Cosa fare e cosa non fare quando il bambino è malato?




C'è un momento che ogni madre lavoratrice teme, quello in cui il proprio figlio non sta bene e la madre, in preda al panico, si domanda: "il mio bambino è ammalato, adesso che faccio?"

A noi è successo giovedì. La notte precedente Pulcino non aveva dormito bene, ma, ciononostante, la mattina seguente era vispo e fresco come una rosa. Ha avuto solo un paio di colpi di tosse che non mi sono affatto piaciuti, ma a parte quello era sereno ed ha fatto un'abbondante colazione.

La tosse, però, ha acceso i miei superpoteri da mamma, quelli che ti dicono che qualcosa non quadra e, d'accordo con Marito, abbiamo contattato la pediatra per un controllo dopo la scuola, giusto per farci dire che andava tutto bene.

In realtà nel pomeriggio, dopo la scuola, la febbre si è alzata velocemente arrivando a livelli elevati e la pediatra ha sentenziato: bronchite! Dopo averci dato la terapia da somministrare al piccolo ( antibiotico ed aerosol) si è ben raccomandata che il mio bambino tornasse a scuola almeno 48 ore dopo la scomparsa della febbre.

Ma perché così tanta precauzione?
Perché i bambini piccoli sono più delicati di noi adulti e prima di tornare in società devono essere guariti completamente per evitare ricadute.
In fondo si tratta di rispetto nei loro confronti.
Quando non stiamo bene e siamo costretti ad andare al lavoro comunque non solo rischiamo di trascorrere una giornata orribile, soffrendo e lavorando con meno impegno e  profitto, ma andiamo sul posto di lavoro spargendo germi in un luogo pubblico, rischiando di attaccare la nostra malattia ai nostri colleghi.

Lo stesso accade per i bambini.
I bambini piccoli, quando sono ammalati, sono dei piccoli untori. Starnutiscono senza mettere la mano davanti alla bocca, quando sono in fase orale spargono la loro saliva ovunque, rendendo l'ambiente scolastico un covo di virus e batteri.

Quando un bambino è malato, allora, che fare?
La cosa più ovvia: tenerlo a casa da scuola, anche se questo comporta grossi problemi logistici per i genitori che lavorano.
Perché i nostri bambini hanno diritto di curarsi a casa, di stare a riposo, di essere coccolati. 

Cosa non fare quando il bambino sta male?

1- Non dargli la tachipirina e mandarlo a scuola lo stesso. Non avrà febbre, ma si sentirà male, spossato, nervoso, piangerà e sarà sofferente tutto il giorno.

2- Non mandare a scuola un bambino pieno di tosse e raffreddore. Avete mai avuto un raffreddore fortissimo? Di quelli che vi procurano male alle ossa, vi fanno sentire un pesce in un acquario perché avete il muco che vi riempie ogni cavità della testa e vorreste solo stare a letto? Se noi adulti, quando stiamo male con un raffreddore molto forte non vediamo l'ora di andare a letto, perché dobbiamo costringere i bambini ad andare a scuola lo stesso?

3- non mandare a scuola i bambini con tosse molto forte. Non solo spargono germi, ma non stanno bene ed i più piccoli, che riposano al nido o alla scuola dell'infanzia, non riusciranno a dormire disturbando anche gli altri bambini presenti nella stanza delle nanne.

4- non mandare a scuola i bambini quando hanno scariche ripetute, anche se non hanno febbre. Hanno mal di pancia, stanno male e rischiano di contagiare i compagni. Riportateli a scuola almeno dopo 24 ore dall'ultima scarica e, nel frattempo date loro i fermenti.

5- non mandate a scuola i bambini con nausea e vomito. Anche se hanno vomitato a cena e poi, seppur inappetenti, sembrano star bene, non fidatevi, il giorno dopo non stanno bene per niente bene. Ed hanno bisogno di riposo. 

Gestire un bambino malato, soprattutto quando entrambi i genitori lavorano, è complicato. Bisogna giocare a tetris tra baby sitter, nonni, orari di lavoro, orari di ambulatorio della pediatra... Senza parlare del fattore economico correlato al tempo che la baby sitter trascorre con il bambino.

Ma nonostante tutto, lasciarlo a casa è una forma di rispetto: nei confronti del proprio bambino, dei compagni di scuola, delle insegnanti, della scuola stessa. Perché la scuola non è un parcheggio dove lasciare i bambini malati, ma è il luogo educativo in cui il bambino cresce.

Un bambino che sta male ha bisogno della sua casa, del suo letto, delle sue cose.
E, non smetterò mai di dirlo, è meglio un giorno in più a casa, che una ricaduta di una settimana!

Commenti

  1. Quanto mi incavolo se ci penso Silvia perché le scuole son piene di bambini malati che poi magari i miei si ammalerebbero lo stesso, però è certo che asili e scuole non sono mai ambienti sani...che poi dico lasca perdere il rispetto verso gli altri bambini ma verso tuo figlio che sta male no?!?!...le maestre da noi hanno perso la voce a furia di ripeterlo!

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