Marito
ed io abitiamo in campagna da una decina di anni.
Siamo
cittadini trapiantati in mezzo ai campi.
Inizialmente,
per me, andare ad abitare in campagna è stato un trauma.
Quando
abbiamo deciso di comprare casa, avevo posto un limite: non sarei
andata a vivere dove non si vedono le montagne. Sono cresciuta a
Verona, in periferia, in un appartamento al nono piano dal quale si
poteva ammirare la città, si potevano ammirare i monti Lessini ed il
monte Baldo e dove, dalla mia camera da letto, potevo sognare ad
occhi aperti guardando il Castello di Montorio, un castello ormai
diroccato, ma sul quale ho sempre fantasticato.
La
vista da casa dei miei genitori era a dir poco mozzafiato.
Ero
abituata ad essere indipendente senza dover usare l'auto. Andavo
ovunque spostandomi con la mia bicicletta o i mezzi pubblici e,
allora, guidare non era il mio sport preferito.
Vi
lascio immaginare quanto sia stato difficile andare a vivere in un
luogo in cui c'è bisogno di prendere l'auto per andare ovunque.
Quando
abbiamo scelto casa, abbiamo deciso che la nostra casetta in mezzo ai
campi fosse adatta a noi perchè, allora, io lavoravo in Veronetta
(una zona del centro di Verona in cui i prezzi delle case erano proibitivi) mentre Marito lavorava a 5 km di
distanza da casa nostra. Il prezzo della casa era più che
affrontabile, con un bel mutuo, e si vedevano le montagne.
Sebbene
sia stato difficile per me ambientarmi, senza più alcun punto di
riferimento, ho comunque amato fin da subito la vista che si gode da
casa nostra.
Ad
est si ammira un boschetto di pioppi al di là del quale si trovano
le stalle delle mucche, ad ovest ammiriamo un campo di peri, un campo
di foraggio e campi verdi che si perdono fino all'orizzonte.
Guardando
verso nord si vede il paesino più vicino (siamo a 2,5 km dalla
chiesa) e si ammirano le mie amate montagne, mentre verso sud ci sono
campi ed una piccola frazione antica, dal nome che sa di tempi
andati, ovvero Mazzantica.
Sebbene
noi siamo vicini alla parrocchia del paesino situato a nord rispetto casa nostra, abitiamo
sotto un comune che si trova ad una ventina di chilometri di distanza
da casa nostra, verso sud, per cui sia per andare dal medico, che per
andare in comune, dobbiamo prendere la transpolesana. Anche questo è
stato un aspetto della nostra vita agreste che ho fatto fatica ad
accettare, io che andavo dal medico ed in circoscrizione a piedi.
Ma
ora, non cambierei mai la mia casa, per nulla al mondo!
Sono
cresciuta in una casa situata a fianco della Mondadori, con lo
stabilimento tipografico esattamente dall'altra parte della via,
perciò dovevamo dormire con le finestre chiuse anche in estate,
perchè le macchine tipografiche lavoravano giorno e notte.
Nella
mia casa in mezzo ai campi ci siamo dovuti adeguare ad altri tipi di
rumori, come quelli delle macchine agricole, che non si fermano mai,
nemmeno nei giorni di festa, perchè la natura non conosce i giorni
rossi sul calendario e lo stesso i braccianti rumeni che passano lo
sparaletame alle sei di mattina della domenica. Ma col tempo ci siamo
assuefatti a questo rumore, che è comunque saltuario.
Eppure,
la sera, mi addormento con le finestre aperte cullata dal gracidare
delle rane ed il canto dei grilli, la mattina mi sveglio con il
cinguettio delle rondini, il tubare delle tortore ed i canti di molti
altri uccellini che abitano nella zona.
Passeggiare con i bambini nei campi dietro casa mi dona gioia e pace ed è
l'occasione, per i miei bambini, di imparare la vita osservando la
natura.
Abitare
vicino alle stalle delle mucche è una ricchezza, perchè (odori a
parte) questi animali mansueti affascinano i bimbi ed insegnano loro
quanto sia importante amare le creature viventi.
Sulle
scale che portano al nostro appartamento ci sono due appliques sulle
quali, da anni, due rondini nidificano e crescono i loro pulcini.
Questo
autunno i nuovi vicini di casa avevano distrutto i loro nidi, ma le
rondini sono tornate ricostruendo il loro nido, ed i miei bambini
adorano soffermarsi ogni giorno ad osservarle.
