Avvicinare i bambini alla lettura


-Immagine Pixabay-

Avete mai notato che quando un bambino piccolo trova un libro cerca subito un adulto a cui chiede di leggerlo?

Che sappia parlare o meno, il bambino trotterella con il libro in mano fino a che non trova l'adulto, attira la sua attenzione e poi, felice, si accoccola tra le sue braccia mentre questo legge.

Proviamo a pensare a quali sono i nostri primi ricordi di quando eravamo bambini: di sicuro ci ricorderemo di quando papà o mamma ci leggevano le favole.

Io stessa leggo tantissime storie ai miei bambini. La nostra routine serale è quella di stenderci a letto insieme e leggere una storia. E' una routine che non cambia, sera dopo sera, perchè l'incontro con il libro e la favola della buona notte è un momento felice.

Sto seguendo un corso di aggiornamento, al lavoro, sull'educazione alla lettura per l'infanzia. La relatrice è una bibliotecaria che si definisce divoratrice seriale di libri e che in modo appassionato gestisce una libreria fantastica.
Per tutta la mattina mi ha incantata con la sua magia e vorrei condividere con voi le bellissime parole con cui ha contribuito alla mia formazione come educatrice, mamme e persona.

Come avvicinare i bambini alla lettura?

Non c'è nulla di più facile. I bambini adorano le storie ed i libri ne sono ricchi.

Da sempre gli esseri umani amano le storie, ed attraverso le storie l'essere umano sogna ed apprende.

C'è un libro molto bello, che si chiama “La strada di Jella. Prima fermata a Monaco.” edito dalla casa editrice Sinnos, che parla di una donna di nome Jella.
Chi era Jella? Era una donna ebrea, fuggita da Monaco di Baviera durante la seconda guerra mondiale. Quando tornò nella sua città, nel dopoguerra, capì che il modo per aiutare i bambini a tornare alla normalità era quello di raccontarla. E come raccontare la normalità ai bambini nati durante la guerra, che conoscono solo precarietà e distruzione?
Jella capì che i bambini avrebbero imparato a vivere vite normali attraverso la lettura dei libri. All'epoca Monaco era un cumulo di macerie, perciò Jella fece appello a tutte le autorità mondiali perché venissero donati dei libri ai bimbi di Monaco. Ed il suo appello fu accolto con entusiasmo, tanto che la biblioteca di Monaco è una delle biblioteche per bambini più fornite al mondo.

La storia di Jella ci insegna che i bambini amano leggere i libri perché la lettura li inserisce nella Storia, perché i libri raccontano la Vita e li aiutano a comprendere la realtà tramite il linguaggio figurato di cui è intriso il libro.

Un lettore nasce quando iniziamo a leggere un libro ad un bambino.

I primi ricordi che abbiamo della nostra infanzia, anche se sopiti, sono legati alla relazione affettiva che mettiamo in campo durante la lettura di una storia.
Le braccia di un adulto che legge contengono il bambino che sente che la relazione con l'adulto è forte. Il papà o la mamma che leggono il libro portano il bambino in mondi fantastici, che a volte raccontano anche di storie pericolose (come quella del lupo), ma il bambino, tra le braccia dell'adulto si sente al sicuro, si sente amato perché l'adulto si sta dedicando a lui e non è distratto da mille cose mentre legge.

Già dal sesto mese di gestazione, quando l'udito del bambino nella pancia della mamma diventa più raffinato, il bambino ascolta il ritmo del cuore della mamma, il fruscio dei suoi organi e la sua voce che narra storie. La mamma parla ed il bambino, nella pancia, ascolta.

La narrazione è potente: gli esseri umani si mettono sempre in ascolto perché hanno bisogno di storie per rielaborare e comprendere la Vita. Per crescere abbiamo bisogno delle storie degli altri perché ci permettono di conoscere chi siamo.
Le iscrizioni rupestri degli uomini primitivi, i miti e le leggende della mitologia antica, le storie della Bibbia... Sono tutte storie che nel passato hanno aiutato l'uomo a comprendere, ad imparare, a rielaborare il suo vissuto.
La narrazione è uno strumento molto potente: anche ora, nel presente, siamo immersi nelle storie. I film, le canzoni, la pubblicità... Tutto racconta delle storie. Essere radicati nel presente è faticoso, è per questo che amiamo i racconti: ci rilassano, ci fanno sognare.

La lettura è importante, perché crea una relazione e la relazione nata nella narrazione è vissuta come un dono.

L'adulto che legge ad un bambino compie una magia: trasforma quei segni neri sul foglio in parole, che nella mente del bambino risuonano creando immagini. L'immaginazione si attiva e con essa il bambino sviluppa la creatività.

Noi genitori abbiamo un ruolo importante nell'educazione dei nostri bambini tramite la lettura, perché leggendo un libro ai nostri bambini loro provano piacere, appagamento, entrano in una relazione affettiva.
Creiamo un imprinting positivo nei nostri bambini, perché la prima volta che leggiamo un libro al nostro bambino, lui prova gratitudine e piacere e grazie a questo sensazione piacevole, in futuro, vorrà che il rituale della lettura venga riproposto.

Come dicevo prima, il bambino si abitua ai ritmi del corpo della mamma già durante la gestazione. Dopo la nascita si calma con suoni ritmati. La voce della mamma, una ninnananna, una filastrocca.
Crescendo il bambino entra in relazione con la mamma che legge libretti in rima, filastrocche che, pagina dopo pagina, creano una storia.
I libri creano nel bambino, che ascolta l'adulto che legge, un senso di sicurezza ritmico: io che leggo sono qui, tu che ascolti sei qui, il mondo è qui, la Vita è qui. E mentre leggo con te tra le mie braccia tu puoi apprendere e crescere al sicuro, perché ti senti amato, cercato, voluto.

Ed ogni volta che un bambino, diventato adulto, leggerà un libro, rientrerà in quel senso di sicurezza dettato dal ritmo della narrazione. E si rilasserà, proverà piacere, si sentirà parte del mondo e della Vita.



Commenti

  1. Ciao Silvia. Concordo. Non sono un gran lettore a differenza di mia moglie, ma da quando sono padre leggo alle mie bimbe tantissimo. A tutte e tre piace ascoltare e guardare i libri. La grande ormai legge da sola, ma gli piace ancora quando il libro glielo leggiamo noi. A volte legge ad alta voce alle sorelle. Però devo dire che la lettura è una abitudine non molto popolare. Me ne accorgo quando le mie bimbe tornano dall'asilo un po' dispiaciute perchè il libro che avevano portato era troppo lungo o difficile per i compagni. O quando arriva qualche amichetta a casa e chiede "sono tutti tuoi questi libri?". Le mie bimbe ormai le conoscono anche in biblioteca. La lettura non solo è una buona abitudine, ma è fonte di curiosità e cultura.
    un saluto
    lorenzo

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