Il paguro

Immagine tratta dal web

Stamattina c'era il sole splendente, un caldo quasi afoso ed il bagno in mare è stato l'occasione per rinfrescarci. Nuotavamo già da un po' quando si è avvicinato uno dei bimbi che alloggiano al nostro albergo con in mano una conchiglia abitata da un paguro.

Ce lo ha mostrato tutto orgoglioso e Polpetta lo guardava incuriosito. 
Io non ho resistito e gli ho chiesto se potevo prenderlo in mano: le zampette mi solleticavano il palmo della mano ed io, per un secondo, sono tornata bambina.

Ho trascorso le vacanze della mia infanzia a Santa Teresa di Gallura, nella spiaggia di Rena Maiore: allora era una spiaggia selvaggia, non c'erano servizi, nè bar, nè ombrelloni e lettini. La mia famiglia ed io, carichi come asinelli, camminavamo ogni mattina fino alla spiaggia. Papà piantava l'ombrellone e noi gonfiavano i materassini. Poi, mia sorella ed io, una volta spalmate di crema, partivamo con i nostri secchielli ed andavamo agli scogli a caccia di paguri. Con i secchielli pieni di acqua e paguri, appostate nei pressi del nostro ombrellone, aspettavamo con ansia il momento di entrare in mare per il bagno.

Prendersi cura dei paguri era un lavoro a tempo pieno: bisognava tenerli all'ombra, cambiare spesso l'acqua. Mettevamo delle conchiglie vuote ed i paguri uscivano dalle loro conchiglie per trasferirsi in quelle più belle, perciò mia sorella ed io dovevamo sedare le risse. Poi a sera li riportavamo sui loro scogli, a casa loro, traumatizzati, credo. Li avremmo ritrovati li il giorno dopo...

Ecco.
Il paguro posato sulla mia mano mi ha riportato alla mente questi ricordi, vividi come se non fosse passato nemmeno un minuto.

Ho chiesto a Polpetta se volesse tenere in mano il paguro, ma lui si è limitato ad osservarlo. Credo avesse un po' di paura, ma non voleva ammetterlo.

Dopo un po' ho restituito il paguro al bimbo che ce l'aveva mostrato, in modo che potesse riportarlo dove l'acqua era un po' più fonda.

Ogni tanto ripenso ai paguri con cui giocavo da bambina. Chissà se mia sorella ed io li abbiamo traumatizzati e se per loro noi eravamo come Daria, la nipote del dentista del film Nemo, la bimba di cui i pesci dell'acquario avevano il terrore...

Commenti

  1. Rivivere con loro le vacanze e' come tornare bambini e riassaporare il bello e la meraviglia delle cose semplici ....Santa Teresa di Gallura continua ad essere una meraviglia anche oggi!

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