Hanno
studiato il modo in cui le rondini hanno ricostruito il loro nido di
fango, hanno osservato mamma rondine covare le uova ed ora, ogni
giorno, quando tornano da scuola si siedono sugli scalini ad
ammirare i pulcini. Polpetta li adora e chiacchiera sempre con quelle
creature con il becco aperto in attesa dei genitori con il cibo.
Abitare
in campagna di fa scoprire quanto sia bello vivere rallentando,
osservando il mutare delle stagioni, quanto il mondo sia meraviglioso
in ogni momento dell'anno. La piante che tornano alla vita in primavera, la natura rigogliosa in estate, i colori dell'autunno e la pace invernale hanno, in campagna, una sfumatura difficile da cogliere in città.
Anche
se abitiamo sperduti in mezzo ai campi e dobbiamo prendere l'auto per
qualsiasi cosa, anche per comprare il pane, ho imparato ad amare il
luogo nel quale vivo e Polpetta mi ripete quasi ogni giorno che è
felice che abbiamo scelto di vivere proprio qui, perchè ha il
privilegio di osservare cose che i suoi amici non immaginano nemmeno.
Ed
io non rimpiango più la mia vita in città, ma ho imparato ad amare
la campagna. Non so se tornerei mai indietro in città. Per ora amo così tanto la mia vita agreste, così lontana da stress e confusione, che non sento il bisogno di andare via.
Noi viviamo in un paesino immerso nella campagna di Assisi, dove andando a piedi si trova di tutto anche se in dimensioni ridotte ma io non mi sogno nemmeno di fare la spesa nei grandi supermercati, pensa che più son grandi più, quando ci entro, mi manca l'aria! Però devo dire che la superstrada è svoltato l'angolo ed è collegata molto bene, in una manciata di minuti vai ovunque...in mezzo alla campagna abbiamo pure l'aeroporto (pochi voli eh!)
RispondiEliminaIn città mai, specialmente ora ho i bimbi
Quando siamo andati a vivere in campagna, nel paesino vicino c'erano un piccolo supermercato, un fruttivendolo ed un alimentari. Negli anni hanno chiuso. È arrivato un panificio con un piccolo angolo di frutta e verdura ed un po' di alimentari ma ha prezzi molto alti... Ci tocca andare nel paese un po' più in là, ma una volta abituati, la spesa è una routine
EliminaMi fai venire un po' di invidia... Noi abitiamo in una zona periferica di Milano piena di verde e di case di corte, la nostra è una ex cascina. Abbiamo bus, botteghe, scuole, tutto o quasi. E quando vado in centro dico "vado in città", sebbene il mio quartiere sia ancora nel comune di Milano. Però leggerti mi fa venire voglia di campagna vera, e anche io sceglierei di poter vedere le montagne: l'unica remora (a parte l'uso obbligato della macchina) è che temo mi sentirei isolata.
RispondiEliminaInizialmente mi sentivo isolata e distante dal mondo. Ma allora stavano ancora costruendo il piccolo quartiere nel quale si trova la mia palazzina. Abito in un gruppo di case sperdute nel nulla, ma se apri le finestre senti i bambini che corrono in giardino e c'è un minimo di rapporto con la gente, anche se lavoriamo tutti, per cui è più un agglomerato di case dormitorio, perché non c'è null'altro. Ma c'è pace, cosa che adoro!
EliminaGuarda... È una bellissima descrizione. Io ora abito in città ma penso da tempo che è il momento per andare a vivere in campagna: sto facendo lo smartworking e comunque non posso fare tutte le attività che mi piace fare in città. Quindi ho cominciato a guardare delle case per cambiare ambiente (sui siti internet), offerte di pannelli fotovoltaici per cambiare lo stile di vita (e approfittare dell'ecobonus, certo), a studiare sull'orto perché è da anni che non lo faccio... L'orto lo facevo sempre a casa dei miei nonni l'estate in Spagna, dove ho vissuto fino ai 18. Se vado a vivere in campagna, è per abitarci davvero! E essere il più autosufficiente possibile.
RispondiEliminaIo credo che sia bellissimo scegliere di tornare a vivere a contatto con la natura e, nel contempo, trovare il modo di fare qualcosa per il nostro pianeta. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
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