Il significato di essere mamma: il racconto di mamma Bea




Dopo una settimana di pausa riprende la rubrica "Il Significato di essere mamma".
Oggi ho il piacere di ospitare il racconto di Beatrice, del blog "L'agenda di mamma Bea" con cui collaboro sul Magazine Principesse Colorate. Insieme abbiamo deciso di iniziare un'avventura insieme e, prossimamente, avrò il piacere di ospitare altri suoi post, qui sul mio blog.

Siete curiosi di leggere la sua testimonianza? Eccola qui:


"l' 11 Gennaio 2012 sono diventata mamma: il giorno del 34° compleanno di mio marito... Gli feci proprio un bel regalo, un figlio! Il nostro piccolo Ettore. Ettore, come il principe troiano dell'Iliade, personaggio che mi ha sempre affascinato per il suo coraggio e la serietà dimostrata nei confronti del suo popolo.
Di recente ho scoperto che Ettore significa “Sostenitore”. Mi è venuto da chiedere: sostenitore di cosa? Beh, a me piace pensare che, nel mio caso, Ettore sostenga me, ovvero la mia maternità e il mio amore. Impari ad amare davvero quando diventi genitore. Quando, i primi tempi mi chiedevano “Allora, com'è essere mamma?”, rispondevo “E' come se non avessi vissuto fino ad ora...”. Come dico sempre a mio figlio: “Quanto bene ti voglio?”, lui mi risponde “Tanto!” e io lo correggo: “No, infinito!”.
Un genitore, almeno nel mio caso è stato così, mette al mondo dei figli per completarsi, per raggiungere l'apice dell'amore e per provare l'emozione più grande del mondo...
Che cosa comporta questa scelta? Beh, c'è chi dice che comporti tante rinunce... Per me non è stato così: a livello di divertimenti, vabbè, ho smesso di frequentare le discoteche e i luoghi troppo rumorosi, ma non è stato un grande sacrificio. Credo che la difficoltà più grande sia, invece, rappresentata dal lavoro. Una donna che lavora tutto il giorno ha delle grosse difficoltà, gestionali ma anche emotive: si sente in colpa, crede di trascurare i figli, se sul lavoro pensa troppo ai figli, si sente in colpa perché crede di non aver lavorato bene. Per me è stato così, all'inizio lavoravo tutto il giorno e mi sentivo proprio in questo modo... La mia fortuna  è stata che, lavorando con mio padre, non ho avuto difficoltà a chiedergli di ridurre l'orario di lavoro. Non tutte le donne hanno questa fortuna. Cosa fare allora? Concentrare tutte le energie sulla qualità, invece che sulla quantità. Il tempo che passi con i figli, vivilo al 100%! E, come dicevo anche sul blog, c'è un tempo per fare la mamma e uno per lavorare! Ovvero, quando lavori, lavori! E non pensare ad altro, anzi, “schiaccia sull'acceleratore” in modo da finire il tuo lavoro quanto prima e poter tornare prima dai figli o, se devi rispettare un certo orario, poter prendere qualche ora di permesso in futuro, senza lasciare del lavoro incompiuto. Quando sei a casa con i figli, però, sei a casa con i figli. Cioè, non permettere al datore di lavoro o ai colleghi di disturbarti ogni 5 minuti. Un conto è un'emergenza, un altro è l'abitudine!
Essere genitore è il mestiere più difficile del mondo, quante volte lo si sente dire? E' vero! Ma se segui il tuo cuore, sarà più facile! Qual è il compito principale di un genitore? Educare, ma anche guidare! Ascoltare i bisogni di un figlio ma anche le sue qualità e costruire anche la propria vita attorno a questo: l'ambiente, la casa, i viaggi, tutto deve ruotare intorno a questo e per ciascun figlio. Un esempio pratico: tuo figlio ama giocare con le lego e costruisce città intere con questi mattoncini? Riservagli uno spazio in casa tutto dedicato a lui o anche un semplice angolino! Programma un viaggio a Legoland! Chissà che da grande non diventi un architetto del calibro di Renzo Piano... Tua figlia è appassionata di danza e trascorre ore e ore ballando? Regalale CD di musica e cerca di liberare un spazio in casa perché possa muoversi in libertà. Magari un giorno diventerà prima ballerina alla Scala!
Ho detto, però, che dobbiamo guidare, non forzare! E soprattutto, gli esempi che ho fatto sono dei casi estremi: anche se i tuoi figli non diventeranno Renzo Piano o la prima ballerina della Scala, va bene lo stesso. Non bisogna farli diventare per forza “qualcuno”, l'importante è che siano felici e che trovino la loro strada. Un genitore che ha educato un figlio, lo ha guidato e ha fatto in modo che diventasse un adulto felice, è un genitore che ha fatto un ottimo lavoro! Diversamente, beh.... no! Quindi, i figli vanno guidati, aiutati ma non assolutamente forzati o costretti a diventare chi vogliamo noi!  Spesso noi genitori commettiamo l'errore di rivedere nei nostri figli “un altro noi”. Non è così, i figli sono speciali proprio perché sono diversi da noi e sono diversi anche tra di loro. Ogni figlio è diverso dall'altro, è speciale!
Una mamma, però, ha bisogno anche di tempo per sé, perché altrimenti, rischia di “smattare”. La vita di oggi sottopone tutti noi a forte stress, per questo una mamma non deve perdere le staffe, almeno non ogni minuto! E' difficile, ma ce la possiamo fare! Ritagliandosi i propri spazi, ma anche facendo delle vere e proprie meditazioni e rituali. Ad esempio, sul blog, ho parlato del rituale mattutino. E' un rituale speciale e personale (ognuno ha il suo) che può essere fare un po' di ginnastica, bere una tazza di tè, ascoltare il cinguettio degli uccellini, tutto ciò che può farci sentire serene. L'importante è la respirazione, che deve essere profonda, per far sì che tu ti rilassi davvero! Espira la negatività, le ansie, le preoccupazioni, lo stress, la rabbia ed inspira energia positiva. E, durante la giornata, cerca di rivivere questo momento, soprattutto nei momenti di maggiore stress.
Una cosa importante che volevo dire, come ho detto più volte sul blog, è che la mamma perfetta non esiste! Ma ogni bambino vuole la sua, così com'è! Perché per lui tu sei la mamma migliore che c'è!"

E tu che mi leggi, cos'è per te la maternità o, se sei un padre, la paternità?
Come vivi la tua genitorialità?
Come è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?
Cos'ha comportato per te fare questa scelta?
Hai voglia di raccontarmelo?

Scrivimi alla mail Fiorellinosn@gmail.com!
Sarò felice di condividere qui sul blog la tua storia

Se ti sei perso le puntate delle scorse settimane, corri a leggere l'esperienza di:

Federica

Commenti

  1. Che bello questo racconto! Prima o poi voglio proprio mandarti il mio contributo...ma ho sempre paura di scrivere delle banalità!

    P.S. Silvia, ti ho nominata per un challenge sul mio blog, se ti va, lo trovi qui: http://lavorodamamme.blogspot.com/2016/07/3-days-quote-challenge-day-one.html

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    Risposte
    1. Irene, che bella sfida!

      Questo week end non riesco, sono impegnatissima, ci provo nei prossimi giorni, allora!

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    2. Una cosa importante che volevo dire, come ho detto più volte sul blog, è che la mamma perfetta non esiste! Ma ogni bambino vuole la sua, così com'è! Perché per lui tu sei la mamma migliore che c'è!"
      Porto con me questo tuo comtribuito.
      Bello🌺

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