“Mamma, non ce
la posso fare...”
Ultimamente il
mio bambino piccolo, di fronte a piccoli compiti un po' più
difficili, si demoralizza e dice di non essere in grado di portarli a
termine.
Un bambino, a
volte, quando si trova ad affrontare un compito nuovo un po' più
complesso rispetto al solito, si scoraggia facilmente.
Mi capita spesso
di vivere situazioni simili anche al lavoro, quando chiedo ai bambini
di provare a mettere le calze antiscivolo da soli o chiedo loro di
provare a sistemare i pantaloni dopo aver cambiato il pannolino.
Perché i bambini si scoraggiano e chiedono all'adulto di fare al posto loro?
Un po' cercano
l'aiuto dell'adulto perché provare da soli è difficile, un po'
perché hanno fretta di tornare a giocare, un po' succede perché non
si sentono capaci.
Situazioni
analoghe si possono vivere anche quando i bambini sono più grandi e
sono in difficoltà con la scuola, o con i rapporti con i coetanei o
con compiti che li costringono a mettere in atto strategie nuove.
Come aiutare i
nostri figli a superare i momenti in cui non si sentono capaci di
fare le cose?
In questi casi è
importante lavorare sull'autostima dei nostri figli.
Come si coltiva l'autostima dei bambini?
L'autostima si coltiva sin dalla più tenera età.
Come è
importante che i genitori aiutino i bambini a crescere in modo
equilibrato nel corpo, è necessario anche che curino anche il loro
spirito, affinché i figli crescano sicuri di sé e delle competenze
che possiedono.
Donare amore
incondizionato è fondamentale, perché un bambino che si sente
amato, cercato e voluto cresce sereno e sicuro di sé: l'affettività
è il nutrimento del cuore, oltre che del corpo.
Studi
psicologici, infatti, dimostrano che bambini che nascono in
situazione di deprivazione affettiva, deperiscono e giungono alla
morte anche se vengono fornite loro cure fisiche e cibo.
Quando un
bambino richiede attenzione ai genitori è fondamentale ascoltarlo,
senza distrazioni come il cellulare o la televisione. Se ascoltiamo i
nostri figli solo in parte, perché impegnati a chattare su whatsapp,
passeremo ai nostri figli il messaggio che il cellulare è più
importante di loro e che non valgono abbastanza per ricevere la
giusta attenzione.
Lasciamo che i
nostri figli corrano dei rischi ed incoraggiamoli. Quando uno dei miei bambini non si
sente in grado di fare qualcosa lo sprono sempre a tentare.
“ Prova!”
gli dico “oggi, magari non ci riuscirai, domani farai fatica, ma
vedrai che poi imparerai e diventerai bravissimo a far questa cosa.”
Ho notato che
queste parole infondono molta fiducia nei bambini, che si sentono
autorizzati a non dover per forza riuscire subito, ma si sentono
autorizzati ad acquisire nuove competenze per tentativi ed errori,
rispettando i loro tempi e rinforzando le nuove abilità senza
fretta.
Se sbagliano non sgridiamoli, ma cerchiamo di capire dove risiede l'errore. Errare è
umano. La cosa importante è non sentirsi sbagliati perché non si è
riusciti a fare quello che volevamo fare. Non è la persona ad essere
sbagliata, ma il processo attivato per ottenere il risultato.
Quando, invece,
i miei bambini hanno successo, elogiamoli sottolineando quanto impegno
abbiano messo nel loro lavoro e facendo loro notare che il risultato
ottenuto è frutto del loro impegno e della buona volontà.
Creare una
memoria positiva dei successi aumenta l'autostima del bambino che si
rende conto che tramite tentativi ed errori ha raggiunto i risultati
sperati contando sulle proprie forze.
Quando il nostro
bambino si scoraggia, invece, è importante che trovi in noi genitori
una persona in grado di ascoltare, accogliere la sua frustrazione e
che lo guidi nella gestione delle emozioni. È
normale sentirsi frustrati, arrabbiati o tristi se non si è
raggiunto un obiettivo, ma quello che dobbiamo insegnare ai nostri
bambini è che la cosa importante è avere fiducia nel fatto che
impegnandosi e contando sulle proprie capacità riusciranno a
superare l'ostacolo.
Di fronte ad un
bambino è importante anche non fare confronti con i compagni,
soprattutto se sono più bravi di loro. Discorsi del tipo “ecco, il
tuo amico ce la fa e tu no” sono discorsi che distruggono
l'autostima dei bambini.
Meglio prendere
l'amico come esempio positivo utilizzando delle parole diverse:
“guarda, il tuo amico ci è riuscito, vuol dire che anche tu, che
hai tante capacità ce la puoi fare. Ti supporterò e vedrai che ce
la farai, ne sono sicuro.”
Diamo valore
alle qualità dei nostri figli, ricordiamo loro quante competenze
possiedono, in modo che si sentano sempre in grado di provare e
riprovare fino a che non riusciranno nel loro intento.
Se noi
incoraggiamo i nostri figli dicendo che crediamo in loro e che
sappiamo che ce la possono fare, daremo loro un messaggio importante:
l'impegno è più importante dell'attività stessa e, soprattutto, al
di là dei risultati che raggiungono, noi li apprezziamo e li amiamo
comunque.
Mi trovi d'accordo sui tutto ma io in casa ho due situazioni "differenti"...
RispondiEliminaLa grande è nel pieno dell'adolescenza, quindi i voti a scuola sono anche condizionati da altri fattori mentre il piccolo è dislessico e le sue difficoltà sono reali e sebbene io sappia che ci mette tutto l'impegno, a volte la pazienza la perdo facilmente poi mi sento in colpa perché non lo fa apposta.
Amati lo sono TANTISSIMO e questo me lo confermano i loro comportamenti nei nostri confronti e di questo ne sono stra felice!!! 💖💖💖
Perché non esiste un manuale per fare bene il genitore....???!!! 😅😅😅
Kisssssssssssssss
Hai ragione, essere genitori è difficilissimo! Un conto sono le teorie, un altro è la pratica sul campo. Quello che guida un bravo educatore è il buonsenso. Tu sei una brava mamma, che riconosce le difficoltà del suo bambino e fa del suo meglio per guidarlo. Ma siamo esseri umani ed ogni tanto capita di non essere genitori perfetti. La cosa che conta, come dici tu, è che i bambini si sentano amati. L'amore riesce a fare miracoli! Lo sai che Einstein aveva problemi di dislessia e li ha superati proprio grazie all'amore ed al supporto della madre?
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