Sorrisi sdentati



Tra i ricordi più belli che serbo di Polpetta da piccolo ci sono i suoi sorrisi: una mattina, quando aveva più o meno tre mesi, siamo rimasti distesi a lungo nel lettone a farci le coccole ed io ammiravo il suo sorriso sdentato, qualche settimana dopo giocavo con lui e lo riempivo di baci e lui rideva compiaciuto. Superato i sei mesi, dopo il bagnetto, ha preso con la manina il cappuccio del suo asciugamano e si è coperto gli occhietti. Il suo sorrisetto furbo mi ha fatto capire che si aspettava che io dicessi qualcosa, così abbiamo iniziato a fare il gioco del cucù e lui rideva felice.
Questi ricordi mi sono tornati alla mente proprio in questi giorni, quando Pulcino ha ripetuto i gesti di suo fratello coinvolgendomi nel gioco del cucù dopo il bagnetto.
Sono passati tre anni, eppure i miei bambini stanno ripercorrendo le stesse tappe, donandomi sorrisi meravigliosi.

Il sorriso è una delle prime manifestazioni di felicità e appagamento che appaiono nel neonato.
Inizialmente il neonato sorride quando si trova in uno stato di appagamento. Tutti i suoi bisogni sono stati soddisfatti e lui sta bene. Sorride e mamma e papà sorridono a loro volta, il piccolo vede i loro sorrisi e piano piano impara a rispondere ai loro sorrisi, creando un circolo di comunicazione che esprime  benessere, gioia ed appagamento e crea le basi per il legame di attaccamento con la mamma ed il papà.

Alcuni studi psicologici hanno dimostrato che un bambino di tre mesi risponde al sorriso di una figura disegnata su un foglio. Questo si chiama sorriso a specchio: è la risposta ad un altro sorriso, in quanto nei primi sei mesi il piccolo sorride a chiunque.

Piano piano il sorriso diviene un messaggio che invia a mamma e papà: se lui sorride, loro rispondono al sorriso a loro volta, per cui cerca di attivare i sorrisi. Nei mesi scorsi capitava, la sera, che durante la cena Marito tenesse in braccio Pulcino mentre stavamo mangiando. Io mi divertivo perché Pulcino iniziava a cercarmi con lo sguardo e quando io rispondevo al suo sguardo ammiccante con un sorriso lui sorrideva a sua volta, nascondendosi poi tra le braccia di suo papà, per ricominciare subito dopo il gioco.

Il gioco dei sorrisi è il modo in cui il bambino apprende le regole del dialogo: comunica, attende una risposta, quindi comunica di nuovo.
È un gioco importante perché insegna al bambino che per comunicare bisogna attendere il proprio turno, cogliere i messaggi dell'altro e rispondere esprimendo le proprie emozioni. Che gioco complesso!

Nei primi sei mesi di vita il neonato risponde al sorriso di chiunque, risultando adorabile ed ispirando amore ed accudimento. Questo perché la relazione è atta alla soddisfazione dei bisogni primari.
Col passare dei mesi, però, il bambino inizia ad interagire più consapevolmente con chi ha di fronte e dopo i sei mesi il suo sorriso diviene selettivo: se una persona gli risulta antipatica o non si fida di lei, non risponde al suo sorriso.

Accanto ai sorrisi, piano piano, appaiono le prime risate: Pulcino ride di gusto se, appena sveglio dopo il riposino del pomeriggio lo bacio sulle guance, ride se facciamo il gioco "trotta trotta cavallino", ride quando dopo il bagnetto lo massaggio con la cremina e lo manipolo giocando con il suo corpo con massaggi, bacini, e canzoni. È un gioco che abbiamo iniziato verso il quarto mese di vita di Pulcino, quando ho scoperto che provava piacere e rideva se, durante il massaggio, interagivo con lui in modo giocoso. La manipolazione giocosa delle parti del corpo è importante, perché aiuta il bambino a prendere coscienza di sè e del suo corpo e a percepire sè stesso.
A volte gli faccio un po' di solletico, ma cerco di non esagerare: io soffro il solletico da morire e trovo che, se fatto a lungo, sia davvero fastidioso e spiacevole.

Ora che Pulcino è più grandino, come dicevo sopra, ci divertiamo con il gioco del cucù. A volte lo fa anche quando siamo in giro e lui si tira sul viso i lembi del sacco del passeggino.
I momenti in cui ride di più, però, è quando si trova vicino al suo fratellone.
Attira Polpetta con sorrisi lusinghieri e poi entrambi giocano e ridono di gusto.

Il sorriso di Pulcino, però, è destinato ad evolvere ulteriormente.
Ricordo che verso l'anno Polpetta aveva imparato a provocare intenzionalmente le risate e che insieme ridevamo molto non solo tra di noi, ma anche guardando cose che erano al di fuori della nostra relazione a due: un gioco, un suono, una terza persona. Spesso Polpetta rideva guardando Oreste che gli passava di fianco osservando lo sdegnato. (Povero gatto, non si è mai rassegnato del tutto al fatto che gli abbiamo portato a casa due cuccioli d'uomo...)

Il sorriso, bello ed appagante sia per chi lo fa che per chi lo osserva, quindi è molto importante nello sviluppo sociale ed emotivo del bambino.
È importante che i genitori lo stimolino rispondendo a loro volta ai sorrisi dei bambini. Non solo serve ai piccoli per avere la conferma di esserci nei pensieri dei loro genitori, ma è parte dello sviluppo socio-emotivo del bambino, quindi va anche monitorato.
Se ci sono bambini che sorridono tantissimo, ci sono anche piccoli che sorridono molto meno. È normale, fa parte del carattere e dell'unicità dei ognuno. Un piccolo che sorride è un bambino che sta bene, che ha sviluppato un legame di attaccamento con le figure di riferimento perché sente che i suoi bisogni sono soddisfatti ed è sicuro di sè.
La risposta ai sorrisi e l'interazione sociale che ne deriva, infatti, crea le basi per l'autostima e la sicurezza del bambino.
Attenzione, però: se trascorso il primo anno di vita il bambino non ha sorriso mai, o quasi mai, meglio parlare con il pediatra, per appurare il motivo che spinge il bambino a non sorridere.

Commenti

  1. Che bel racconto, viene fuori tutto il tuo entusiasmo di essere mamma, le tue "scintille di gioia"!
    E le informazioni che riferisci sullo sviluppo dei bambini, semplici ma interessanti (per quanto da psicologa non mi siano nuove, anzi ;)) sono ben legate con i" pezzettini di voi " che ci offri...

    Un amore di post, direi, che mette l'allegria e la voglia di sorridere.
    Bacio,
    Carmen

    RispondiElimina
  2. Che teneri che sono quando imparano a far finta di ridere! Vogliamo parlare poi di quando imparano a far finta di tossire?! Sono troppo dolci!
    Un abbraccio,
    Angi

    RispondiElimina
  3. Si vede che la questione ti sta molto a cuore e hai studiato tanto!
    Comunque il sorriso del proprio bimbo e' la cosa più bella del mondo per ogni mamma, credo!!!

    RispondiElimina
  4. I sorrisi sdentati sono tra le cose che mi mancano di più della loro "primissima infanzia" . Sarebbe bello catturare ogni istante, ricordare bene ogni sorriso.il tempo fugge veloce...

    RispondiElimina
  5. I bambini che sorridono e ridono quanta gioia diffondono intorno a loro!! Ti svelo che ogni tanto registro le risate di mio figloro. Sono quegli attimi di vita piena che non vorrei mai dimenticare

    RispondiElimina

Posta un commento