Il significato di essere mamma: oggi si racconta Annamaria



Oggi, per la rubrica "il significato di essere mamma" ho l'onore di ospitare una blogger che adoro, ovvero Annamaria. Lei è una mamma speciale, perché oltre ad essere mamma è anche una nonna ed una blogger. Avete mai sentito parlare di Wondernonna? Ecco è lei!

Ero molto curiosa di conoscere la sua esperienza di mamma e nonna, per cui l'ho un po' stalkerata e lei, molto gentile, ha accettato di partecipare alla mia iniziativa.
Era un po' perplessa, perché è una nonna, ma una nonna è anche una mamma che ora vive un'esperienza in più, l'essere nonna. Ecco perché ci tenevo molto all'idea di poter ospitare la sua esperienza.
Siete curiosi?
Ecco qui la sua effervescente testimonianza:

"L’amica Silvia, una delle   blogger che seguo con regolarità, mi ha chiesto di parlarle del significato di essere mamma. Lì per lì ho pensato “Ma a me? Siamo sicuri? No, perché io sono pure nonna…”. Me la vedo davanti, mentre annuisce, e dice “Sì sì, proprio a te”. Partendo da questa premessa la “povera” Silvia non sa che io non  sono proprio il prototipo di mamma-tipo, ma tanto per andare sul sicuro le ho già detto di non aspettarsi risposte scontate.
E voilà… tanto per non smentirmi evito di dire che essere mamma è la cosa più bella del mondo, che ha cambiato la mia vita, etc etc. Tanto lo dicono  o lo diranno le altre mamme, più fresche di me di “diploma”. Io ho affrontato la maternità come un evento catastrofico. Mia mamma non faceva altro che dirmi “Ahhhhhhh…. Sentirai che maleeee”, tanto che il primo periodo mi chiedevo come facessero le donne incinte a ridere, sapendo quel che le aspettava. Poi, man mano che il pancione cresceva ho instaurato un rapporto alla pari con la mia pancia. Io e lei, sole solette, ci facevamo delle belle chiacchierate in silenzio. Era una cosa solo nostra, dove lei – mia figlia, ma non sapevo sarebbe stata femmina, rispondeva come poteva: a capriole o a calci. E’ lì che ho preso coscienza che sarei diventata mamma, dopo un anno di matrimonio e del tutto inaspettatamente, anche se sia io che mio marito di figli ne volevamo. E’ capitata al momento giusto, quando ne parlavamo e sapevamo di voler iniziare questa avventura, con un po’ di incoscienza. Non avevamo un soldo, lavoravamo entrambi, sapevamo che un aiuto mia mamma me l’avrebbe dato e… il resto l’ha fatto il caso. Certo che tutto è cambiato, ma era così, si sapeva, si accettava, faceva parte della vita e del matrimonio.
Come ho vissuto il mio essere genitore, ora che mia figlia ha quasi quarant’anni? Con fatica, tanta fatica. Ad ogni età è stato duro. Quand’era piccola per problemi di salute (non gravi ma continui), poi quando è cresciuta mi sono accorta che parlare tanto con i bambini significa renderli curiosi e dover quindi rispondere alle loro domande, e spesso non è facile. L’adolescenza è stato forse il periodo più difficile: la conflittualità in certi momenti è diventata quasi una lotta, un continuo mettersi alla prova. Volevo esserle amica ma non così tanto da non essere mamma, perché non ho mai dimenticato, mai, che ero soprattutto sua madre.
Da adulte, oggi, è diverso. E’ mia figlia, la conosco, so che a volte può essere se stessa solo con me quindi mi becco i cattivi umori, le urla, gli sfoghi e anche delle rispostacce. So che non ce l’ha con me.
Da quando sono diventata nonna è cambiato di nuovo il rapporto.  Fin che i nipotini erano piccoli c’era il bisogno essenziale, le chiamate, i consigli. Ora che i piccoli sono più grandicelli mi rendo conto che ha una sua famiglia, di cui io faccio parte sì, ma in modo marginale, non più essenziale. E’ difficile da spiegare, perché sono solo  particolari: piccoli dettagli di cui non sono stata messa al corrente, una telefonata di meno, una raccomandazione presa alla leggera. In realtà è più che giusto che sia così, è un’altra evoluzione della crescita che i figli fanno. E’ la strada da percorrere per diventare autonomi, e non bisogna pensare di essere messi da parte. Bisogna prendere coscienza, semplicemente.
Non è per tutti i figli così, ovviamente. C’è chi si “stacca” perché sceglie di cambiare città, a volte nazione, o di fare un mestiere che tiene lontani da casa. E’ il distacco naturale dalla famiglia d’origine, che io ho sentito in questi ultimi anni.
Diventare nonna è stata la cosa più inaspettata e straordinaria che potesse accadermi.  Dirò un’ovvietà: i nipoti si amano in modo più aperto dei figli. E’ un amore sconfinato, non “rosicchiato” dalle responsabilità dell’educazione, è amore puro e basta. So che ai nipoti si perdonano cose che ai figli non si sarebbero mai perdonate, so che torna la voglia di giocare, di mettersi al loro livello, di essere complici e di guardare la mamma che sgrida nonna e nipote con gli stessi occhi sgranati e un po’ di paura. Ed ecco che entra ancora in gioco il ruolo madre-figlia. Perché è vero, sono la nonna, cioè la mamma dei miei nipoti, ma è lei la loro mamma, lei che ha il diritto di crescerli come vuole e quindi se sbaglio, pago penale a suon di rimproveri. Vi assicuro che non è facile, soprattutto per una dal carattere irruente come il mio… ma per i nipoti, questo e altro. Certo, se combiniamo qualche marachella, io e i bambini…. aehm, lo teniamo nascosto! Anche se sono poi gli stessi bambini, che non sanno tenersi un cecio in bocca, a farsi scoprire.
Nonna e mamma, tanto amore non suddiviso, ma moltiplicato."

E tu che mi leggi, cos'è per te la maternità o, se sei un padre, la paternità?
Come vivi la tua genitorialità?
Come è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?
 Cos'ha comportato per te fare questa scelta?
Hai voglia di raccontarmelo?
Scrivimi alla mail Fiorellinosn@gmail.com!
Sarò felice di condividere qui sul blog la tua storia

Se ti sei perso le puntate delle scorse settimane, corri a leggere l'esperienza di:

Federica

Commenti

  1. Bellissimo post :)
    E' sempre bello conoscere meglio le altre blogger!
    P.S. Silvia ho fatto un po' un casino con il commento che ti avevo scritto prima e l'ho eliminato non so come! Porta pazienza ma con l'influenza addosso sono un po' un disastro!
    Un abbraccio,
    Angi

    www.mammatoday.com

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    Risposte
    1. Tranquilla! Parli con la regina dei pasticci... A volte ne faccio pure io! 😛 grazie per essere passata di qui!

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  2. Silvia, sono io che non so come ringraziarti!! E' un onore essere ospite della tua rubrica (tra l'altro in mezzo a mamme giovani! Il punto è che... aehm... mi sento giovane, almeno dentro!). E grazie anche ad Angela, che ha commentato positivamente il mio intervento!

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  3. Il concetto di amore moltiplicato lo sento anche molto mio, una bella testimonianza di nonna/mamma in love💓

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  4. Anna e' una forza ed il significato di essere mamma in lei lo ritrovi anche quando è' nelle vesti di nonna. Meravigliosa

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  5. Bellissima la testimonianza di Annamaria! DIretta, sincera e piena di amore!

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