Questa
settimana è trascorsa al di là di spazio e tempo.
Abbiamo
vissuto come sospesi nel nulla.
Solo
i bambini ed io, in casa, mentre Marito andava al lavoro.
Pulcino
ha avuto la febbre molto alta ed ha avuto bisogno di tante cure.
Con
le nuove disposizioni per il coronavirus i contatti con la pediatra
sono stati molto particolari.
Lunedì
mattina, dopo tre giorni di febbre alta ho chiamato la pediatra.
Per
prima cosa la segretaria mi ha fatto un'intervista inquietante:
Da
quanti giorni ha la febbre il bambino?
Respira
bene?
È
sofferente?
Siete
stati in contatto con persone che hanno contratto il coronavirus? La
mia risposta è stata: e io come faccio a saperlo?
Quindi
ho dovuto attendere la chiamata della pediatra.
Quando
la pediatra mi ha chiamata abbiamo fatto una diagnosi telefonica,
rimanendo d'accordo di sentirci in caso di peggioramento del bambino,
perché in tal caso avrebbe dovuto decidere se inviarci al pronto
soccorso.
Nel
pomeriggio ci siamo risentite perché la febbre, nonostante la
tachipirina non si abbassava: su prescrizione medica abbiamo fatto a
Pulcino un bagno tiepido ed iniziato la terapia antibiotica.
Il
giorno seguente è apparso sul corpo di Pulcino un esantema e la
lingua è diventata a fragola. Ho contattato di nuovo la segretaria
della pediatra, atteso che la dottoressa mi richiamasse. La pediatra
mi spiegava cosa fare ed io raccontavo cosa vedevo, per fare la
diagnosi. Infine ho inviato via mail la foto della lingua di Pulcino
alla pediatra che ha confermato quello che sospettava: scarlattina.
Ed
io ho tirato un sospiro di sollievo perché il giorno prima avevamo
iniziato la cura corretta.
Sabato
siamo usciti di casa per la prima volta.
Siamo
stati in riva all'Adige per un'oretta. Il vento freddo si era alzato
e la giornata era grigia, per cui abbiamo preferito tornare al chiuso
il prima possibile per evitare che Pulcino avesse ricadute.
Durante
la giornata di sabato si rincorrevano voci di una possibile proroga
della chiusura delle scuole ed abbiamo vissuto tutta la giornata in
attesa del decreto che è arrivato solo in serata.
Un'altra
settimana a casa.
La
domenica, invece, sono iniziate ad arrivare notizie di nuovi casi qui
nel veronese, dove finora non ne erano stati registrati.
E
così ci aspetta un'altra settimana sospesi tra spazio e tempo in
attesa.
Sinceramente
non mi spaventa il coronavirus. Sappiamo che è pericoloso solo per i
soggetti più deboli e che i bambini reagiscono meglio al virus
rispetto a noi adulti.
Quello
che vivo male è la situazione che si è creata attorno a questa
epidemia.
Vivere
in attesa, con moltissime limitazioni della nostra libertà. Non
sapere se e quando potremo tornare alla nostra normalità sta
modificando molto la prospettiva con la quale osservo le cose.
Oggi
che sono a casa dal lavoro (perché per chi lavora coi bambini più
piccoli il telelavoro è impensabile) mi rendo conto che la fatica,
il sentirsi in un frullatore, seppur stancanti, sono uno stimolo che
amo, perché rendono le mie giornate piene e ricche di vita.
Amo
stare coi miei bambini, i miei figli sono il mio bene più prezioso,
ma mi sto rendendo conti di quanto questa situazione straordinaria
stia condizionando ogni nostra scelta quotidiana.
Spero
davvero che questa sia una lezione grazie alla quale l'umanità possa
apprendere e migliorarsi.
E
dopo questo lungo racconto, ecco le Scintille di Gioia, perché ce ne
sono state anche in questi giorni inconsueti. E sono state
luminosissime!
1-
martedì grasso abbiamo preparato gli gnocchi fatti in casa che
abbiamo condito con il ragù che ho cucinato domenica. Sono venuti
buonissimi e Polpetta ha realizzato un suo desiderio: quello di
preparare gli gnocchi con le sue mani;
2-
sabato siamo stati all'Adige a respirare un po' di libertà nel
verde. C'era lì, in riva al fiume, un giovane uomo che suonava la
cornamusa ed ammirare il fiume che scorre è stato ancora più bello,
perché la musica rendeva tutto suggestivo;
3-
abbiamo fatto un acquisto compulsivo: abbiamo acquistato un
terrarium, ovvero una bottiglia all'interno della quale si trovano
terra e piante. Il tappo della bottiglia rimane chiuso e l'ecosistema
sopravvive da solo. Fantastico! I bambini ne sono entusiasti.
E
voi?
Avete
vissuto Scintille di Gioia?
Se
volete partecipare le regole sono queste:
Come
fare?
1-
utilizzando l'hashtag #scintilledigioia condividete con una foto su
Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre moment felici
vissuti la settimana precedente;
2-nominate
il mio blog e date istruzioni su come partecipare;
3-
invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;
4-
inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com
mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che non
me ne perda nemmeno uno!
Mi ha colpito l'idea del terrario, penso proprio che gli piacerebbe molto!
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