Cosa resta di questo 2020




 La giornata sta terminando.


I bambini giocano seduti sul pavimento in sala ed io ascolto la mia musica preferita sorseggiando una tazza di tisana profumata.

Una candela illumina il davanzale ed io sto pensando all'anno che sta per terminare.


È stato come stare sulle montagne russe, un anno in cui tutto è cambiato irrimediabilmente.

Non credo che torneremo mai ad essere come prima che tutto avesse inizio; la pandemia ci ha stravolti ed ha fatto crollare come un castello di carta tutto ciò che avevamo.


Eppure non me la sento di odiare questo 2020.

In fondo ci sono stati dei momenti molto belli.

Credo di non essermi mai sentita in comunione con la natura come quando, durante il lockdown, mi sedevo in mezzo al prato. Era primavera e gli insetti ronzavano, l'aria muoveva le foglie ed i bambini giocavano con legnetti e piante, scavavano buche e scaricavano le tensioni dell'isolamento.


Quest'anno mi ha permesso di godermi i miei bambini come mai avevo fatto da quando ho finito i congedi di maternità.

La nostra piccola famiglia è diventata più unita, cementando una relazione già molto forte.


In questo strano anno mi ha reso felice stringere la mia tazza fumante tra le mani e guardare i miei bambini, la mia piccola casa e mio marito, accarezzare il gatto seduta sul divano e sentire che quello che possiedo è semplicemente perfetto, perché l'amore ci tiene uniti. L'amore è la cosa che conta, alla fine di tutto, ed è ciò che ci dà la forza per andare avanti nonostante le difficoltà.


Quello che ha fatto la differenza è stato il percorso che ho compiuto in questi ultimi anni. Varie vicende familiari hanno portato grandi dolori e perdite nella mia vita, per cui ho iniziato ad apprezzare le piccole cose ed essere grata per le mie amate Scintille di Gioia. I piccoli momenti felici, che illuminano un attimo e rendono anche la giornata più dolorosa degna di essere vissuta, mi hanno permesso di stringere i denti, di andare avanti anche quando avevo tanta paura, quando l'ansia mi teneva sveglia la notte e la solitudine e la mancanza per gli affetti esterni alla nostra famiglia mi faceva struggere per la nostalgia.


Di quest'anno lascio andare il senso di impotenza, la paura ed il senso di precarietà. Per mesi ho sofferto perché mi sentivo sospesa, persa. Non sapevo dove mi trovavo né dove sarei andata. Mi sentivo imprigionata, sola, piccola di fronte a qualcosa di più grande di me e questo sentirmi immobile mi destabilizzava. 


In questi mesi ho imparato tanto.

Ho imparato che non devo mai dimenticare che l'amore è il solo motore che manda avanti il mondo e che, se tutti lo accogliamo, ci salveremo, nonostante tutto.


Ho imparato che quando il destino ti toglie ogni cosa, basta essere creativi per riprendersi ciò che per noi conta.

Grazie alla creatività ho trascorso feste meravigliose in videoconferenza con gli amici, serate divertenti come quando ci si trovava tutti insieme in presenza.

Ho imparato ad usare strumenti multimediali che hanno incrementato le mie competenze lavorative.

Ho ritrovato fiducia in me stessa e nelle mie convinzioni, ho riscoperto talenti che erano sopiti.

Ho rallentato ed imparato a dire dei no, prendermi davvero cura di me ed essere un pochino più sicura di ciò che sono.


Non credo che l'arrivo del nuovo anno stravolgerà di nuovo le nostre vite riportandoci come per magia quello che avevamo.


Ma credo che grazie al 2020 avrò le risorse adatte per affrontare ciò che ci aspetta ancora: la battaglia non è ancora finita. E io sono pronta.


P.S. Questo post l'ho scritto ispirata da una delle stories che Fabiana Pozzi ha condiviso sul suo profilo Instagram.

Fabiana è una persona profonda che aiuta a trovare la leggerezza.

La trovate qui sul suo sito e sui suoi profili Instagram e Facebook


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