuno in cerca di aiuto...

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