Potrebbe essere peggio: potrebbe piovere!

Immagine tratta dal Web

Questa mattina, quando mi sono svegliata ed ho scoperto di aver dormito sette ore perché Pulcino non si è mai svegliato stanotte, ero felicissima e pensavo che si preparava una giornata meravigliosa....

Invece no...
Tutto è iniziato quando ho portato Pulcino nel lettone per la poppata mattutina, visto che fa ancora colazione con il mio latte.
Il piccolo era affamato ed ha ciucciato avidamente.
Nel mentre è arrivato Polpetta che si è steso accanto a me per le coccole ed io pensavo che ero felice e sono fortunata ad avere due bei bambini.

Un minuto dopo Pulcino piangeva.
L'ho messo seduto sulla mia pancia. Lui, da ingordo, era affamato ed ha preso più latte del dovuto: ho visto a rallentatore il vomito a getto stile esorcista che investiva in pieno me, il cuscino da allattamento lenzuola e letto. Polpetta no, con una scatto felino si è allontanato in tempo.

Ho respirato a fondo pensando "ce la faccio, ce la faccio, il materasso è salvo perché sei stata intelligente ed hai messo la cerata, ce la faccio, ce la faccio...."

In qualche modo ho raccolto figli, vestiti puliti, pannolino, asciugamano e sono migrata con la prole in bagno per fare la doccia a me, bagnetto a Pulcino e lavare e vestire Polpetta. Qui mi sono fatta una doccia alla velocità della luce mentre Polpetta e Pulcino facevano la cacca, lavato Polpetta, lavato Pulcino che uscito dalla vasca ha pensato bene di fare pipì mentre lo adagiato sull'asciugamano innaffiando ovunque. Rassegnata ho iniziato ad organizzare mentalmente la montagna di bucati che si sono materializzati in mezz'ora e pensavo: pace interiore, pace interiore, pace interiore....

Non scenderò in particolari su come è proseguita la mattinata, riassumo il tutto dicendo che ringrazio il cielo che Polpetta stamattina è stato eccezionale e si è autogestito i giochi ed è stato tranquillo, i bambini hanno le antennine. Sono riuscita più o meno a gestire Pulcino mentre cercavo di sistemare l'apocalisse che c'era in casa, ma la montagna di cose da fare era insuperabile.
Ad ora di pranzo la casa era ancora un macello, le tazze da lavare, il lettone rifatto, ma Marito è arrivato che il pranzo non era ancora pronto.

Ed io, che cercavo di essere zen, tentavo di riderci su pensando alla scena di Frankenstein Junior in cui Igor dice: "Potrebbe essere peggio: potrebbe piovere!".

In realtà, alle 13.15 Polpetta affermava che non avrebbe mangiato se io non gli avessi raccontato una storia, Marito tentava di aiutarmi lavando le tazze, io litigavo con l'imbottitura del cuscino da allattamento che non voleva rientrare nella fodera lavata, il nostro pranzo non c'era, Pulcino piangeva annaspando con braccia e gambe perché si era steso sul suo tappeto e non riusciva ad alzarsi, la casa era un macello... Ho inspirato, respirato, inspirato...

Non è servito...

Ho sbroccato.
Ho alzato la voce, sbraitato la mia rabbia e frustrazione su Marito, che poveretto non c'entrava più di tanto, ho spaventato il mio bambino grande. Ho vomitato parole cercando di non scagliare in giro tutto quello che avevo davanti e poi mi sono stesa sul lettone a piangere cercando di calmarmi.

Mi sono sentita sola, inadeguata, incapace, impotente, una cacca...

Alla fine ho in qualche modo chiesto scusa a Marito per aver esagerato, chiesto scusa a Polpetta spiegando che può capitare che la mamma perda la pazienza e non riesca a tenere ferma la rabbia come capita a volte anche lui. Il mio bambino, con la sua saggezza da quasi quattrenne mi ha risposto: "sai, mamma, se ci si arrabbia non si deve parlare forte."
Nè io nè marito abbiamo pranzato.

Ora Polpetta dorme, Pulcino pure.
Marito è al lavoro ed io sono qui che rifletto.
Mi sento frustrata e sola. Come prima ho rinfacciato a Marito, è vero: quando è in casa lui si fa in ventiquattro per aiutarmi, ma mentre lui è al lavoro io qui mi faccio un mazzo come una verza e sono sola. Non posso contare su nessuno.
Ci sono giorni in cui mi sento forte e supero ogni cosa e giorni come oggi in cui non ce la faccio.

E va beh.
Potrei mettermi a piangere di nuovo, crogiolarmi nella mia tristezza e nel mio senso di impotenza misto a senso di inadeguatezza e di colpa.

Invece respiro, inspiro ed espiro.
Ripeto il mio mantra. Mi piego ma non mi spezzo.
Oggi sono caduta. Va beh, mi rialzo e vado avanti. Magari la prossima volta riuscirò a non farmi prendere dalla rabbia e dalla frustrazione e sarò più forte.

Penso al momento felice con i miei bambini stamattina.
Mi riempio di positività e caccio indietro lacrime e frustrazione.
Se mi impegno la giornata può ancora migliorare e stasera andrò a letto felice, nonostante tutto...  

Commenti

  1. Purtroppo può capitare, cara Silvia. Siamo umane. E trovo già molto positivo il fatto di rendersene conto e mettersi in discussione. Giusto ieri ho rotto il contenitore dell'umido, sbattendolo un po' troppo forte mentre lo svuotavo nel compost: ero nervosa. Ma la mia giornata è poi finita bene, dunque ti auguro che possa migliorare anche la tua.
    Un abbraccio!

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  2. La giornata è terminata e, cara Silvia, spero che quando leggerai questo commento la bufera sarà terminata. Panta rei e pensa che siamo fallibili anche noi! Un abbraccio grande!

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  3. A volte siamo ipercritiche con noi stesse ed è difficile accettare quando tutto sembra andare al contrario rispetto a come vorremmo, sopratutto quando ci impegnamo molto. Sono contenta che alla fine tutto sia andato bene.
    Non so se può valere anche per te, ma in generale ho visto che è molto importante imparare a lasciare andare, pensare meno e giudicarsi meno.
    Buon fine settimana!

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  4. Ci sono quelle giornate no, non vanno per il verso giusto, e ci sentiamo incomprese, incapaci, arriviamo allo sclero...tutte.. E ci chiediamo perché tutta sta fatica... Servirà?! I tuoi bambini ti amano, anche quando ti arrabbi..non siamo perfette, anzi, la perfezione non ha niente di bello secondo me.. Vai benissimo come sei, stai crescendo due figli piccoli con tanto amore che si Respira a polmoni pieni dal tuo blog e dalle tue parole.

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