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-immagine pixabay- |
Ci
sono dei giorni in cui anche i bambini più tranquilli sembrano
completamente ingestibili.
Sono
quei giorni in cui si svegliano la mattina di pessimo umore, si
arrabbiano, piangono, non riescono a condividere giochi ed affetti.
Sono i giorni in cui cercano spasmodicamente attenzioni, ma non
vogliono stare con la mamma ed il papà.
Sono
i giorni in cui hanno fame, ma non va bene il cibo proposto.
Sono
i giorni in cui si trasformano e diventano dei “piccoli Gremlins”
e non sappiamo a che santo votarci per riuscire a gestirli e,
soprattutto, mantenere la pazienza.
Perché ci sono giorni in cui fatichiamo a gestire i nostri figli?
Rilassiamoci:
non stiamo sbagliando nulla.
Ci
sono giorni più faticosi, giorni in cui i bambini non riescono a
gestire le emozioni e sono irrequieti.
Anche
se i bambini stanno bene, hanno dormito tutta la notte, ci mettono
alla prova perché nemmeno loro sanno cosa li possa aiutare a stare
meglio.
Queste
giornate capitano quando, magari, i bambini hanno accumulato molta
stanchezza o stress nei giorni precedenti e risentono delle fatiche
che si sono accumulate sulle loro spalle.
A
volte vivono giornate impossibili quando si stanno per ammalare, o
quando spuntano i denti, oppure quando hanno bisogno di rilassarsi e
fare una vacanza.
I
bambini sono meteoropatici: spesso sono irrequieti quando cambia il
tempo, si avvicina un temporale, o quando la giornata è ventosa,
oppure sta per nevicare.
Sono
tanti i motivi per cui i bambini trascorrono giornate in cui sono
ingestibili e per noi genitori è difficile capire come prenderli.
Come gestire i bambini quando hanno una giornata storta?
Innanzitutto
facciamo un bel respiro ed armiamoci di pazienza: in giornate come
queste i bambini hanno bisogno di sentirsi accolti e guidati per
riuscire ad affrontare la giornata.
Attenzione,
però, perché armarsi di pazienza non significa permettere ai
bambini di trasgredire alle regole o di comportarsi in modo
socialmente inaccettabile.
In
queste giornate i bambini hanno bisogno di essere contenuti
dall'adulto che li aiuta a superare i momenti di crisi.
Quando
i bambini hanno giornate storte litigano facilmente con i pari.
Cerchiamo di intervenire solo se strettamente necessario e, se
vediamo che i bambini non riescono a trovare un accordo, modifichiamo
il contesto, in modo da sciogliere le tensioni e spostare i bambini
dalle dinamiche relazionali che non riescono a gestire.
Capita,
ad esempio, che i bambini si contendano un gioco e, nonostante il
nostro intervento, il litigio non si plachi. In questo caso togliamo
il gioco conteso e coinvolgiamo i bambini in un gioco alternativo che
dia piacere ad entrambi i bambini.
Se
i bambini sono fastidiosi ed i capricci si susseguono uno dietro
l'altro, diamo un contenimento alla dinamica, ponendo dei limiti.
Mi
è capitato, ad esempio, che Pulcino si svegliasse con poca voglia di
andare a scuola e facesse capricci per ogni cosa: lavarsi, vestirsi,
fare colazione...
Portando
pazienza e mostrando empatia riesco a guidarlo e far si che decida di
lavarsi e vestirsi, ma se, ad esempio, quando arriva in cucina fa i
capricci perché non vuole fare colazione, risolvo la situazione
dicendo: “molto bene, se non hai voglia di fare colazione, puoi
andare a sederti sul divano e calmarti mentre noi mangiamo.
Evidentemente non hai fame”.
Quando
pongo il mio bambino di fronte al limite, si calma, si siede a tavola
e fa colazione senza più fare capricci.
Questo
modo di approcciarmi al mio bambino funziona anche in altri casi. Una
mattina, ad esempio, non voleva uscire di casa. Gli ho posto
un'alternativa: “ se non vuoi uscire, non c'è problema: puoi
restare a casa da solo, mentre noi usciamo. Sappi, però, che
torneremo questa sera, perciò dovrai trascorrere molte ore qui da
solo, senza nessun adulto che ti pssa aiutare o ti prepari il pranzo.
Sicuro di voler stare qui senza di noi?” Inutile dire che,
piuttosto di rimanere a casa da solo per ore, si è infilato la
giacca e siamo usciti.
I
bambini, quando hanno giornate difficili, hanno bisogno che noi
adulti li prendiamo per mano e li aiutiamo ad arrivare a sera
sentendosi amati ed accettati anche se si sentono di pessimo umore, a
disagio, anche se faticano ad affrontare la giornata.
Solo
grazie al nostro supporto ed ai nostri limiti, la giornata rovescia finirà e, il giorno
successivo sarà migliore.
E
voi? Come affrontate le giornate difficili dei vostri bambini?
Tutto giustissimo e io cerco di fare come scrivi. Solo che sia il ricciolino che Orsetto sono ossi duri e, posti di fronte al limite, talvolta non si tirano indietro. Pensa che una mattina ho detto ad Orsetto pressapoco quanto hai scritto tu e lui ha lasciato che caricassi la sorella in macchina, chiudessi a chiabe la porta e rimanessi fuori cibque interi minuti, senza fare una piega. Alla fobe sono rientrata io (temendo che corresse pericoli a lasciarlo solo di più) : lui stava giocando tranquillo sul tappeto e appena preso in braccio per portarlo all'asilo ha ricominciato le scenate... È arrivato piangendo!!!
RispondiEliminaComunque è più facile gestire le giornate difficili di noi adulti che quelle dei bambini!