Il
mese di settembre è il mese di grandi cambiamenti per molti bambini.
Si
iniziano nuovi percorsi scolastici, dal nido alle scuole superiori ed
i bambini si devono ambientare.
Cambiano
i ritmi, i punti di riferimento, gli spazi , gli amici, gli
affetti...
Il
cambiamento non è semplice ed i nostri figli appaiono diversi, più
fragili.
Ogni
ambientamento porta con sé un'inevitabile crisi, che serve ad ogni
bambino per adattarsi alle novità, ristrutturarsi e rielaborare ciò
che sta vivendo.
Nella
vita dei nostri bambini non sono solo gli inizi scolastici a
destabilizzare le loro certezze, ma anche cambiare i mobili della
cameretta, oppure il cambio di lavoro di uno dei due genitori o
qualsiasi altra cosa che modifichi radicalmente la vita dei bambini
comporta il fatto che i bambini si debbano ambientare alla nuova
situazione.
Come aiutare i nostri bambini ad adattarsi al cambiamento?
Ogni
cambiamento richiede di rielaborare il proprio sé, di ri-centrarsi,
di capire chi siamo, nonostante i cambiamenti che ci stanno
circondando.
I
bambini in ambientamento hanno bisogno di essere educati a
rielaborare le forti emozioni che stanno provando.
Un
bambino che inizia il nido o la scuola dell'infanzia esce dal nucleo
famigliare e deve iniziare a fidarsi di nuovi ambienti, nuove persone
e salutare ciò che è certo e, soprattutto, separarsi dalla mamma,
una separazione molto forte che porta con sé molta sofferenza.
Un
bambino che inizia la primaria si può sentire spaesato, provare
nostalgia per i compagni che ha dovuto salutare, può anche provare
fatica nell'adattarsi a ritmi scolastici diversi da quelli a cui era
abituato.
Educare
i bambini alle emozioni è un gesto di cura che possiamo avere nei
loro confronti fin da quando sono piccolissimi e questo può aiutarli
ad affrontare il cambiamento in modo meno pesante.
Ma come si educa alle emozioni?
Si
inizia ad educare alle emozioni sin dalla primissima infanzia. E' un
lavoro lungo che inizia quando insegnamo ai bambini a
pensare quello che fanno e sentono nel momento in cui accade quello
che sentono. Questo è quello che Edith Stein chiama essere centrati
su di sé.
I
bambini imparano a riconoscere ed accettare le loro emozioni
attraverso il gioco, oppure la narrazione di storie o il racconto di
ciò che accade dentro e fuori di sé.
Le
storie aiutano i bambini facendo si che i bambini possano
immedesimarsi nei personaggi, li aiutano evocando esperienze
affettive e spostando lo sguardo dal personaggio a sé stessi per
imparare a nominare quello che vivono e a descrivere quello che
pensano possa accadere al personaggio della storia o a chi li
circonda nella vita reale.
Con
queste esperienze i bambini si decentrano da sé ed iniziano a vedere
il prossimo, sviluppando la capacità di empatia, capacità
fondamentale per porre le basi di relazioni profonde con gli altri.
Tutto
questo è possibile quando l'adulto, ovvero i genitori, le educatrici
o le insegnanti sono consapevoli del loro profilo affettivo. Ecco
perchè l'educazione alle emozioni parte dalla nostra educazione,
dobbiamo essere adulti affettivamente consapevoli per poter educare i
nostri bambini e ciò parte dalla cura di noi stessi.
Ma come aiutare i nostri bambini, in sostanza? Fino a qui abbiamo parlato di molte cose, ma come tradurle nella pratica?
1-
osservando i giochi dei bambini, interpretando i messaggi che
veicolano e lasciandoci coinvolgere dai nostri bambini.
Il
gioco delle costruzioni, come il gioco del cucù, ad esempio, serve
ai bambini più piccoli a rielaborare il fatto che ci si può
separare, e tornare insieme (come i mattoncini) si può sparire alla
vista ma si torna (come la mamma esce dalla sezione ma torna).
I
bambini più grandicelli giocano ad andare a lavorare, come papà e
mamma, o si occupano di pupazzi, riversando su di loro ciò che
vivono nella vita reale.
2-
leggendo libri che possano aiutare i bambini a rielaborare il
distacco o le paure. Libri come “Zeb e la scorta di baci” o “i tre piccoli gufi” sono adatti
a questo periodo.
3-
parlando con i vostri bambini della loro giornata. Non deve essere un
interrogatorio, altrimenti si sortisce l'effetto contrario, ma
raccontandosi, ad esempio, tre momenti felici della giornata (le
Scintille di Gioia) ed ascoltando cosa i nostri bambini hanno da
raccontarci, possiamo scoprire molto dei loro vissuti. Quando parlo
dei momenti felici della giornata con i miei bambini, mi narrano
anche delle loro emozioni, mi raccontano anche se sono stati tristi
ed insieme rielaboriamo ciò che li ha colpiti durante la giornata.
Educare
alle emozioni aiuterà i vostri bambini a superare molti passaggi
importanti della loro vita e li aiuterà a diventare adulti capaci di
affrontare in modo sereno i cambiamenti e le trasformazioni che la
vita ci pone davanti.
E
voi? Educate i vostri figli alle emozioni? Come?
Non ho figli ma linko questo tuo post a mia sorella.
RispondiEliminaGrazie.