Il Significato di essere Mamma: il sogno di Silvia





Oggi, per la rubrica "Il Significato di essere mamma" ho il piacere di ospitare Silvia, una mamma innamorata degli States e che scrive sul blog Sognavo Carrie Bradshaw.

Sono contenta che Silvia abbia deciso di partecipare alla mia iniziativa, donandomi un contributo frizzante e nel contempo molto profondo! Leggere i contributi delle mamme che partecipano alla rubrica mi permette di scoprire l'Amore Materno in tutte le sue sfaccettature e devo dire che ogni volta scopro sfumature nuove e, se mi soffermo a riflettere, mi accorgo che, in fondo, ognuna di esse è insita nel nostro essere madre.

Siete curiosi di conoscere quali sono le sfumature di Silvia?

"Care amiche sognatrici,
l’amica blogger Silvia, sta analizzando il significato di essere mamma. E vuole scoprire cosa pensano altre mamme blogger della mammitudine. 
Io ho accettato subito di partecipare alla sua iniziativa, per due motivi:
1 una che chiama il suo blog SCINTILLE DI GIOIA è una sognatrice;
2 questo tema è infinito, immortale, così attraente nella sua apparente normalità.
Volete sapere cosa penso dell’essere mamma? Ecco, io provo a spiegarvelo, se le mie parole riusciranno a seguire la scia delle mie emozioni.

Cos’è per me essere mamma?
È dapprima una scintilla, che si accende un giorno nella tua mente. Tra sogni nel cassetto, scheletri negli armadi, gomitoli di vecchi pensieri annodati, una lucina nuova inizia a scoppiettare. 
Essere mamma è un presentimento. È un crampetto al basso ventre, una lineetta rosa, un lieve senso di nausea, una cosa rotonda.
Essere mamma è una paura fottuta, è un eorachecavolofaccio, una tremarella diffusa.
È una farfalla che sbatte le ali nelle tue viscere, è la mano di Amore sulla tua pancia, è una terrificante felicità.
Essere mamma è rinascita. Nasci con i tuoi figli, sei appena nata, apri gli occhi.

Come vivo la mia genitorialità?
Poi la scintilla dà fuoco a tutto, si materializza in un fagotto urlante che profuma di Mustela e puzza di popò. E quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a CORRERE.
Essere mamma divampa allora in un incendio, una battaglia, una sfida all’ultimo superpotere. 
È un piano strategico elaborato a tavolino con dovizia di particolari, con tripudi di piani A, B, C, Z, che neanche Giulio Cesare quando giocava a dadi presso il Rubicone o Napoleone Bonaparte per la campagna di Russia.
Essere mamma significa dormire poco o niente, pianificare tutto, anche l’orario per lavarsi i denti e quello per fare la pipì, scaricare tutti i planner disponibili online. E, per sicurezza, acquistare una Moleskine cartacea e leggere il post “175 modi per organizzare al meglio la tua Moleskine”.
Significa lavare tutti, vestire tutti, uscire di corsa e accorgersi che hai un occhio truccato e l’altro no.
Significa lavare tutti, vestire tutti, uscire di corsa col fiatone e sentirti dire che sei sempre l’ultima a essere pronta. E toglierti il mollettone della nonna dalla testa, mentre fai manovra in auto.
Significa caricare tutti in macchina, portare lei a scuola, lui all’asilo, fare la spesa, pagare le bollette, comprare i broccoli dai contadini locali e andare in ufficio. Il tutto in venti minuti.
Significa essere multitasking, multilevel, poliglotta e multicotta. 
Significa non avere abbastanza ore per fare tutto e iniziare a fare tre, quattro, quindici cose insieme per ottimizzare il tempo. 
In cinque minuti si impara a mettere una teglia in forno, lavarsi i capelli e farsi la piega con lo spazzolino in bocca, sedute sul WC. E poi estrarre la teglia al driiin del forno. 
In dieci a fare il bagnetto ai bimbi, pulire e disinfettare il bagno, darsi lo smalto sulle unghie e rovinarlo mentre tiri fuori il bimbo numero uno dal bagnetto per asciugarlo.
Essere mamma significa essere pervasa da deliri di onnipotenza, sentirsi wonderwoman, avanzare con sguardo soddisfatto e smartphone orgogliosamente acceso in mano per gongolarsi quando rispetti la tabella di marcia.
E cinque minuti dopo sentirsi una poveretta, un’incapace, una che tanto noncelafaràmai.
Essere mamma è sentirsi una tigre nei confronti della vita, uno sciacallo disposto a razzolare avanzi pur di poter acquistare il castello di Frozen e Dino il dinosauro interattivo, un T-rex nei confronti di chi oserà avvicinarsi alla tua prole senza il tuo permesso.

Com’è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?
È nata per improvviso, irreparabile rincoglionimento, persa negli occhi di Amore. 

Cos’ha comportato per te questa scelta?
In una parola, RIVOLUZIONE. 
Ho scoperto che quelli che chiamavo “i bavosi” sono la sfida più bella che può capitarti. Che sono testine profumate, testine testarde, manine che chiedono la tua. 
Che nulla ti dà più forza, più tenacia, maggiore capacità di ripescare i tuoi obiettivi. E più energia per raggiungerli. Perché ora lo fai anche per loro.
Ha comportato la riscoperta di me, e sfumature di proattività, di resilienza, di forza di carattere che neanche sapevo di avere.
Rinasci con loro, al meglio di te. Diventi la migliore persona che puoi essere, per loro.
ESSERE MAMMA È INCANTO, BATTAGLIA E MAGIA."





E tu che mi leggi, cos'è per te la maternità o, se sei un padre, la paternità?
Come vivi la tua genitorialità?
Come è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?
Cos'ha comportato per te fare questa scelta?
Hai voglia di raccontarmelo?
Scrivimi alla mail Fiorellinosn@gmail.com!
Sarò felice di condividere qui sul blog la tua storia

Se ti sei perso le puntate delle scorse settimane, corri a leggere l'esperienza di:

Federica



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