Tutti noi eravamo abituati
ad uno stile di vita. Che ci piacesse o no, eravamo abituati.
In questi mesi le nostre
vite sono state stravolte e le prime settimane sono state difficili
per tutti. La pressione che abbiamo provato ci ha stressati e ci sono
voluti giorni prima che si potesse trovare una parvenza di
equilibrio.
Ho pensato molto al percorso
fatto da quando è stato diagnosticato il primo caso di coronavirus
ad oggi. Mi sono resa conto che ho avuto bisogno di alcune settimane
per adattarmi (più o meno) alla nuova realtà.
A volte sorrido tra me e me
quando penso che, in fondo, abbiamo avuto tutti una crisi
d'ambientamento globale, un po' come i bambini del nido, quando si
devono adeguare ad una realtà totalmente diversa da quella che hanno
vissuto fino a quel momento.
Ne parlavo con mia mamma
durante una telefonata; in quell'occasione le ho detto: “beh,
mamma, credo sia normale che tu ti senta stressata, in fondo stiamo
vivendo una pandemia. Non è che sia una passeggiata!”.
Ognuno di noi reagisce in
modo diverso agli eventi stressanti. C'è chi si deprime, chi prova
un senso di ansia, chi si arrabbia col mondo.
Al di là di quale sia la
reazione individuale ad un forte stress, credo che ogni evento che ci
porta a destrutturare e ristrutturare le nostre certezze sia
un'occasione di crescita personale.
Ho imparato nel tempo che più si è resilienti più è semplice affrontare una situazione stressante.
La resilienza è quella
capacità personale di reagire ad una situazione stressante trovando
le adeguate strategie adattive per recuperare il proprio equilibrio
perduto.
Per una persona ansiosa come
me la resilienza è fondamentale per gestire un forte stress.
Grazie a Fabiana, Creatrice di Leggerezza, ho capito quanto la leggerezza (non la superficialità)
sia importante per approcciarsi alla vita in un modo armonioso,
nonostante le difficoltà che ci si trova ad affrontare.
Una mattina mi sono
svegliata angosciata. Negli occhi avevo ancora le immagini dei camion
militari che trasportavano le salme di Bergamo fuori dalla città
ferita.
Mi domandavo quanto sarebbe
durato questo incubo e respiravo, per ritrovare un equilibrio,
chiedendomi come fare per rimanere salda e non farmi prendere da
emozioni che mi bloccavano e mi tenevano ferma in una situazione di
angoscia.
In quel momento ho capito una cosa: che l'acqua ci può insegnare tanto.
L'acqua è vita, l'acqua è
fresca. L'acqua è forte, così forte che riesce a scavare le
montagne. Come? Con pazienza e resilienza. Si, perché l'acqua si sa
adattare a ciò che la contiene, ma rimane sempre fedele a sé
stessa, non perde forza. Può evaporare e liberarsi dalla sua
prigione e condensarsi e tornare ad essere un liquido, libera. Cambia
pur restando quello che è, sa essere resiliente.
Quella mattina ho capito che
il modo per non rimanere bloccati in una situazione che ci
imprigiona, è imparare ad essere come l'acqua, imparare ad adattarci
alle situazioni non per rimanerne imprigionati, ma per riuscire ad
avere la forza di superarle.
E questo mi ha aiutata a
ritrovare serenità ed equilibrio.
Da quel giorno mi sento più
forte, perché ho trovato una nuova consapevolezza. Ho ritrovato il
piacere della vita, mi sono adattata alla quarantena imparando a
trovarne degli aspetti positivi. E sono più serena.
I prossimi mesi saranno
difficili per tutti, ma ho speranza. Riusciremo a superare le
difficoltà che ci si prospettano proprio in virtù della nostra
resilienza.
E sono sicura che, se
sapremo cogliere l'occasione di crescita che ci offre questo periodo
oscuro, diventeremo persone migliori. Basta solo volerlo.
E voi? Cosa avete imparato
in queste settimane?
Per fortuna non sono una persona ansiosa e non ho mai avuto paura in questo periodo. Questo di sicuro facilita le cose in quanto ad adattamento, però purtroppo sono cervellotica, riflessiva e molto pensatrice...per cui ascolto ed elaboro e per questo, pur essendomi adattata, mi sono anche arrabbiata parecchio. Non so se questo fa di me una "non resilente" ;-)))))
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