Cosa fare se il bambino a scuola non mangia?

-immagine Pixabay-

Allora, tesoro, cos'hai mangiato di buono oggi a scuola?”
Ho assaggiato la pasta e non mi piaceva e poi non ho mangiato più niente.”
Nemmeno il pane?”
No.”
Perché?”
Perché volevo stare con i miei amici!”



In questi giorni Pulcino salta il pranzo a scuola. Ogni giorno si rifiuta di mangiare.
Le sue maestre sono persone molto sagge che seguono la regola del proporre, ma non imporre, per cui se lui non accetta il cibo non lo forzano a mangiare.


Parlavo oggi con la sua maestra per cercare di capire quale sia il motivo per cui non mangia: lui non accetta cibo che non sia pasta in bianco, nemmeno quello che mangiava con piacere lo scorso anno.


Lavorando nel settore, per fortuna, ho accumulato abbastanza esperienza per capire che il suo rifiuto del cibo è semplicemente una piccola crisi da ambientamento. Fatica a rientrare nel ritmo scolastico ed a ritrovare il suo equilibrio.
Qualche anno fa ho frequentato un corso di aggiornamento sulle relazioni a scuola nei bambini della fascia 0/6 e la relatrice ha affrontato proprio l'argomento del rifiuto del cibo.
La psicologa che ha tenuto il corso ha dato a noi educatrici ed insegnanti gli strumenti per affrontare questa problematica, ma questa è la prima volta che la vivo come mamma.


Cosa fare, quindi, se il bambino non mangia a scuola?

Non ci agitiamo, è un comportamento che può apparire, ma che si può modificare, se riusciamo a trovare la strategia giusta. 

Spesso i bambini che rifiutano di mangiare a scuola sono bimbi che si comportano bene, rispettano le regole e sono ubbidienti. Sono bambini che trovano come modo di manifestare un disagio il rifiuto del cibo, perché è nell'alimentazione che riescono ad avere un potere decisionale e possono imporsi sull'adulto.


Ecco alcuni suggerimenti per risolvere il problema:

1- non ci agitiamo e cerchiamo di vivere la situazione con meno ansia possibile e cercando di non mettere ansia nel bambino, per non rischiare di consolidare l'atteggiamento di rifiuto del cibo. Quando andiamo a prendere il bambino a scuola non focalizziamo la conversazione con la maestra sul cibo, davanti al bambino, ma parliamo della giornata educativa.


2- ricordiamoci che i bambini non si lasciano morire di fame. Se non mangiano a pranzo compenseranno in altri momenti della giornata.


3- Se il bambino frequenta mezza giornata a scuola non proponiamo il pranzo arrivati a casa. Proporre un pranzo una volta tornati tra le mura domestiche consolida il comportamento di rifiuto e non aiuta a risolvere il problema;


4- non assilliamo il bambino con domande sul cibo. Giusto chiedere se ha mangiato, ma cerchiamo di tenere una rapida conversazione sull'argomento per non mettere ansia nel bambino. Chiediamo, piuttosto, se si è divertito, quali sono state le cose belle che ha fatto, se è stato felice...


5- cerchiamo di compensare le carenze alimentari del pranzo con un menù equilibrato e sostanzioso la sera.

Nel caso in cui il rifiuto del cibo ci metta ansia, chiediamo un colloquio con la maestra: confrontarci con lei ci aiuterà a comprendere meglio le dinamiche che regolano questo comportamento e ci aiuterà perché sicuramente la maestra ci saprà dare i consigli adatti alla situazione, in modo da attivare una strategia coerentemente educativa tra casa e scuola.

Ricordiamoci comunque che, se il bambino torna a casa da scuola sereno, è vitale e non dimagrisce nel tempo, non ci dobbiamo preoccupare. Teniamo d'occhio la situazione, ma non cadiamo nello sconforto. L'atteggiamento migliore è quello di aver fiducia nei nostri bambini: mangeranno, appena si sentiranno pronti.










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