Perché ho scelto di aderire al test sierologico per il personale della scuola



Sono andata a fare il test sierologico.


Sono andata a fare il test sierologico perché lavoro in una scuola paritaria.
Il test sierologico, per chi lavora nella scuola è facoltativo. Non c'è nessun obbligo.
Se obbligo c'è, a parer mio, è un obbligo morale.

Si sa che chi è affetto da coronavirus ed è asintomatico o paucisintomatico è veicolo di infezione per gli altri.
Iniziare le attività educative con la consapevolezza di avere un esito negativo al test sierologico dà al personale della scuola la serenità di non essere un pericolo per i bambini e le loro famiglie.

Assieme alle mie colleghe abbiamo scelto di fare il test sierologico anche se non era obbligatorio perché abbiamo a cuore i bambini ed il loro bene.

Non è costato nulla, solo il tempo per mettersi in fila ed aspettare il proprio turno.

Nella nostra città, Verona, fare il test sierologico per chi lavora nella scuola è semplice. Si può prendere appuntamento presso il medico di base oppure recarsi presso le sedi dell' Ulss, ad accesso libero.
Purtroppo non tutti i medici di base effettuano il test e nelle sedi dell'Ulss le code sono lunghissime.

Per agevolare la procedura, lo scorso week end, in una caserma del centro storico, è stata data la possibilità di recarsi ad effettuare il test sierologico. Nelle giornate di sabato e domenica era possibile recarsi muniti di tesserino sanitario ed aspettare il proprio turno.

Quando sono arrivata c'era una coda lunghissima e mi sono un po' scoraggiata, ma una signora della croce rossa mi ha assicurato che la coda sarebbe stata veloce e che avrei dovuto attendere al massimo un quarto d'ora.

In effetti è stato cosi, per fortuna.
Io ero in ansia totale.
Ho già sperimentato l'isolamento fiduciario ed il tampone ad inizio agosto, quando i bambini avevano la tonsillite ed abbiamo vinto un tampone di famiglia. Non mi piacerebbe ripetere l'esperienza, anche se temo che nei prossimi mesi sarà un'eventualità a cui mi devo rassegnare.

Quando è arrivato il mio turno credevo che avrei provato dolore nel momento in cui il medico mi pungeva il dito, ma in realtà non me ne sono affatto accorta.

Dopo aver effettuato il test ho dovuto attendere un quarto d'ora perché i reagenti dessero il responso: negativo.

Ho tirato un sospiro di sollievo ed ho raggiunto la mia famiglia leggera come un palloncino pieno di elio.

Leggendo bene il referto si evincono due possibilità:

1- l'esito del test è negativo.
L'esito negativo suggerisce che non si è avuto contatto recente con il virus o (tuttavia non può escludere) che l'infezione sia in una fase precoce e l'organismo non abbia ancora iniziato a produrre gli anticorpi. (periodo finestra)

2- l'esito del test è positivo.
L'esito positivo richiede l'esecuzione del test diagnostico di biologia molecolare mediante un tampone nasofaringeo. In attesa dell'esito del tampone bisogna rimanere in Isolamento Domiciliare Fiduciario.

La valenza del test sierologico, quindi, è come quella di un'istantanea, come del resto lo è il tampone. Si fotografa un istante, in cui si può essere negativi, ma questo non assicura di non risultare positivi il giorno successivo.

Tante domande affollano la mia mente.
Io ho fatto il sierologico per senso di responsabilità, ma basta farne uno ad inizio anno scolastico per proteggere i bambini?
E se dopodomani la malattia iniziasse a fare il suo corso? Se fossi asintomantica anche se il mio sierologico è risultato negativo perché mi trovavo nel periodo finestra che non permette la diagnosi?

Mi domando se non fosse più corretto nei confronti di chi lavora nella scuola predisporre una periodicità nel testare il personale, non per ledere la libertà individuale, ma per il bene della comunità e del lavoratore stesso.

In fondo chi lavora in ospedale o chi lavora nelle RSA viene controllato. Perché non controllare anche noi che lavoriamo nelle scuole, visto che si temono proprio i focolai scolastici?

I bambini sono quasi sempre paucisintomatici o asintomatici, un controllo periodico è un modo per proteggerci tutti ed evitare di contagiare loro e, di conseguenza, le famiglie o i nonni.

Io credo che sarà un anno scolastico lunghissimo.
La tensione e lo stress legato al covid saranno logoranti: capire quando chiamare una mamma per allontanare il bambino è difficile. I sintomi da covid sono riconducibili a tutte le malattie.

I bambini saranno obbligati a stare a casa quando sono malati, ma anche quando si ammala un componente del nucleo familiare.
Lo stesso accadrà a noi adulti.

Sarà un anno difficile e lungo.
Sinceramente sono molto in ansia.

Auguro a tutti i bambini, alle loro famiglie ed al personale di tutte le scuole che questo anno scolastico sia meno difficoltoso di come mi appare ora.

IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!!!





Commenti

  1. Sarà un inverno difficile, lungo e complicato mi sa...non per essere sempre critica ma io ho la percezione che in tutti questi mesi a livello scuola non si sia fatto niente e che non ci siano direttive chiare, valide per tutti e certe...boh mi da l'idea che al Ministero siano stati tutti in vacanza oppure che abbiano lavorato come pazzi senza capirci un tubo. Scusa il pessimismo e buon inizio di cuore

    RispondiElimina

Posta un commento