Carpe Diem




.Venerdì sera ero a casa da sola con i bimbi, Marito era fuori. Quel giorno c'erano stati problemi alla linea elettrica, per cui avevamo la luce in casa, ma i lampioni fuori erano spenti. Noi abitiamo in un complesso residenziale circondato dai campi, per cui il buio era totale ed io ero un po' in paturnia, in quanto in provincia ci sono moltissimi furti ed essere a casa senza mio Marito, con la strada buia, mi faceva sentire insicura. 
Ovviamente, molto intelligentemente, stavo guardando un thriller mozzafiato, per cui ero ancora più tesa.

Ed ecco scorrere sullo schermo le parole: ultim'ora, attentato, Parigi.

Ho contato i minuti che mi separavano dal rientro a casa di Marito, stringendo Pulcino che stavo allattando.  Nel mentre mille pensieri cupi affollavano la mia mente, mentre provavo mille emozioni diverse.

Rabbia per tutte quelle morti.
Rabbia perché siamo in guerra. Si, come i nostri nonni durante la seconda guerra mondiale, siamo tenuti in scacco dal terrore. Mentre allora sapevamo chi era il nemico, oggi sappiamo che è lì, subdolo, nascosto. Non sappiamo bene chi sia ne quando agirà.

Non ci sentiamo più al sicuro, il mondo non è più casa nostra. E pochi invasati hanno cancellato il sogno di un mondo multietnico, in cui ognuno si può sentire a casa in ogni suo angolino.

Ma sono arrabbiata anche perché questa situazione sta creando odio, discriminazione, xenofobia.

Sono arrabbiata perché mi sento impotente. 

A che serve accendere una candela alla finestra? A che serve cambiare la propria immagine sul profilo Facebook?
Pulisce davvero le nostre coscienze?
Fa qualcosa di concreto o è solo aria fritta?

Più cerco di capire come si è giunti a questa nuova guerra, più capisco che, se da una parte ci sono persone che hanno trovato nel fondamentalismo la via sbagliata per difendere la propria cultura, dall'altra mi rendo conto che i paesi occidentali stanno facendo gravi errori nelle loro scelte politiche.
Come quando si litiga, la verità è nel mezzo.
La cosa orrenda è che anziché il dialogo una delle due parti sta cercando nel terrore e nell'assassinio di innocenti la propria strada.

E noi? Come possiamo difenderci da questo orrore? Come possiamo difendere i nostri bambini?

Ho cercato di evitare che Polpetta vedesse le immagini trasmesse in TV, ma alla fine è successo. Quando mi ha chiesto di spiegare  cosa significassero quelle immagini, gli ho detto parte di verità. Ci sono state delle esplosioni e delle persone si sono fatte molto male. Per fortuna ha tre anni e mezzo e non ho dovuto approfondire la spiegazione.

Ma la paura ed il senso di impotenza si fronte a questi avvenimenti mi ha fatta sentire piccola, impotente.

Ieri parlavo della mia impotenza di fronte a questi fatti con un sacerdote a cui sono legata e con cui ho percorso molta strada scout. 
Lui, saggiamente, mi ha detto che questo mondo non è cambiato dal passato. Ci sono sempre state guerre e orrori e anche se siamo impotenti di fronte a certi eventi e non possiamo difendere i bambini da tutto, non dobbiamo dimenticare che sono i valori che doniamo loro che li fanno vivere con speranza e gioia, non quello che ci accade attorno. Oggi non è peggiore di ieri o di mille anni fa.

Allora ho compreso.
Non possiamo proteggere nessuno da eventi fuori dalla nostra portata, ma possiamo vivere.
Vivere dicendo alle persone care quanto le amiamo.
Vivere dando importanza alle relazioni e vivendole in profondità.
Vivere a pieno questa vita assaporando e non sprecando il tempo che ci è donato.

 "Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero." Orazio

  "Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito, come se ci odiasse:
cogli l'attimo, confidando il meno possibile nel domani."

Commenti

  1. Silvia, la paura c'è anche in chi non lo confessa, ma sì, bisogna andare avanti, non c'è dubbio. Con speranza, con amore, per noi stessi e per i nostri figli. Per quanto riguarda le candele o il cambio del profilo su Fb lo so che non serve a niente. A me personalmente è sembrato un modo come un altro per partecipare al dolore, nient'altro. E anche per non dimenticare, perché tra sei mesi vorrei ricordare ancora chi è morto in questo modo inumano... proprio per continuare ad apprezzare quello che ho, rispetto a chi ha perso tutto, anche la vita.

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    1. Quello che non capisco, Annamaria, è il modo di alcune persone di seguire l'onda, una moda.
      Se tu hai fatto queste scelte ponderate, usando la testa, latra gente, purtroppo non lo fa.
      Come quelli che su FB postano la notizia della strage all'università del Kenya dicendo che non se ne parla. In realtà è accaduto mesi fa e alla notizia si era data molta eco.

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  2. Grazie, penso che sia proprio così come scrivi.. Continuare a dare un senso, a onorare la vita, sempre... e trasmettere questo amore ai bambini che saranno gli uomini del futuro. Un abbraccio

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    1. Rispondere al l'odio con altro odio non porta a nulla..

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  3. Senti, io non passo più a trovarti, ogni volta mi fai piangere! ovviamente scherzo...grazie per aver scritto queste parole.

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  4. Da quando sono accaduti un paio di eventi nella mia vita ormai cerco di assaporare ogni giornata. Il carpe diem è molto difficile da "mettere in pratica" ma l unico modo per gustare realmente la nostra esistenza.

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    1. Anche perché abbiamo solo una vita. È giusto viverla al meglio, perché quando sarà la nostra ora, non avremo più occasione di viverla al meglio...

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